Citt: finanza locale, affermato sistema integrato Regione-Comuni
(ACON) Trieste, 1 lug - COM/MPB - La legge sulla finanza locale
tratta la materia, delicata e importante, che riguarda il
finanziamento degli Enti locali e la gestione dei bilanci
comunali. La norma rientra nell'ambito del processo di riforma
avviato nel corso dell'attuale legislatura regionale, adeguando i
processi partecipativi, di confronto e di decisione alla nuova
architettura istituzionale.
"La nuova normativa - ha spiegato il capogruppo dei Cittadini,
Pietro Paviotti - afferma il principio che esiste un sistema
integrato Regione-Autonomie locali (Regione e Comuni dunque,
visto che abbiamo scelto di superare le Provincie) che, in un
rapporto di leale collaborazione, deve operare in modo da
rispondere alle esigenze di sviluppo del territorio e dei suoi
cittadini, in ossequio ai principi costituzionali di federalismo,
perequazione e responsabilità, ma anche con l'intento di
controllare e contenere la spesa pubblica.
"Si valorizzano i ruoli del Cal (Consiglio delle autonomie
locali) e delle Uti (Unioni territoriali intercomunali) e si
introducono modalità di partecipazione alle decisioni che
sostengono politiche di area vasta. Con maggiore chiarezza e per
un arco temporale più lungo (un triennio), si definisce il
finanziamento che la Regione trasferirà ai Comuni e alle Uti.
"Ciò significa permettere ai Comuni di redigere i loro bilanci
per tempo e con certezza di entrate, evitando l'assurdo fenomeno
che vedeva l'approvazione dei documenti contabili municipali ad
annualità quasi terminata. Ma le novità importanti non finiscono
qui. Tra le altre - ha aggiunto Paviotti - va sottolineato che si
supera gradualmente la modalità di finanziamento su base storica
(introducendo il criterio, più oggettivo ed equo, dei costi e
fabbisogni standard) e si rivede, senza stravolgerla, la materia
delle indennità degli amministratori locali".
Ed è proprio sulle indennità di carica degli amministratori
locali che i Cittadini hanno ribadito in Aula la loro posizione.
"Gli amministratori locali (sindaci, assessori e consiglieri
comunali) sono una colonna portante e insostituibile per le
comunità; a loro spetta il gravoso compito di programmare le
politiche di sviluppo territoriale e di organizzare l'insieme dei
servizi pubblici locali. Per questo siamo convinti che debbano, a
buon titolo, vedere mantenuta e, se possibile, aggiornata la loro
indennità di carica. In questo senso abbiamo proposto in
Commissione un emendamento (che è stato approvato) per eliminare
una proposta a nostro giudizio pericolosa, ovvero quella di
modulare le indennità di carica tra un minimo e un massimo.
"L'esperienza ci insegna - ha concluso Paviotti - che questa
possibilità (giusta solo in teoria) diventa poi motivo di
strumentalizzazione con la conseguenza nefasta di creare
difficoltà a chi amministra nel dover inseguire le consuete
istanze populiste e demagogiche.
"L'obiettivo da raggiungere, invece, deve essere di permettere a
chiunque di accedere alle cariche politiche e di poter assumere
incarichi amministrativi senza che la sua situazione economica
personale glielo impedisca. Si tratta di affermare un principio
sacrosanto che prevede un equo riconoscimento economico,
proporzionale all'impegno profuso, a chi svolge un ufficio
importante e carico di responsabilità a favore della propria
comunità".