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Citt: finanza locale, affermato sistema integrato Regione-Comuni

01.07.2015
17:20
(ACON) Trieste, 1 lug - COM/MPB - La legge sulla finanza locale tratta la materia, delicata e importante, che riguarda il finanziamento degli Enti locali e la gestione dei bilanci comunali. La norma rientra nell'ambito del processo di riforma avviato nel corso dell'attuale legislatura regionale, adeguando i processi partecipativi, di confronto e di decisione alla nuova architettura istituzionale.

"La nuova normativa - ha spiegato il capogruppo dei Cittadini, Pietro Paviotti - afferma il principio che esiste un sistema integrato Regione-Autonomie locali (Regione e Comuni dunque, visto che abbiamo scelto di superare le Provincie) che, in un rapporto di leale collaborazione, deve operare in modo da rispondere alle esigenze di sviluppo del territorio e dei suoi cittadini, in ossequio ai principi costituzionali di federalismo, perequazione e responsabilità, ma anche con l'intento di controllare e contenere la spesa pubblica.

"Si valorizzano i ruoli del Cal (Consiglio delle autonomie locali) e delle Uti (Unioni territoriali intercomunali) e si introducono modalità di partecipazione alle decisioni che sostengono politiche di area vasta. Con maggiore chiarezza e per un arco temporale più lungo (un triennio), si definisce il finanziamento che la Regione trasferirà ai Comuni e alle Uti.

"Ciò significa permettere ai Comuni di redigere i loro bilanci per tempo e con certezza di entrate, evitando l'assurdo fenomeno che vedeva l'approvazione dei documenti contabili municipali ad annualità quasi terminata. Ma le novità importanti non finiscono qui. Tra le altre - ha aggiunto Paviotti - va sottolineato che si supera gradualmente la modalità di finanziamento su base storica (introducendo il criterio, più oggettivo ed equo, dei costi e fabbisogni standard) e si rivede, senza stravolgerla, la materia delle indennità degli amministratori locali".

Ed è proprio sulle indennità di carica degli amministratori locali che i Cittadini hanno ribadito in Aula la loro posizione.

"Gli amministratori locali (sindaci, assessori e consiglieri comunali) sono una colonna portante e insostituibile per le comunità; a loro spetta il gravoso compito di programmare le politiche di sviluppo territoriale e di organizzare l'insieme dei servizi pubblici locali. Per questo siamo convinti che debbano, a buon titolo, vedere mantenuta e, se possibile, aggiornata la loro indennità di carica. In questo senso abbiamo proposto in Commissione un emendamento (che è stato approvato) per eliminare una proposta a nostro giudizio pericolosa, ovvero quella di modulare le indennità di carica tra un minimo e un massimo.

"L'esperienza ci insegna - ha concluso Paviotti - che questa possibilità (giusta solo in teoria) diventa poi motivo di strumentalizzazione con la conseguenza nefasta di creare difficoltà a chi amministra nel dover inseguire le consuete istanze populiste e demagogiche.

"L'obiettivo da raggiungere, invece, deve essere di permettere a chiunque di accedere alle cariche politiche e di poter assumere incarichi amministrativi senza che la sua situazione economica personale glielo impedisca. Si tratta di affermare un principio sacrosanto che prevede un equo riconoscimento economico, proporzionale all'impegno profuso, a chi svolge un ufficio importante e carico di responsabilità a favore della propria comunità".