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Citt: Paviotti, consorzio Aussa Corno, guardare al futuro

09.07.2015
16:13
(ACON) Trieste, 9 lug - COM/AB - La sempre più probabile messa in liquidazione del Consorzio per lo sviluppo industriale Aussa Corno (Ziac) offre la spunto per una riflessione che esca dal solito coro del senno di poi intonato per salvare le apparenze, ma non certo per risolvere la questione.

"Dopo quattro bilanci in perdita e un'esposizione per milioni di euro con gli istituti di credito, portare i libri in tribunale pare essere diventata purtroppo l'unica strada percorribile - ha affermato il capogruppo dei Cittadini, Pietro Paviotti. Arrivati a questo punto esistono evidentemente responsabilità precise che avremo modo e tempo di chiarire. A prescindere da questa vicenda che di certo non fa piacere a nessuno, quello che dobbiamo fare subito, invece, è individuare quale futuro possa avere il tessuto economico nel quale ha operato il Consorzio, uscendo da quella logica campanilistica e di piccolo cabotaggio che ha portato al fallimento e che oggi qualcuno vorrebbe perseverare".

"I Cittadini - ha sottolineato Paviotti, che il Consorzio lo conosce bene per essere stato dieci anni sindaco di Cervignano - hanno avanzato da tempo la proposta di costituire una nuova realtà che sappia coniugare al meglio l'indubbia potenzialità produttiva nel manifatturiero della provincia di Udine e del Monfalconese e le buone infrastrutture per il trasporto della Bassa friulana e dell'Isontino. Unire le forze tra consorzi industriali, semplificando le strutture a servizio delle imprese è, per altro, uno degli obiettivi della legge Rilancimprese approvata di recente in Consiglio regionale".

"I tempi sono cambiati, non c'è più spazio per realtà che, a causa delle loro dimensioni troppo ridotte, non sono in grado di progettare strategie e operare investimenti capaci di attrarre capitali e imprenditorialità. Una nuova forma consortile avrebbe anche la possibilità di riassorbire il personale attualmente impiegato presso l'Aussa Corno, che merita di essere salvaguardato per non disperdere un patrimonio di professionalità acquisita in questi anni. Il territorio della Bassa friulana ha grandissime potenzialità, ma deve valorizzare le aree industriali esistenti, mettere in rete i porti di San Giorgio di Nogaro e di Monfalcone e l'interporto di Cervignano che, con lo scalo ferroviario, potrebbe infine favorire uno spostamento del traffico da gomma a rotaia".