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Sel: Lauri, città metropolitana paracadute per neocentralismo

09.07.2015
19:16
(ACON) Trieste, 9 lug - COM/AB - "Come già stabilito a larga maggioranza dal Consiglio regionale, difenderemo tutti insieme fino in fondo la specialità dello Statuto e l'autonomia del Friuli Venezia Giulia, ma se si affermassero le spinte neocentraliste che vengono avanti da parte dello Stato, con l'ipotesi di nuove macroregioni, l'eventualità di Trieste città metropolitana sarebbe un paracudute che potrebbe tornare utile per tutta la Regione". Lo ha dichiarato Giulio Lauri, capogruppo di Sinistra ecologia libertà in Consiglio regionale, nel corso dell'esame in I Commissione degli articoli delle variazioni di bilancio di competenza dell'assessore alle autonomie locali Paolo Panontin, ricordando anche che nel corso della discussione sulla legge con cui si superavano le Province era stato il promotore dell'emendamento che aveva eliminato dal provvedimento la possibilità di costituire in Friuli Venezia Giulia la Città Metropolitana di Trieste. "Allora feci innanzitutto un rilievo sul metodo, criticando il fatto che una scelta di simile portata arrivasse in Consiglio in pochi giorni senza essere stata preceduta da un confronto largo in tutta la società civile regionale, sentendo sindaci, categorie economiche e sociali, comunità scientifica, associazionismo. Inoltre a Trieste storicamente sull'argomento c'era una riserva forte da parte della comunità slovena, timorosa di perdere la propria autonomia di governo dei Comuni minori a favore del capoluogo". "Oggi lo scenario però è cambiato - ha proseguito Lauri. Rispetto a due anni fa assistiamo a una forte spinta neocentralista da parte dello Stato. Un attacco al sistema di autogeverno delle Regioni e delle autonomie che ai tempi del governo Letta non era così forte ed era portato avanti soltanto da Maroni e dalla Lega Nord, mentre ora persino parte del Pd, attraverso la proposta del parlamentare Morassut, sembra fare propria questa visione". "Resto convinto che tutti insieme dobbiamo puntare innanzitutto e senza riserve sulla difesa della Autonomia speciale e del policentrismo di questa Regione, come abbiamo fatto unanimemente in questi due anni attraverso l'azione della presidente, del Consiglio, dei parlamentari e della Commissione paritetica. E lavorare tutti per superare l'eterna competizione fra Trieste e Udine abbandonando ciascuno le proprie tentazioni egemoniche". "Però dobbiamo tutti quanti mettere in conto anche la possibilità di non farcela, pensare anche a un piano B. Perché, in quella malaugurata ipotesi, se si dovesse affermare il modello delle cinque macroregioni, con l'intero Friuli Venezia Giulia nuovamente a rimorchio di Venezia, la potenzialità dello sviluppo economico rappresentata dal Porto di Trieste, e una sua maggiore automonia costruita attorno allo status di Città Metropolitana, costituirebbe la maggiore occasione di consolidamento e di crescita economica per l'intera Regione".

"Perchè se è vero che tutto il nostro territorio regionale può aspirare a essere la piattaforma logistica e il retroporto naturale del principale porto dell'Alto Adriatico, allora è principalmente su questo che potremo puntare tutti insieme per intercettare quella rilevante quota del traffico merci mondiale via mare che ancora oggi preferisce le rotte verso i grandi porti del Nord Europa e, connettendolo con le eccellenze del nostro sistema manifatturiero, puntare così al nostro rilancio mantenendo la maggiore autonomia possibile".