Sel: Lauri, città metropolitana paracadute per neocentralismo
(ACON) Trieste, 9 lug - COM/AB - "Come già stabilito a larga
maggioranza dal Consiglio regionale, difenderemo tutti insieme
fino in fondo la specialità dello Statuto e l'autonomia del
Friuli Venezia Giulia, ma se si affermassero le spinte
neocentraliste che vengono avanti da parte dello Stato, con
l'ipotesi di nuove macroregioni, l'eventualità di Trieste città
metropolitana sarebbe un paracudute che potrebbe tornare utile
per tutta la Regione".
Lo ha dichiarato Giulio Lauri, capogruppo di Sinistra ecologia
libertà in Consiglio regionale, nel corso dell'esame in I
Commissione degli articoli delle variazioni di bilancio di
competenza dell'assessore alle autonomie locali Paolo Panontin,
ricordando anche che nel corso della discussione sulla legge con
cui si superavano le Province era stato il promotore
dell'emendamento che aveva eliminato dal provvedimento la
possibilità di costituire in Friuli Venezia Giulia la Città
Metropolitana di Trieste.
"Allora feci innanzitutto un rilievo sul metodo, criticando il
fatto che una scelta di simile portata arrivasse in Consiglio in
pochi giorni senza essere stata preceduta da un confronto largo
in tutta la società civile regionale, sentendo sindaci, categorie
economiche e sociali, comunità scientifica, associazionismo.
Inoltre a Trieste storicamente sull'argomento c'era una riserva
forte da parte della comunità slovena, timorosa di perdere la
propria autonomia di governo dei Comuni minori a favore del
capoluogo".
"Oggi lo scenario però è cambiato - ha proseguito Lauri. Rispetto
a due anni fa assistiamo a una forte spinta neocentralista da
parte dello Stato. Un attacco al sistema di autogeverno delle
Regioni e delle autonomie che ai tempi del governo Letta non era
così forte ed era portato avanti soltanto da Maroni e dalla Lega
Nord, mentre ora persino parte del Pd, attraverso la proposta del
parlamentare Morassut, sembra fare propria questa visione".
"Resto convinto che tutti insieme dobbiamo puntare innanzitutto e
senza riserve sulla difesa della Autonomia speciale e del
policentrismo di questa Regione, come abbiamo fatto unanimemente
in questi due anni attraverso l'azione della presidente, del
Consiglio, dei parlamentari e della Commissione paritetica. E
lavorare tutti per superare l'eterna competizione fra Trieste e
Udine abbandonando ciascuno le proprie tentazioni egemoniche".
"Però dobbiamo tutti quanti mettere in conto anche la possibilità
di non farcela, pensare anche a un piano B. Perché, in quella
malaugurata ipotesi, se si dovesse affermare il modello delle
cinque macroregioni, con l'intero Friuli Venezia Giulia
nuovamente a rimorchio di Venezia, la potenzialità dello sviluppo
economico rappresentata dal Porto di Trieste, e una sua maggiore
automonia costruita attorno allo status di Città Metropolitana,
costituirebbe la maggiore occasione di consolidamento e di
crescita economica per l'intera Regione".
"Perchè se è vero che tutto il nostro territorio regionale può
aspirare a essere la piattaforma logistica e il retroporto
naturale del principale porto dell'Alto Adriatico, allora è
principalmente su questo che potremo puntare tutti insieme per
intercettare quella rilevante quota del traffico merci mondiale
via mare che ancora oggi preferisce le rotte verso i grandi porti
del Nord Europa e, connettendolo con le eccellenze del nostro
sistema manifatturiero, puntare così al nostro rilancio
mantenendo la maggiore autonomia possibile".