CR: assestamento bilancio, no articolo 1 ante (9)
(ACON) Trieste, 23 lug - RCM - "Rinegoziazione del Protocollo
d'intesa tra lo Stato e la Regione del 23 ottobre 2014" è il
titolo dell'emendamento con cui Colautti, Cargnelutti (Ncd),
Ciriani (FdI/AN), Riccardi (FI), Tondo (AR) e Violino (Misto)
intendevano far inserire, in apertura della legge
sull'assestamento di bilancio, un articolo con cui impegnare la
Giunta regionale a presentare al Consiglio, entro il 15 settembre
prossimo, le modifiche da apportare al Protocollo d'intesa per
definire collaborativamente una nuova intesa.
L'emendamento del centrodestra, che è stato occasione per parlare
in Aula, e una volta di più, dell'autonomia della Regione Friuli
Venezia Giulia e dei rapporti da tenere con il Governo, è stato
bocciato dal centrosinistra e dalla Giunta, mentre i consiglieri
pentastellati si sono astenuti.
Da parte della presidente Serracchiani, il commento è stato
incentrato sullo spiegare che non stiamo affatto perdendo pezzi
di sovranità, ma che siamo un pezzo centrale dello scacchiere
europeo e l'esercizio dell'autonomia si svolge in un contesto
largo e diffuso. E in questo contesto, non possiamo pensare di
essere altro rispetto allo Stato, né noi né le altre Regioni
speciali.
La cultura della specialità come noi la interpretiamo - ha
aggiunto la presidente - è una responsabilità, è una cosa
indispensabile al nostro Paese e noi lo abbiamo dimostrato negli
anni, quando siano stati spesso un modello, un pezzo importante
dello Stato.
Specialità come conti in regola, abbattimento del debito, no al
passo più lungo della gamba e come buon esempio di esercizio di
amministrazione. Tutto questo significa responsabilità nel
concludere accordi con lo Stato, come quello che abbiamo
sottoscritto noi con il ministro Padoan, frutto di mesi di duro
lavoro e di un confronto anche aspro con il Governo.
Abbiamo stabilizzato i nostri conti - ha ribadito la Serracchiani
- anche per ragionare sulla vocazione del territorio, per fare
delle riforme importanti che senza quella stabilità dei conti non
avremmo potuto fare.
Abbiamo fatto un patto con basi diverse da quelle che aveva avuto
il centrodestra, e indicazioni diverse per scelte diverse che
rivendichiamo. Si tratta di un Patto che vale per il 2016 e 2017,
non di più, quindi la scadenza del 15 settembre posta
nell'emendamento già è inaccettabile. E non abbiamo scelto la sua
scadenza con la naturale scadenza della legislatura (il 2018)
perché nel 2017 verranno meno tutti i principi di coordinamento
della finanza pubblica. Perciò è naturale che quel Patto dovrà
essere rinegoziato, e questo a prescindere da questioni di
appartenenza politica.
E in questo contesto - ha chiosato la presidente - non possiamo
sottovalutare il tavolo tra Stato, Regioni e Province autonome
con cui si stanno rinegoziando gli statuti di specialità.
(segue)