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CR: assestamento bilancio, no articolo 1 ante (9)

23.07.2015
22:38
(ACON) Trieste, 23 lug - RCM - "Rinegoziazione del Protocollo d'intesa tra lo Stato e la Regione del 23 ottobre 2014" è il titolo dell'emendamento con cui Colautti, Cargnelutti (Ncd), Ciriani (FdI/AN), Riccardi (FI), Tondo (AR) e Violino (Misto) intendevano far inserire, in apertura della legge sull'assestamento di bilancio, un articolo con cui impegnare la Giunta regionale a presentare al Consiglio, entro il 15 settembre prossimo, le modifiche da apportare al Protocollo d'intesa per definire collaborativamente una nuova intesa.

L'emendamento del centrodestra, che è stato occasione per parlare in Aula, e una volta di più, dell'autonomia della Regione Friuli Venezia Giulia e dei rapporti da tenere con il Governo, è stato bocciato dal centrosinistra e dalla Giunta, mentre i consiglieri pentastellati si sono astenuti.

Da parte della presidente Serracchiani, il commento è stato incentrato sullo spiegare che non stiamo affatto perdendo pezzi di sovranità, ma che siamo un pezzo centrale dello scacchiere europeo e l'esercizio dell'autonomia si svolge in un contesto largo e diffuso. E in questo contesto, non possiamo pensare di essere altro rispetto allo Stato, né noi né le altre Regioni speciali.

La cultura della specialità come noi la interpretiamo - ha aggiunto la presidente - è una responsabilità, è una cosa indispensabile al nostro Paese e noi lo abbiamo dimostrato negli anni, quando siano stati spesso un modello, un pezzo importante dello Stato.

Specialità come conti in regola, abbattimento del debito, no al passo più lungo della gamba e come buon esempio di esercizio di amministrazione. Tutto questo significa responsabilità nel concludere accordi con lo Stato, come quello che abbiamo sottoscritto noi con il ministro Padoan, frutto di mesi di duro lavoro e di un confronto anche aspro con il Governo.

Abbiamo stabilizzato i nostri conti - ha ribadito la Serracchiani - anche per ragionare sulla vocazione del territorio, per fare delle riforme importanti che senza quella stabilità dei conti non avremmo potuto fare.

Abbiamo fatto un patto con basi diverse da quelle che aveva avuto il centrodestra, e indicazioni diverse per scelte diverse che rivendichiamo. Si tratta di un Patto che vale per il 2016 e 2017, non di più, quindi la scadenza del 15 settembre posta nell'emendamento già è inaccettabile. E non abbiamo scelto la sua scadenza con la naturale scadenza della legislatura (il 2018) perché nel 2017 verranno meno tutti i principi di coordinamento della finanza pubblica. Perciò è naturale che quel Patto dovrà essere rinegoziato, e questo a prescindere da questioni di appartenenza politica.

E in questo contesto - ha chiosato la presidente - non possiamo sottovalutare il tavolo tra Stato, Regioni e Province autonome con cui si stanno rinegoziando gli statuti di specialità.

(segue)