LN: Zilli, la Regione apra gli occhi su immigrati rotta balcanica
(ACON) Trieste, 26 ago - COM/RCM - "Friuli come Lampedusa?
L'abbiamo ribadito più volte negli ultimi mesi, ma i nostri
appelli sono rimasti inascoltati. Fino a oggi, quando finalmente
ci si accorge dell'emergenza immigrazione che sta scoppiando ai
confini orientali della Regione".
Lancia il suo j'accuse Barbara Zilli, consigliera regionale della
Lega Nord, che non ci sta ad ascoltare in silenzio le
dichiarazioni della presidente Serracchiani sull'opportunismo del
Carroccio sulla questione immigrazione. E contrattacca, forte
anche delle dichiarazioni del prefetto di Udine, Vittorio
Zappalorto, che ha definito il Friuli appunto "una piccola
Lampedusa del Nord".
Oltre alla prefettura - prosegue la Zilli -, anche il premier se
n'è accorto e la Serracchiani invece che fa? Minimizza e accusa
la Lega di pensare soltanto ai voti, quando invece l'emergenza è
reale, con Comuni e cittadini sempre più in difficoltà che di
fatto sono obbligati all'accoglienza.
"La rotta Balcanica è battuta da almeno due anni", dice la Zilli
e chiede alla Giunta che metta nero su bianco i numeri reali
degli immigrati presenti nella nostra regione: "Sarebbe
interessante capire come e se sono utilizzati gli ingenti fondi
pubblici devoluti nell'ambito del Piano stralcio del programma
immigrazione 2015. La Regione ci dica come sono spesi i soldi dei
cittadini per le iniziative a tutela degli immigrati e per
favorire il loro inserimento sociale. Forse sarebbe meglio
destinare quei fondi a chi, tra i nostri cittadini, ne ha davvero
bisogno.
"Nelle tante interrogazioni rivolte all'assessore Torrenti e
all'assessore Telesca per quanto di sua competenza relativamente
ai rischi per la salute dei cittadini, è stata più volte espressa
la preoccupazione per la tenuta del tessuto sociale a fronte
dell'invasione che ormai da troppi mesi subiamo e che costringe
le forze di polizia a dedicare quotidianamente il loro impegno
per i controlli ai confini a Tarvisio, Cividale del Friuli,
Gorizia e Trieste.
"Non solo, abbiamo sempre ottenuto risposte disarmanti che hanno
portato a sminuire le problematiche segnalate e a ritenere
doverosa un'accoglienza che sia rispettosa delle persone in
arrivo. A quali condizioni dobbiamo continuare ad accettare
l'approdo di clandestini e immigrati se non è possibile
passeggiare in tranquillità con i propri figli, neppure di
giorno, nei parchi di Udine, Gorizia Pordenone e Trieste, perché
sono ridotti a bivacchi a cielo aperto di persone di dubbia
provenienza e le forze di polizia sono obbligate a impegnare
personale e risorse nei controlli anziché occuparsi di chi
delinque?
"Chi pensa al rispetto dei cittadini di questa Regione?"