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LN: Zilli, Piano emergenze penalizza sempre Gemona e aree periferiche

01.09.2015
12:58
(ACON) Trieste, 1 set - COM/AB - - Tante parole, tante rassicurazioni, ma ormai è lampante che su Gemona e il suo ospedale la presidente Serracchiani e l'assessore Telesca ci hanno raccontato e stanno ancora raccontando quello che vogliono. Il Piano di emergenza non ha dato nessuna risposta ai dubbi sollevati in fase di approvazione della riforma sanitaria".

Così Barbara Zilli (LN) all'indomani della presentazione del nuovo Piano di emergenza/urgenza approvato il via preliminare dalla Giunta regionale venerdì scorso, che conferma le perplessità sollevate dai Comitati a difesa dell'Ospedale San Michele di Gemona.

"Ci siamo fin da subito opposti alla riforma sanitaria, chiedendo tra l'altro che il Piano di emergenza fosse propedeutico in tal senso, ma non siamo stati ascoltati".

Secondo Zilli "in questo momento, aumentare il numero delle ambulanze sembra essere soltanto un palliativo, una misura assolutamente non sufficiente per garantire un servizio sanitario di livello, a fronte di una riforma che ha pesantemente destrutturato il territorio periferico".

"Ricordiamoci infatti - dice ancora la rappresentante del Carroccio - che l'Alto Friuli e la Pedemontana rappresentano la maggior parte del territorio della nostra Regione e che i cittadini dell'Alto Friuli hanno pari diritti rispetto a quelli dei grandi centri come Udine o Trieste, che invece non hanno subito alcun taglio con la riforma".

"Anzi - dice ancora Zilli - l'ospedale di Gemona ha perso le cliniche universitarie a favore di Udine, la cui Azienda sanitaria continua a presentare bilanci in rosso, mentre qui si chiudono reparti e Pronto soccorso di un ospedale all'avanguardia, che serve non solo la comunità ma anche una vasta zona industriale che in caso di incidenti avrebbe l'assoluta necessità di un intervento tempestivo". "Mi fa sorridere poi - conclude Zilli commentando le dichiarazioni dell'assessore Telesca - pensare che si possa creare un piano delle emergenze su un modello matematico: con la salute non si scherza. Bene fanno i Comitati a sottolineare alcune lacune, come ad esempio l'ambulanza solo fino alle 20.00: rischiando di non rispettare gli standard di intervento nelle vallate interne della montagna e considerando la stagione invernale, sarebbe interessante capire come farà il soccorso ad arrivare al massimo in 18 minuti. Avere l'ambulanza notturna a Chiusaforte e non solo, è più che una necessità".

E chiude: "Ormai le riforme si stanno riducendo a una mera analisi di numeri, cercando di ridurre i costi in base a dati che non tengono conto di quel che accade sul territorio"