LN: Zilli, Piano emergenze penalizza sempre Gemona e aree periferiche
(ACON) Trieste, 1 set - COM/AB - - Tante parole, tante
rassicurazioni, ma ormai è lampante che su Gemona e il suo
ospedale la presidente Serracchiani e l'assessore Telesca ci
hanno raccontato e stanno ancora raccontando quello che vogliono.
Il Piano di emergenza non ha dato nessuna risposta ai dubbi
sollevati in fase di approvazione della riforma sanitaria".
Così Barbara Zilli (LN) all'indomani della presentazione del
nuovo Piano di emergenza/urgenza approvato il via preliminare
dalla Giunta regionale venerdì scorso, che conferma le
perplessità sollevate dai Comitati a difesa dell'Ospedale San
Michele di Gemona.
"Ci siamo fin da subito opposti alla riforma sanitaria, chiedendo
tra l'altro che il Piano di emergenza fosse propedeutico in tal
senso, ma non siamo stati ascoltati".
Secondo Zilli "in questo momento, aumentare il numero delle
ambulanze sembra essere soltanto un palliativo, una misura
assolutamente non sufficiente per garantire un servizio sanitario
di livello, a fronte di una riforma che ha pesantemente
destrutturato il territorio periferico".
"Ricordiamoci infatti - dice ancora la rappresentante del
Carroccio - che l'Alto Friuli e la Pedemontana rappresentano la
maggior parte del territorio della nostra Regione e che i
cittadini dell'Alto Friuli hanno pari diritti rispetto a quelli
dei grandi centri come Udine o Trieste, che invece non hanno
subito alcun taglio con la riforma".
"Anzi - dice ancora Zilli - l'ospedale di Gemona ha perso le
cliniche universitarie a favore di Udine, la cui Azienda
sanitaria continua a presentare bilanci in rosso, mentre qui si
chiudono reparti e Pronto soccorso di un ospedale
all'avanguardia, che serve non solo la comunità ma anche una
vasta zona industriale che in caso di incidenti avrebbe
l'assoluta necessità di un intervento tempestivo".
"Mi fa sorridere poi - conclude Zilli commentando le
dichiarazioni dell'assessore Telesca - pensare che si possa
creare un piano delle emergenze su un modello matematico: con la
salute non si scherza. Bene fanno i Comitati a sottolineare
alcune lacune, come ad esempio l'ambulanza solo fino alle 20.00:
rischiando di non rispettare gli standard di intervento nelle
vallate interne della montagna e considerando la stagione
invernale, sarebbe interessante capire come farà il soccorso ad
arrivare al massimo in 18 minuti. Avere l'ambulanza notturna a
Chiusaforte e non solo, è più che una necessità".
E chiude: "Ormai le riforme si stanno riducendo a una mera
analisi di numeri, cercando di ridurre i costi in base a dati che
non tengono conto di quel che accade sul territorio"