CR: varianti urbanistiche e consumo suolo, relatrice Dal Zovo (11)
(ACON) Trieste, 8 set - RCM - Il disegno di legge sancisce
principi di sviluppo sostenibile pienamente condivisibili, per la
relatrice di minoranza Ilaria Dal Zovo (M5S), quali il
contenimento del suolo, il recupero delle aree industriali e
commerciali non utilizzate, il riuso del patrimonio edilizio
esistente e la semplificazione dei procedimenti. Però tali
principi di fatto sono solo annunciati.
L'estensione delle fattispecie per cui sarà possibile procedere
con variante non sostanziale agli strumenti urbanistici comunali
(e quindi senza alcuna verifica a livello regionale), la
genericità delle medesime, unite alla constatata assenza di una
visione pianificatoria d'insieme e in assenza di definizioni
chiare e univoche, non solo non rispetta quanto annunciato
nell'articolo 1 ma genererà l'effetto opposto. Non si comprende -
spiega la Dal Zovo -, l'esigenza di decuplicare le casistiche già
vigenti e contenute nel regolamento di attuazione della LR 5/2007
in materia di varianti non sostanziali agli strumenti urbanistici
comunali e, peggio, non si comprendono i motivi legati
all'abrogazione delle relazioni di flessibilità agli strumenti
urbanistici vigenti. Tali documenti costituiscono il margine
operativo per apporre lievi modifiche in sede attuativa senza
dover procedere a varianti formali.
Con questo ddl, la semplificazione annunciata alla fine farà
proliferare le varianti non sostanziali a livello locale senza
alcuna verifica regionale e senza distinzione di zona omogenea.
Anche fare riferimento a documenti che non trovano definizione
normativa, ma che derivano da prassi pianificatoria (ci si
riferisce alla "rappresentazione schematica delle strategie di
piano") non conferisce di certo chiarezza e unicità applicativa
al provvedimento.
Entrando nel merito del provvedimento, la Dal Zovo ha evidenziato
ogni singolo comma di ogni singolo articolo che per il MoVimento
5 Stelle risulta incongruente, piuttosto che norme che assumono
valore di puro principio e sono di facile elusione.
La previsione di una facoltà, per i Comuni, di richiedere alla
Regione un parere di compatibilità preliminare all'atto
deliberativo non assolve agli obiettivi di chiarezza che hanno
portato alla redazione di questo testo. Non si comprendono
nemmeno le ragioni dell'esclusione dalle nuove previsioni delle
ZTO D4 destinate alle attività estrattive.
Tale progetto poteva essere l'occasione per recepire le
previsioni dello Stato annunciate nell'articolo 31 del decreto
Salva Italia del 2011, ma non si è voluto farlo. Pertanto - ha
detto la Dal Zovo - auspichiamo che l'Aula voti favorevolmente ai
nostri emendamenti volti a colmare questo vuoto. Inoltre facciamo
nostre le osservazioni delle parti sociali dove lamentano
l'assenza di previsioni che servano a risolvere le molte
problematiche del settore quali ad esempio gli accordi
pubblico-privati di riconversione urbana, il credito edilizio, la
perequazione urbanistica e territoriale (istituti già
disciplinati dalla LR 5/2007, ma mai concretamente attuati per
assenza dello strumento di pianificazione regionale). Anche le
perplessità espresse dalle associazioni di categoria degli
agricoltori, che non vedono norme dirette a bloccare l'ulteriore
consumo di suolo agricolo, non hanno trovato risposte concrete e
convincenti.
E dubbi vanno anche all'articolo 25 che conclude il testo con
un'ulteriore contraddizione: il comma 1 stabilisce che la
procedura di formazione degli strumenti urbanistici comunali in
corso alla data di entrata in vigore della presente legge è
definita sulla base delle norme pre-vigenti (facendo quindi salvi
tutti gli elaborati progettuali previsti dalle medesime). I
successivi commi, però, affermano l'inefficacia delle relazioni
di flessibilità vigenti decorso un anno dall'entrata in vigore
della legge.
Infine, la previsione di arrivare al consumo di suolo zero nel
2050 non ci trova assolutamente favorevoli. Avremmo voluto
conoscere i pareri espressi dalle altre Direzioni coinvolte,
quali attività produttive, agricoltura e ambiente, per avere una
visione completa dei riflessi che il ddl avrà in regione.
Riduzione, tutela e conservazione devono essere le parole
d'ordine, per un'amministrazione pubblica, per preservare il
proprio suolo. Ma qui non riusciamo a trovare una concreta
applicazione di questi obbiettivi.
(immagini tv)
(segue)