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Sel: Lauri, finalmente uno stop al consumo del suolo

09.09.2015
10:58
(ACON) Trieste, 9 set - COM/AB - "Lo stop di questo Governo regionale al consumo di suolo costituisce una inversione di marcia rispetto alla scorsa legislatura e a quelle che l'hanno preceduta. Perché è vero che il PG approvato con Tondo e Illy conteneva tra le finalità anche la limitazione dell'uso del territorio, ma quelle limitazioni non hanno impedito concretamente la realizzazione di nuove aree commerciali e artigianali, come invece avverrà con questa legge".

È questo il commento del capogruppo di Sel in Consiglio regionale Giulio Lauri al provvedimento sull'urbanistica e l'uso del suolo all'attenzione dell'Aula.

"Anche in Friuli Venezia Giulia - aggiunge - per anni il nostro territorio è stato silenziosamente occupato da nuove aree residenziali, a bassa intensità, ville, seconde case, capannoni industriali, magazzini, autostrade, parcheggi, cave, discariche, continuando a trasformare la campagna in città, e la città come la conosciamo, in un continuum di antropizzazione diffusa e indistinta. Una regione che è stata un modello in materia di urbanistica, ha avuto un incremento, come dimostrano gli studi effettuati dal 2002 al 2014, pari a 1324 campi di calcio, circa un centinaio all'anno, nonostante la crescita demografica si avvicini allo zero".

"Dopo l'approvazione delle linee guida per la redazione del Piano paesaggistico regionale del 2013, questo provvedimento rappresenta il secondo passo di un cambiamento di approccio nella pianificazione regionale che culminerà nella riforma urbanistica che dovrà affrontare anche il nodo del consumo di suolo nelle aree residenziali, il tema della invarianza agricola richiesto dal settore primario e quello della rigenerazione urbana e del suolo".

"In questa legislatura - conclude Lauri - la maggioranza ha scelto la cooperazione fra istituzioni, quella della copianificazione tra Stato e Regione, dopo che per anni - ed è questo il grado forte di discontinuità che voglio sottolineare - nelle due legislature precedenti si era insistito su un governo del territorio che di fatto prescindeva dal contesto paesaggistico, e da grandi questioni come quella del consumo del suolo, ma che aveva la pretesa di costruire, in un secondo tempo, quello del confronto con lo Stato, la propria valenza paesaggistica. Una strada di pesante infrastrutturazione del territorio, una infrastrutturazione 'a prescindere' che paradossalmente è finita su un binario a bassa velocità, se non proprio su un binario morto".