AR: Sibau, mobilità autonoma anche per chi ha difficoltà motorie
(ACON) Trieste, 11 set - COM/AB - "Il diritto alla mobilità
autonoma e indipendente deve essere garantito a tutti, anche ai
cittadini con difficoltà motorie, siano essi anziani o
diversamente abili".
Il consigliere regionale Giuseppe Sibau (AR), sempre sensibile
alle istanze che provengono dai cittadini e, in particolare,
dalle fasce più deboli della società, interviene in merito al
problema da più parti segnalato dell'inaccessibilità dei mezzi
pubblici per le persone anziane con difficoltà deambulatorie e
per i disabili.
"La società sta cambiando e noi, sostiene il consigliere di
Autonomia Responsabile, dobbiamo essere in grado di rispondere
alle rinnovate esigenze di una comunità caratterizzata da un
forte tasso di invecchiamento. Il peso della popolazione con più
di 65 anni nella nostra Regione è tra i più alti in Italia, con
una percentuale elevata di 85enni che necessitano di una rete di
sostegno consistente e di interventi per garantire loro una vita
quanto più indipendente possibile. Abbiamo inoltre quasi 10.000
disabili certificati in regione che hanno esigenze particolari
che non possono essere trascurate. Per queste persone i mezzi
pubblici spesso rappresentano l'unico modo per vivere una vita in
maniera autonoma e indipendente, ma anche un momento di svago ed
evasione a fronte delle limitazioni dovute all'età".
A fronte di alcune segnalazioni di utenti, Sibau ha presentato
un'interrogazione all'assessore competente per avere un quadro
dettagliato della situazione inerente la fruibilità delle
facilitazioni di accesso sui mezzi pubblici regionali e la loro
effettiva attivazione da parte del personale competente.
"Se i mezzi pubblici diventano inaccessibili perché sprovvisti di
strumenti facilitatori, quali ad esempio pedane, per permettere
l'accesso alle persone con difficoltà motorie, anche senza sedia
a rotelle o perché, pur essendo equipaggiati con tali sistemi,
non vengono messi in funzione per inerzia o disattenzione del
personale del servizio pubblico locale, neghiamo a queste persone
un diritto fondamentale e li priviamo della possibilità di
muoversi autonomamente per assolvere alle loro necessità
quotidiane".
"La Regione, conclude Sibau, deve fare la sua parte come garante
dei diritti delle fasce più deboli affinché questi siano
rispettati nel concreto e non solo sulla carta; si intervenga,
dove necessario, per sensibilizzare i gestori e il personale del
trasporto pubblico locale all'attivazione di tutte le misure atte
a permettere l'accesso a tutti i cittadini, indipendentemente
dalle loro condizioni fisiche."