Ncd: Colautti, su modifiche statuto prevaricazioni del sen Russo
(ACON) Trieste, 11 set - "Sicuramente - dichiara il capogruppo
Ncd in Consiglio regionale Alessandro Colautti - il senatore
Russo, sconosciuto ai più, è riuscito a balzare all'onore delle
cronache grazie a un suo solitario atto di puro egoismo
personale. In ogni caso il problema di fondo non cambia: il peso
dell'atto del senatore Russo va valutato nel concreto".
Il riferimento è all'emendamento sull'Area metropolitana
presentato dal senatore Russo al progetto di legge che contiene
modifiche dello statuto della Regione FVG, questione ampiamente
dibattuta in settimana proprio in Consiglio regionale.
"Innanzitutto - precisa Colautti - giustificare la sua azione sul
documento Ocse di 15 anni fa o su recenti studi universitari non
giustifica il suo operato solitario. Anzi, se voleva o riteneva
la sua una posizione interessante o solo utile per la Regione
avrebbe potuto, prima almeno condividere la linea nel suo
partito, e poi chiedere di essere sentito dal Consiglio regionale
affinché si potesse aprire un dibattito libero e franco con tutte
le realtà regionali".
"In secondo luogo - spiega Colautti - ha la responsabilità
personale di aver trattato la specialità della Regione, quindi i
suoi cittadini ancorché i suoi rappresentanti e le sue
istituzioni, come uno straccio senza valore, non comprendendo che
la specialità nasce, si regge e si è sviluppata proprio grazie al
policentrismo e dall'equilibrio dello stare assieme di più
territori, diversi per storia, lingua e cultura e che nel lontano
1963 concordemente intrapresero una strada di sviluppo e di
crescita comune, che ha creato finora benessere per tutti i suoi
cittadini, ma basata su regole comuni condivise. È ovvio che la
Città metropolitana cambia radicalmente l'assetto condiviso da
tutti dato alla nostra regione, quindi ne deriva un indebolimento
dell'intero equilibrio istituzionale".
"In terzo luogo - continua Colautti - non aver capito le ragioni
della specialità, gli permette di liquidare l'attività del
Consiglio regionale come qualcosa di assolutamente inutile, una
perdita di tempo 'per una mozione che giuridicamente non ha molto
valore'. Siamo all'apice dell'arroganza. Aggravata dal fatto che
utilizza interventi di noti professori universitari che segnalano
da tempo la debolezza intrinseca del regionalismo italiano,
compreso quello speciale, a fronte di un nuovo centralismo
statale per giustificare la 'sua violenza e la sua arroganza'.
Vuole appalesarsi quale paladino della specialità: la Città
metropolitana è un bene per la regione, a priori, naturalmente
perché è un suo pensiero e la sua volontà. Purché si tratti della
sua visione di specialità, da lui solo modificabile
indipendentemente dal pensiero dell'istituzione preposta a
gestirla. Decisamente un bel coraggio o una gran furbizia".
"Infine - conclude Colautti - non possiamo che considerare come
singole azioni di singoli soggetti in un Palamento decisamente
disattento non possano non avere gravi ripercussioni sul futuro
della nostra specialità in generale e del regionalismo italiano
in generale. Certamente, però, è venuto il momento di modificare
la procedura di revisione dello statuto attraverso la previsione
dell'intesa con il Consiglio regionale, altrimenti sarà tutto
inutile".