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Mercoledì 16/9 a Tolmezzo tavola rotonda con Garante diritti detenuti

13.09.2015
17:08
(ACON)Trieste, 13 set - MPB - Nell'ambito del convegno "Comunità, giustizia e politiche di inclusione sociale: legati da legami" che si svolgerà mercoledì 16 settembre a Tolmezzo a partire dalle 14.30 nella sala convegni della Comunità Montana della Carnia, è programmata - con inizio alle 17.00 - una tavola rotonda dedicata ad analizzare le sinergie tra giustizia e comunità, valutando gli aspetti di innovazione e le prospettive, e che sarà moderata dal Garante regionale per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Pino Roveredo. A parlare ci saranno il magistrato di sorveglianza Mariangela Cunial e il direttore della Casa Circondariale di Tolmezzo Silvia della Branca con Cristina Selmi dell'UEPE provveditorato del Triveneto e con Marco Panzeri, sostituto procuratore della Procura del Tribunale di Udine.

L'iniziativa, pensata, organizzata e promossa all'interno di un tavolo di lavoro del Piano di Zona della Carnia dedicato all'educazione/riabilitazione per detenuti ed ex detenuti e alla promozione della legalità specie nei confronti dei giovani, comprende altri due momenti di approfondimento: uno di confronto con le politiche di inclusione sociale, che muoverà dalla lectio magistralis dell'ex magistrato Gherardo Colombo, cui parteciparanno gli assessori Bolzonello, Panariti e Telesca; l'altro imperniato a sviluppare con diversi soggetti i significati di accoglienza, partecipazione e inclusione sociale.

Il convegno vuole essere una opportunità per ragionare sul tema della giustizia e la implicazione nei progetti dei territori passando attraverso una riflessione attorno agli strumenti di integrazione tra le politiche che favoriscono il declinarsi della giustizia nelle e con le comunità.

Il riordino della giustizia, cui l'evento si ispira, si propone infatti di superare un modello di detenzione caratterizzato da passività e segregazione puntando a costruire percorsi di rieducazione finalizzati a un inserimento sociale che riduca il rischio di recidiva. Questa impostazione - oltre a rivedere l'organizzazione della giornata detentiva - presuppone di potenziare le misure alternative al carcere come tappe di un percorso di inclusione.