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IV Comm: illustrata pdl sicurezza lavori in quota

15.09.2015
12:28
(ACON) Trieste, 15 set - RCM - Roberto Novelli e tutti gli altri consiglieri di Forza Italia, ma anche Moretti e Boem (Pd), Lauri (Sel), Edera (Cittadini), nonché Cargnelutti (Ncd), Barillari (Misto), Revelant con Santarossa e Sibau (AR), hanno presentato alla IV Commissione consiliare presieduta da Vittorino Boem una proposta di legge sulla sicurezza dei lavori edili svolti in quota e la prevenzione dei relativi infortuni conseguenti alle cadute dall'alto.

Il testo, oggi solo illustrato, sarà esaminato dopodomani (giovedì 17 settembre) al pomeriggio e nasce da una precedente proposta di Novelli, poi ritirata alla luce di quanto emerso da una serie di audizioni e riscritta registrando i consensi di quasi tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale.

In Friuli Venezia Giulia - ha detto Novelli - il 49% degli infortuni mortali ha come causa la caduta dall'alto, che avviene durante lavori alle coperture, in fase di costruzione o installazioni di impianti sui tetti.

L'Eurispes - ha aggiunto il primo firmatario - stima che la riduzione del numero di infortuni sul lavoro genererebbe un risparmio economico che, nell'ipotesi di diminuzione dell'1% del loro numero, sarebbe di 438 milioni di euro, di quasi 2,2 miliardi di euro con una diminuzione del 5% e di ben 4,4 miliardi di euro nel caso diminuissero del 10%. Ecco che risulta fondamentale assumere idonee misure di prevenzione e protezione, come il sistema di accesso per raggiungere la copertura, le zone di transito sulla stessa, i dispositivi di protezione contro le cadute dall'alto. Altrettanto importante anche a fini preventivi è un'adeguata organizzazione del lavoro (chi fa cosa, chi controlla, come e cosa controlla) e una puntuale formazione e informazione dei lavoratori.

Per favorire l'adozione di idonee misure di prevenzione contro le cadute dall'alto, molte Regioni (ad esempio Veneto, Toscana, Liguria) hanno adottato provvedimenti regolamentari che forniscono precise indicazioni circa gli apprestamenti da predisporre negli edifici per l'accesso, il transito e l'esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza. Con la presente proposta di legge - ha spiegato Novelli - si intende introdurre anche in Friuli Venezia Giulia una disciplina che definisca le misure preventive e protettive da adottare nella progettazione e realizzazione di interventi edilizi, riferiti a nuove costruzioni o a edifici esistenti, per garantire la migliore sicurezza contro le cadute dall'alto nei successivi lavori di manutenzione sulla copertura.

L'obiettivo del provvedimento, che ha un'applicazione assolutamente definita - così ancora Novelli -, è far realizzare/adeguare gli edifici con sistemi permanenti e sicuri di accesso e di trattenuta, per poter eseguire in sicurezza opere di manutenzione edile o di installazione/manutenzione impiantistica sulla copertura.

Alla domanda di rilascio del permesso di costruire, alla denuncia di inizio attività o alla comunicazione prevista nei casi di edilizia libera, andrà allegata la documentazione tecnica riportante le misure adottate in relazione al percorso di accesso alla copertura, all'accesso alla copertura, al transito e all'esecuzione dei lavori sulla copertura o, in caso di impossibilità tecnica alla realizzazione delle opere suddette, una relazione a firma di tecnico abilitato che attesti le condizioni ostative ad adottare le misure successivamente indicate.

A conclusione dei lavori il committente dovrà consegnare all'Ente concedente la documentazione attestante la corretta adozione ed esecuzione delle misure di sicurezza, preventive e protettive, previste dalla presente legge. Si propongono, poi, adeguate misure sanzionatorie in applicazione delle quali, nel rispetto di quanto già previste dalla legislazione statale, la mancata presentazione della relazione tecnica e della planimetria costituisce condizione ostativa al rilascio del titolo autorizzativo ovvero all'inizio dei lavori. La mancata presentazione, nell'ipotesi di interventi di nuova realizzazione, dei documenti e certificati da redigere e completare in corso d'opera e comunque entro la fine dei lavori, costituisce causa ostativa al rilascio del certificato di abitabilità o agibilità.

Da segnalare, infine, la previsione relativa all'attività di formazione e previsione da realizzare anche con il coinvolgimento delle associazioni di categoria interessate dai lavori in quota.

Per garantire una maggior efficacia del provvedimento - ha chiosato il consigliere -, questi andrà accompagnato da una puntuale campagna informativa.

Un dubbio sollevato, in chiusura, da Cristian Sergo (M5S) è andato alla tempistica, troppo lunga e lenta, delle verifiche del rispetto delle norme di sicurezza. Ora che si passa dalla segnalazione agli uffici competenti ai controlli - ha detto -, passano così tanti giorni che gli operai possono tranquillamente aver finito il lavoro.

(immagini tv)