III Comm: audizione Comune Latisana su Punto nascita (2)
(ACON) Trieste, 16 set - RCM - Dopo Palmanova, è stata la volta
del sindaco di Latisana e dei suoi capigruppo ad essere ascoltati
sul Punto nascita (Pn) della loro cittadina.
Salvatore Benigno ha subito precisato che i numeri si fanno
leggere, da una parte ma anche dall'altra. La questione dei parti
più o meno di 500 è solo una degli elementi, ma l'analisi deve
andare oltre le statistiche; si devono fare anche ragionamenti di
esigenze di territorio e andare oltre le logiche di campanile. A
livello regionale, ad esempio, i parti cesarei sono tutti al di
sotto dei numeri minimi nazionali, e San Vito, Tolmezzo e San
Giorgio hanno elementi mancanti per garantire i parametri
previsti per la sicurezza, eppure nessuno sta parlando della loro
chiusura. E l'attenzione per le emergenze dell'area lignanese non
è vero che si limita al periodo estivo. Non da ultimo, le logiche
dei dirigenti di Azienda non devono influenzare le decisioni
della politica.
Se è poi vero che la III Commissione non decide perché lo fa la
Giunta - ha pungolato il sindaco -, può e deve fare un'attività
ispettiva di controllo sulle decisioni dell'Esecutivo regionale.
Non è vero - ha attaccato Benigno - che la chiusura di Gorizia ha
portato parti a Palmanova, perché i 2/3 sono finiti a Monfalcone.
Da noi sono stati registrati 25 parti in più solo a settembre.
Quasi il 60% delle partorienti di Latisana risiedono in loco
mentre sono sotto il 50% a Palmanova, quindi il disagio maggiore
lo avrebbero le nostre concittadine. Anche come attività di
pediatria, noi abbiamo più 20% rispetto a Palmanova.
Quanto alla realtà turistica, il sindaco ha fatto presente che un
turista sceglie una zona di vacanza anche guardando all'offerta
sanitaria locale. Chiudere Latisana significherà una perdita
economica per la regione - ha garantito -, anche perché i
pazienti di Latisana non andranno mai a Palmanova, piuttosto
andranno a Portogruaro o a San Vito.
Quando si pensa alle emergenze, non si può non considerare i
problemi che si registrano lungo l'autostrada A4 e alle sue
chiusure, che questa estate sono state una ventina. Se la
viabilità è compromessa - ha chiesto -, come ci arriva una
partoriente in ospedale?
C'è incongruenza tra quanto scritto nel Piano regionale per
l'ospedale di Latisana e quanto si prospetta per il suo Pn se
venisse chiuso, perché mancherebbero delle figure fondamentali
per il nosocomio. Oltre al fatto che c'è un reparto nuovo, quello
materno-infantile, che continua a restare inutilizzato, con vero
spreco di risorse pubbliche. Inoltre è fondamentale che finché la
Regione non prenderà una decisione, le risorse dovranno essere
equamente divise tra i due Pn di Palmanova e Latisana, e non
agire per "pilotare" la Giunta nella sua decisione.
I capigruppo di centrodestra, Micaela Sette per prima, hanno
denunciato che se a Latisana non si è riusciti a coprire
determinati servizi sanitari non è stato per mancanza di volere,
ma per mancanza di risorse che invece sono state date agli altri
ospedali, Palmanova inclusa. Paghiamo lo scotto - hanno accusato
- di un depotenziamento avvenuto nel già a livello di Azienda
sanitaria rispetto a Palmanova.
Dal centrosinistra parole in favore del Pn di Latisana, definito
strategico non solo per la cittadina balneare ma in chiave
regionale. Il numero dei parti non è argomento dirimente nella
scelta che si farà, ma va considerata la prospettiva decisa a
livello regionale per la riforma sanitaria voluta per il
cittadino: non è pensabile lasciare la periferia sguarnita mentre
altrove la copertura è sovradimensionata.
Da ultimo, forte delle sue 250.000 presenze giornaliere nei mesi
estivi, il presidente Rotelli ha concesso la parola anche al
sindaco di Lignano, Luca Fanotto, che ha voluto solo precisare
che, se si fosse guardato solo ai numeri dell'anno scorso,
l'apertura del Pronto soccorso a Lignano in settembre non sarebbe
stata necessaria. Per fortuna la decisione è stata ritirata
dall'assessore Telesca dopo che è stato fatto presente che ci
sarebbe stato il raduno degli alpini (12 e 13 settembre) e i
Giochi della gioventù (19 e 20 settembre, 4.000 persone attese).
(segue)
(immagini tv)