III Comm: Punti nascita, i consiglieri e petizione pro Latisana (3)
(ACON) Trieste, 16 set - RCM - Dopo aver ascoltato sindaci e
capigruppo, Andrea Ussai ha affermato che i dati in possesso del
MoVimento 5 Stelle sono altri. Il Pn di Latisana già oggi è di
forte attrazione: 1/3 delle partorienti proviene da fuori FVG.
Analizzando i dati del 2014, con la chiusura del Pn di Latisana
il mancato introito da attrazione sarebbe di circa 1 milione di
euro; viceversa, con la soppressione della struttura di Palmanova
la perdita sarebbe di appena 50mila euro circa. A questo va
aggiunto il costo della fuga verso il Veneto, da quantificare. Da
dimostrare, invece, il risparmio di un'eventuale chiusura, dato
che i costi per i servizi alternativi non sono stati verificati.
Non si può prendere come unico punto di riferimento il numero dei
parti, ma vedere quanti i nati in FVG, di quanti Punti nascita
c'è bisogno, quali le esigenze per zone di territorio. Si deve
vedere l'accessibilità e non lasciare tre punti nascita in 20
chilometri e poi tutta un'area scoperta.
Che il presidente Rotelli e la maggioranza ci dicano cosa è stato
deciso per Latisana e Palmanova - ha affermato Riccardo Riccardi
(FI) - perché è compito di chi governa decidere e il
centrosinistra oggi governa. Dove sono assessore Telesca e
presidente Serracchiani? Avete una responsabilità politica della
legge di riforma della sanità che avete sostenuto, mentre noi in
Aula votavamo contro. Prendete una decisione - ha rimarcato
assieme al collega Roberto Novelli.
La politica - così Stefano Pustetto (Sel) - deve dare uguale
accessibilità e uguale servizio a ogni cittadino. È un elemento
di debolezza dire che c'è l'ospedale di Udine vicino. Chiedo si
faccia l'audizione del direttore generale della Aas n. 2,
Giovanni Pilati.
Per Mauro Travanut (Pd), si parlerebbe di urgenza se si fosse in
ritardo sull'apertura di una nuova struttura, non sulla sua
chiusura perché nel frattempo non si sta togliendo nulla ai
cittadini. E non si può scaricare tutto sui sindaci.
Di ragionamenti che devono uscire dai confini di ogni piccola
Azienda ma pensare in termini di bisogni regionali ha parlato
Silvana Cremaschi (Pd), magari anche guardando al Veneto
orientale dove, comunque, ha reso noto, su Portogruaro non c'è
certezza sull'apertura del Pn da ottobre.
Cristian Sergo (M5S) ha accusato la Giunta di aver deciso in due
mesi che un Pn doveva essere chiuso, ora in 10 mesi non ha ancora
stabilito quale. Si dice tanto che Latisana ha dei problemi, ma
intanto non la si chiude. E si evita di guardare ai dati degli
altri Pn, da cui emergerebbe che quello di Latisana non è il
peggiore.
Giovanni Barillari (Misto), che da medico porterebbe il numero
minimo dei parti a 2.000 (da quando il Portogallo lo ha fatto -
ha detto - è balzato al primo posto come numero minimo di morti
infantili), non capisce perché la perdita, per un ospedale, della
vocazione dell'emergenza debba essere considerata un
depauperamento del territorio. I numeri, poi, non sono
significativi perché si possono interpretare: Udine, ad esempio,
ha un numero più elevato di parti cesarei perché lì arrivano alti
numeri di casi difficili. Poiché Lignano si caratterizza per
turismo fatto di famiglie con bambini, allora bisogna puntare
alla guardia pediatrica più che a ostetricia. Attenzione perché
chiudendo Latisana diamo l'assist al Veneto, a cui già tanti si
rivolgono.
Se anche Valter Santarossa (AR) ha chiesto di essere riconvocati
alla presenza dell'assessore Telesca per sapere cosa ha deciso la
Giunta, Rotelli ha affermato di non ritenere che la Commissione
non possa camminare da sola senza essere accompagnata ogni passo
dall'Esecutivo regionale. I numeri servono ad amministrare, ma
certo non sono l'unica variabile. La scelta che sarà fatta non
deve e non sarà affrettata - ha concluso.
Prima di chiudere i lavori, la Commissione ha sentito una
delegazione della petizione "Per la tutela del Punto nascita e
del reparto di Pediatria dell'ospedale di Latisana", forte di
3.475 firme e consegnata in Consiglio regionale al presidente
Franco Iacop a maggio scorso con il sostegno dei pentastellati
Ussai, Sergo e Dal Zovo.
È sorto un comitato spontaneo, ha evidenziato la prima firmataria
Renata Zago, su libera iniziativa dei cittadini. Abbiamo
sintetizzato in dieci punti le ragioni che stanno alla base
dell'iniziativa, tra cui il fatto che d'estate Lignano diventa la
più grande città della regione, che va assicurato a tutti lo
stesso trattamento sanitario e la possibilità di avere un
ospedale alla medesima distanza, che i milioni di euro già
investiti in nuovi padiglioni a Latisana non devono andare
sprecati. E ancora: perché le scelte non devono salvaguardare
unicamente equilibri politici; perché insieme al Pn se ne
andrebbero anche il reparto di Pediatria (dove l'attività nel
2014 è stata di 4.558 prestazioni di visite urgenti di varia
gravità) e la Guardia medica pediatrica ora attiva 24 ore su 24;
perché i rimborsi delle prestazioni erogate ai veneti già ora
coprono interamente i costi del punto nascita e anche di altri
reparti.
Le donne adesso - ha evidenziato la Zago - sono messe in un
reparto con l'acqua che scende dal soffitto quando piove e a
fianco c'è un reparto nuovo, mai aperto. I cittadini si chiedono
il perché di queste cose. Chi deve decida - ha concluso -, ma il
decisore venga a spiegarci le sue scelte, abbiamo il diritto di
sapere.
La petizione, come da regolamento, finirà quanto prima
all'attenzione dell'Aula. Siamo consapevoli che i soldi devono
finire dove meglio servono - ha chiosato Rotelli rinnovando la
cautela che sarà presa da chi ha il potere/dovere decisionale.
(immagini tv)
(fine)