Pd-Ssk: Gabrovec su Trieste de facto già Comune metropolitano
(ACON)Trieste, 18 set - COM/MPB - Il consigliere regionale Igor
Gabrovec (Pd-Ssk) interviene nuovamente in merito alla questione
della città metropolitana evidenziando che "il Comune di Trieste
è de facto già metropolitano".
Così Gabrovec: "È curiosa la spinta d'accelerazione che ha avuto
la questione della città metropolitana di Trieste sulla scia di
una semplice polemica, certamente amplificata dai media, tra un
parlamentare triestino e il Consiglio regionale. In questo senso
sbaglia chi minimizza la questione del "metodo", considerato che
soltanto di metodo si è effettivamente parlato.
"E non ci si è posti, in Consiglio regionale, la domanda circa la
facoltà, questa si indiscutibile, del senatore di presentare un
qualsivoglia emendamento, che fosse condiviso o meno, quanto
dell'opportunità di ledere il principio di autonomia
dell'Assemblea regionale a Statuto speciale di
riscrivere-modificare il proprio documento fondante, in un certo
senso Carta Costituzionale del FVG.
"Non andrò qui a ipotizzare veri o presunti motivi che hanno
portato il senatore a tale scelta. Mi limito a leggere le
conseguenze che io vedo in un quanto mai inasprito dibattito tra
friulani e triestini. Una polemica giornaliera che ha riportato a
galla vecchi e nuovi rancori, aspettative tradite, mai sopite
ambizioni. Il tutto mi ricorda, non me ne voglia nessuno, una
lotta tra poveri, oppure la tipica diatriba tra i due litiganti,
dove in funzione di 'terzo' a spuntarle è chi per un morivo o per
l'altro, da Roma o da qualche sub-capitale del Nord avrebbe un
gran piacere a veder sforbiciate le prerogative delle Regioni
autonome, prima tra tutte forse proprio la nostra. Proseguiamo da
settimane a suon di sciabolate quando invece dovremmo fare trade
union, tutti assieme, possibilmente con chi, sui confini alpini,
condivide le nostre stesse preoccupazioni e ambisce agli stessi
obiettivi".
E passando al 'merito' della questione, vale a dire se istituire
o meno una o più città metropolitane nel FVG Gabrovec afferma:
"Anche qui non posso che spezzare un lancia a favore del
Consiglio regionale che, con una discussione ricca, articolata e
neanche troppo lunga, ha preso atto, seppur con rammarico, delle
modifiche non richieste e tuttavia approvate dalla Camera Alta
romana.
"Al contempo abbiamo riaffermato due cose importantissime. Primo:
le città metropolitane da noi si possono istituire fin dalla
legge regionale n°1 del 2006, che fissava già allora con
lungimiranza precisi paletti e condizioni anche a misura di
Trieste. Secondo: stando alle prerogative statutarie decidiamo
noi e solo noi - Consiglio regionale, triestini compresi. Se ne
deduce quindi che abbiamo assistito (e stiamo ancora assistendo)
a un dibattito sul nulla, su un qualcosa che si poteva fare
prima, si sarebbe potuto fare nei confini della proposta
originaria di modifica statutaria e si potrà fare, non di meno e
non di più, dopo la modifica voluta a Roma.
"E veniamo al dunque: stando al dispositivo delle legge regionale
1/2006 la città metropolitana nasce da uno o più comuni, purché
tocchino i 200.000 abitanti. Trieste quindi ci sta anche da sola.
Diciamolo più chiaramente: Trieste, se vuole, è già città
metropolitana. Con pregi e difetti compresi, con opportunità e
funzioni aggiuntive che possono venir trasferite dalla Regione e
dallo Stato: portualità, sviluppo industriale, collaborazione
transfrontaliera, etc.
"Che ne rimane degli altri, i Comuni che la circondano? Perché
questo è uno dei nodi principali, vale a dire come garantire i
necessari gradi di autonomia politica ed amministrativa ai comuni
per lo più perfettamente bilingui, nei quali la minoranza slovena
gode di precisi diritti e ruolo sanciti fin dai trattati
internazionali.
"Per dirla più in breve: come salvaguardare i piccoli comuni, di
per sè 'speciali', dal venir ingoiati da una città dieci volte
più grande?
"La risposta sta in parte nella stessa legge 1/2006 e in parte
negli statuti delle città metropolitane già istituite, quindi
tutto già scritto: i cinque Comuni, contraddistinti da continuità
territoriale o adagiati sullo stesso confine di stato possono
rimanerne fuori formando una UTI a sè stante che può
sottoscrivere convenzioni con il comune metropolitano,
anticipando le già più che preannunciate difficoltà operative che
si prospettano nell'UTI Giuliana così come disegnata. È altresì
vero che la legge non consente l'imposizione dell'adesione alla
città metropolitana per quei comuni che ritenessero non
conveniente o opportuno farne parte. E siamo a quelle che era
sostanzialmente una delle mie proposte iniziali: lasciamo le
città principali fuori dalle UTI. Soluzioni simili sono quindi
possibili in altre aree regionali con piccoli accorgimenti da
adottare alla recente legge di riforma, la 26/2014.
"Per concludere: tutto si può fare, anche a Trieste, purché si
parta dal riconoscere, considerare, condividere e rispettare le
peculiarità dei territori che andiamo a toccare, le diverse
sensibilità ed esigenze. A Trieste sono soprattutto legate alla
presenza storica e tutelata della minoranza slovena, che va
considerata per quel che è: non una rogna, bensì ricchezza e
valore aggiunto".