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Pd-Ssk: Gabrovec su Trieste de facto già Comune metropolitano

18.09.2015
11:42
(ACON)Trieste, 18 set - COM/MPB - Il consigliere regionale Igor Gabrovec (Pd-Ssk) interviene nuovamente in merito alla questione della città metropolitana evidenziando che "il Comune di Trieste è de facto già metropolitano".

Così Gabrovec: "È curiosa la spinta d'accelerazione che ha avuto la questione della città metropolitana di Trieste sulla scia di una semplice polemica, certamente amplificata dai media, tra un parlamentare triestino e il Consiglio regionale. In questo senso sbaglia chi minimizza la questione del "metodo", considerato che soltanto di metodo si è effettivamente parlato.

"E non ci si è posti, in Consiglio regionale, la domanda circa la facoltà, questa si indiscutibile, del senatore di presentare un qualsivoglia emendamento, che fosse condiviso o meno, quanto dell'opportunità di ledere il principio di autonomia dell'Assemblea regionale a Statuto speciale di riscrivere-modificare il proprio documento fondante, in un certo senso Carta Costituzionale del FVG.

"Non andrò qui a ipotizzare veri o presunti motivi che hanno portato il senatore a tale scelta. Mi limito a leggere le conseguenze che io vedo in un quanto mai inasprito dibattito tra friulani e triestini. Una polemica giornaliera che ha riportato a galla vecchi e nuovi rancori, aspettative tradite, mai sopite ambizioni. Il tutto mi ricorda, non me ne voglia nessuno, una lotta tra poveri, oppure la tipica diatriba tra i due litiganti, dove in funzione di 'terzo' a spuntarle è chi per un morivo o per l'altro, da Roma o da qualche sub-capitale del Nord avrebbe un gran piacere a veder sforbiciate le prerogative delle Regioni autonome, prima tra tutte forse proprio la nostra. Proseguiamo da settimane a suon di sciabolate quando invece dovremmo fare trade union, tutti assieme, possibilmente con chi, sui confini alpini, condivide le nostre stesse preoccupazioni e ambisce agli stessi obiettivi".

E passando al 'merito' della questione, vale a dire se istituire o meno una o più città metropolitane nel FVG Gabrovec afferma: "Anche qui non posso che spezzare un lancia a favore del Consiglio regionale che, con una discussione ricca, articolata e neanche troppo lunga, ha preso atto, seppur con rammarico, delle modifiche non richieste e tuttavia approvate dalla Camera Alta romana.

"Al contempo abbiamo riaffermato due cose importantissime. Primo: le città metropolitane da noi si possono istituire fin dalla legge regionale n°1 del 2006, che fissava già allora con lungimiranza precisi paletti e condizioni anche a misura di Trieste. Secondo: stando alle prerogative statutarie decidiamo noi e solo noi - Consiglio regionale, triestini compresi. Se ne deduce quindi che abbiamo assistito (e stiamo ancora assistendo) a un dibattito sul nulla, su un qualcosa che si poteva fare prima, si sarebbe potuto fare nei confini della proposta originaria di modifica statutaria e si potrà fare, non di meno e non di più, dopo la modifica voluta a Roma.

"E veniamo al dunque: stando al dispositivo delle legge regionale 1/2006 la città metropolitana nasce da uno o più comuni, purché tocchino i 200.000 abitanti. Trieste quindi ci sta anche da sola. Diciamolo più chiaramente: Trieste, se vuole, è già città metropolitana. Con pregi e difetti compresi, con opportunità e funzioni aggiuntive che possono venir trasferite dalla Regione e dallo Stato: portualità, sviluppo industriale, collaborazione transfrontaliera, etc.

"Che ne rimane degli altri, i Comuni che la circondano? Perché questo è uno dei nodi principali, vale a dire come garantire i necessari gradi di autonomia politica ed amministrativa ai comuni per lo più perfettamente bilingui, nei quali la minoranza slovena gode di precisi diritti e ruolo sanciti fin dai trattati internazionali.

"Per dirla più in breve: come salvaguardare i piccoli comuni, di per sè 'speciali', dal venir ingoiati da una città dieci volte più grande?

"La risposta sta in parte nella stessa legge 1/2006 e in parte negli statuti delle città metropolitane già istituite, quindi tutto già scritto: i cinque Comuni, contraddistinti da continuità territoriale o adagiati sullo stesso confine di stato possono rimanerne fuori formando una UTI a sè stante che può sottoscrivere convenzioni con il comune metropolitano, anticipando le già più che preannunciate difficoltà operative che si prospettano nell'UTI Giuliana così come disegnata. È altresì vero che la legge non consente l'imposizione dell'adesione alla città metropolitana per quei comuni che ritenessero non conveniente o opportuno farne parte. E siamo a quelle che era sostanzialmente una delle mie proposte iniziali: lasciamo le città principali fuori dalle UTI. Soluzioni simili sono quindi possibili in altre aree regionali con piccoli accorgimenti da adottare alla recente legge di riforma, la 26/2014.

"Per concludere: tutto si può fare, anche a Trieste, purché si parta dal riconoscere, considerare, condividere e rispettare le peculiarità dei territori che andiamo a toccare, le diverse sensibilità ed esigenze. A Trieste sono soprattutto legate alla presenza storica e tutelata della minoranza slovena, che va considerata per quel che è: non una rogna, bensì ricchezza e valore aggiunto".