FdI/AN-LN: mozione contro introduzione nelle scuole teoria gender
(ACON) Trieste, 18 set - COM/AB - Una mozione perché nelle
scuole non venga introdotta la teoria "gender", ma non solo:
anche perché venga rispettato il ruolo della famiglia e affinché
vengano sempre coinvolti i genitori e i loro enti rappresentativi
nei progetti educativi riguardanti affettività e sessualità.
Si potrebbe così sintetizzare il contenuto della mozione che i
due consiglieri regionali Luca Ciriani (FdI/An) e Barbara Zilli
(LN) hanno firmato e che presenteranno nei prossimi giorni in
Consiglio regionale.
Un documento per impegnare la Giunta affinché venga scongiurato
il rischio che nella scuola vengano introdotte ideologie
destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti,
quali la teoria "gender".
Considerato che "oggi più che mai ci troviamo di fronte a
un'emergenza educativa - si legge nella mozione - in particolare
per quanto riguarda tematiche relative all'affettività, in alcuni
caso purtroppo questa è diventata sinonimo di educazione alla
genitalità, priva di riferimenti etici e morali, discriminante
per la famiglia fatta da uomo e donna".
Infatti, dalla mozione emerge chiara la volontà di salvaguardare
la famiglia tradizionale: "Errate convinzioni - si legge -
vorrebbero equiparare ogni forma di unione e di famiglia e
giustificare e normalizzare qualsiasi comportamento sessuale e la
famiglia composta da una donna e da un uomo è vista quasi come
uno stereotipo da superare".
"Riconoscere la diversità tra uomo e donna non significa
discriminare - dice ancora la mozione - il vero e principio
dell'eguaglianza non nega l'esistenza delle differenze, non le
azzera, ma le accoglie e le valorizza in quanto portatrici di
ricchezza e complementarietà".
"Se da più parti genitori e associazioni esprimono la loro
preoccupazione, forse il rischio che la norma venga interpretata
è più fondato di quanto si pensi" dicono Zilli e Ciriani,
commentando la mozione e tornando su un tema caldissimo, discusso
anche nell'ultimo Consiglio regionale, che ha visto approvare a
maggioranza (Pd e M5s) un ordine del giorno teso ad aprire
all'attuazione del comma 16 del ddl Buona scuola.
Legge in cui viene espressamente detto che "Il piano triennale
dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari
opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado
l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della
violenza di genere e di tutte le discriminazioni".
"Il rischio che il passaggio venga mal interpretato c'è -
continuano Zilli e Ciriani - per questo è necessario scongiurare
l'insegnamento nelle scuole di teorie, come quella gender, che
altro non farebbero che mandare in confusione bambini e ragazzi
sulla loro identità sessuale".
"Va bene, anzi, è auspicabile che nelle scuole si insegni il
rispetto e l'accettazione delle diversità, per contrastare
atteggiamenti come l'omofobia, ma ricordiamoci - concludono - che
la spiegazione di certe tematiche così delicate è un compito che
non può e non deve essere demandato ed assunto dalla scuola, ma
deve rimanere in capo alla famiglia".