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AR: Revelant, patto di stabilità colpisce ancora i piccoli Comuni

25.09.2015
15:42
(ACON) Trieste, 25 set - COM/MPB - "È paradossale che lo Stato italiano non sia stato capace di arginare lo spopolamento della montagna e non abbia saputo dare risposta a criticità che oggi vengono al pettine, come il dissesto idrogeologico, l'assenza di opportunità lavorative in un contesto economico debolissimo o stagionale, e la costante riduzione di servizi essenziali".

"Siamo in assenza di una legge nazionale di riferimento adeguata e rivisitata (l'ultima risale al lontano 1994), e i successivi molteplici tentativi non sono andati oltre l'esame in Commissione o in un ramo del Parlamento, senza mai arrivare a un'approvazione definitiva. Ciò dimostra che, nei fatti, lo sviluppo della montagna si limita alle solite belle parole o intenzioni di circostanza. Se a ciò aggiungiamo la sciagurata scelta della Giunta Serracchiani, introdotta nella recente legge di riforma della finanza locale, di eliminare la deroga al rispetto del patto di stabilità per i comuni con popolazione inferiore ai 1000 abitanti, allora chiudiamo definitivamente il cerchio". A intervenire è il consigliere regionale di Autonomia Responsabile, Roberto Revelant, che anticipa un prossimo emendamento per riportare o addirittura innalzare la soglia per consentire alle Amministrazioni dei Comuni piccoli di appaltare i lavori per dare ossigeno alle imprese locali, già gravemente colpite da una crisi incessante. "Se non fosse vero sarebbe anche divertente - continua Revelant: nella Giunta Serracchiani c'è chi organizza convegni sulla semplificazione delle procedure sugli appalti e dall'altra chi, con un altro cavillo burocratico, pone il vincolo del patto di stabilità anche per i comuni sotto i 1000 abitanti che prima erano esonerati, quando allo stesso tempo sull'ormai pressante sollecito dell'Anci nazionale il Governo italiano sta addirittura cercando una soluzione per innalzare la soglia addirittura ai 5000 abitanti". "Di fronte a una riforma delle Uti che stenta a decollare, a una crisi economica dell'edilizia senza precedenti, la Giunta Serracchiani, tra l'altro con delega alla montagna, riesce a partorire anche questa assurdità di cui proprio non se ne sentiva il bisogno, ed è inevitabile che sindaci e imprese non possano che trarne un evidente ulteriore danneggiamento".