LN: Zilli, Piano emergenza lievita i costi e mette a rischio la salute
(ACON) Trieste, 5 ott - COM/AB - "Non iniziamo con il piede
giusto. Un Piano così ambizioso come quello
dell'emergenza/urgenza non può essere relegato a un mero ascolto
sommario di alcuni soggetti interessati, invitati all'ultimo
minuto".
Torna sull'argomento Barbara Zilli, consigliera regionale della
Lega Nord, al termine delle audizioni in III Commissione.
"Audizioni che, per altro, non hanno nemmeno coinvolto tutti i
soggetti - dice Zilli - dal momento che non era presente il
presidente del Cal e il Comitato a difesa dell'ospedale di
Cividale non è stato invitato".
Dopo la relazione dell'assessore Telesca e del direttore
Marcolongo, in cui sono stati esposti gli obiettivi strategici
del Piano, sono stati sentiti i soggetti interessati.
"Mi sento di condividere le criticità che sono state espresse -
dice Zilli. In complesso abbiamo di fronte un Piano che aumenta i
costi, per altro non ben identificati al suo interno, in cui non
si capisce se siano in capo alla Regione o alle singole aziende.
Anzi, a fronte dei maggiori costi sono ridotte le coperture sul
territorio, tagliando ambulanze laddove sarebbero necessarie,
come nelle zone montane delle province di Udine e Pordenone,
lasciando il territorio scoperto. Come si riuscirà a mantenere
gli standard di 20 minuti annunciati dal direttore Marcolongo?"
"Relativamente ai Punti di primo intervento - aggiunge Zilli -
come è stato espresso da alcune parti, permangono ancora molte
criticità. Diventeranno postazioni medicalizzate o rimarranno
Pronto soccorso? È uno scandalo che l'ospedale San Michele di
Gemona e il suo pronto soccorso - continua Zilli - struttura
all'avanguardia e interamente antisismica, diventi un semplice
ambulatorio-cronicario, come vorrebbe invece la riforma.
Continueremo a lottare per l'ospedale a fianco dei Comitati".
"In questo modo - conclude Zilli - la Regione dimostra di non
conoscere assolutamente il territorio che amministra, rivelandosi
dei dilettanti allo sbaraglio che mettono a rischio la salute dei
cittadini della montagna friulana".