Iacop: riforme, futuro delle Regioni, confronto nelle sedi opportune
(ACON) Trieste, 9 ott - MPB - All'indomani dell'accoglimento da
parte del Governo nazionale di un ordine del giorno, presentato
dal democratico Raffaele Ranucci durante il percorso di
approvazione a Palazzo Madama della riforma del Senato, con il
quale si impegna l'Esecutivo a presentare una riforma che preveda
la riduzione delle Regioni entro il 2016, il presidente
dell'Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, Franco
Iacop, anche in veste di coordinatore della Conferenza dei
Consigli regionali e delle Province autonome, esprime
preoccupazione e stupore per questa iniziativa che considera
decisamente affrettata, lamentando la mancanza di un preventivo
confronto con le Conferenze delle Regioni e dei Consigli
regionali.
Iacop, ricordando che il Governo ha accolto l'ordine del giorno
pur riformulandolo e prevedendo una apposita sessione di
revisione costituzionale sull'argomento, stigmatizza questa
frettolosità contraria all'esigenza di trasparenza necessaria per
affrontare una tale materia nelle sedi opportune con i diretti
interessati.
Questa iniziativa adombra la soddisfazione espressa ieri per il
passaggio dell'articolo 30 della riforma che prevede per le
Regioni la possibilità di accedere a ulteriori competenze con la
garanzia di un quadro stabile di finanza pubblica.
In quell'articolo emendato sono rientrate le osservazioni
sottoposte al Senato dalla Conferenza dei Consigli regionali
nelle ultime settimane - fa notare Iacop - realizzando una
compensazione della centralizzazione di alcune altre materie.
La questione introdotta dall'ordine del giorno - afferma ancora
Iacop - va affrontata nelle giuste sedi e con l'attenzione
necessaria. Più volte, tanto dal Friuli Venezia Giulia che da
altre Regioni, è stata evidenziata la necessità di un confronto
aperto e di una ampia condivisione sul futuro del regionalismo
italiano e in merito alla difesa e valorizzazione della
specialità regionale, e il Governo non può prescindere dal
rispetto di questa istanza discussa in condizioni di pari dignità
nel contradditorio e nella costruzione delle soluzioni.