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Iacop: riforme, futuro delle Regioni, confronto nelle sedi opportune

09.10.2015
15:50
(ACON) Trieste, 9 ott - MPB - All'indomani dell'accoglimento da parte del Governo nazionale di un ordine del giorno, presentato dal democratico Raffaele Ranucci durante il percorso di approvazione a Palazzo Madama della riforma del Senato, con il quale si impegna l'Esecutivo a presentare una riforma che preveda la riduzione delle Regioni entro il 2016, il presidente dell'Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, anche in veste di coordinatore della Conferenza dei Consigli regionali e delle Province autonome, esprime preoccupazione e stupore per questa iniziativa che considera decisamente affrettata, lamentando la mancanza di un preventivo confronto con le Conferenze delle Regioni e dei Consigli regionali. Iacop, ricordando che il Governo ha accolto l'ordine del giorno pur riformulandolo e prevedendo una apposita sessione di revisione costituzionale sull'argomento, stigmatizza questa frettolosità contraria all'esigenza di trasparenza necessaria per affrontare una tale materia nelle sedi opportune con i diretti interessati.

Questa iniziativa adombra la soddisfazione espressa ieri per il passaggio dell'articolo 30 della riforma che prevede per le Regioni la possibilità di accedere a ulteriori competenze con la garanzia di un quadro stabile di finanza pubblica.

In quell'articolo emendato sono rientrate le osservazioni sottoposte al Senato dalla Conferenza dei Consigli regionali nelle ultime settimane - fa notare Iacop - realizzando una compensazione della centralizzazione di alcune altre materie.

La questione introdotta dall'ordine del giorno - afferma ancora Iacop - va affrontata nelle giuste sedi e con l'attenzione necessaria. Più volte, tanto dal Friuli Venezia Giulia che da altre Regioni, è stata evidenziata la necessità di un confronto aperto e di una ampia condivisione sul futuro del regionalismo italiano e in merito alla difesa e valorizzazione della specialità regionale, e il Governo non può prescindere dal rispetto di questa istanza discussa in condizioni di pari dignità nel contradditorio e nella costruzione delle soluzioni.