AR: Revelant, Piano emergenza, alla Carnia poche caramelle
(ACON) Trieste, 13 ott - COM/MPB - "La maggioranza, lasciando
senza risposte molte criticità esposte e dimostrando ancora una
volta una incapacità all'ascolto e al confronto con i territori,
approva il Piano delle emergenze regionale con i soli voti del
Partito democratico, che di democratico oramai ha solo il nome, e
del gruppo dei Cittadini, in sostanza con la rappresentatività
inferiore a 2 persone su 10 aventi diritto al voto".
A intervenire è il consigliere regionale di Autonomia
Responsabile, Roberto Revelant, da mesi impegnato per la
salvaguardia e valorizzazione dei territori più deboli.
"Risposte insufficienti, o addirittura assenti, alle numerose
criticità evidenziate dei medici dirigenti sono state le vere
protagoniste della Commissione, da cui ci si aspettava ben altro
esito. Abbiamo capito - continua Revelant - che l'innovazione
cardine legata all'utilizzo dell'elisoccorso notturno fino alle
24.00 non è praticabile fin tanto che non vi sarà un adeguamento
delle elipiazzole, per il quale non sono state individuate ancora
le aree e non sono stati quantificati i costi, senza contare che
entro i 50 km dagli ospedali interessati è più opportuno
utilizzare l'ambulanza.
"Per non parlare poi del rispetto delle regole su cui si fonda il
Piano, che vede il soccorso entro i 18 minuti in area extraurbana
solo di giorno con l'implementazione delle ambulanze soprattutto
nelle valli della Carnia, mentre la notte la situazione sarà
addirittura peggiore dell'attuale e a pagare sarà nuovamente
l'area montana, in particolare Gemonese, Val Canale e Canal del
Ferro.
"Dopo i crolli del '76 per mano della natura il pronto soccorso e
l'area di emergenza del nosocomio gemonese, ricostruito nel
rispetto delle più moderne normative antisismiche, diventerà ora,
per mano della Giunta Serracchiani, un punto di primo intervento
e un garage per l'ambulanza. Spero di sbagliarmi ma temo che dai
tavoli della mancata concertazione territoriale e politica si
passerà sempre più ai tavoli dei tribunali, causa il tardivo
arrivo dei mezzi di soccorso.
"Infine - conclude Revelant - il dato più preoccupante: il
silenzio o, peggio ancora, la condivisione della riforma
sanitaria prima e del Piano dell'emergenza ora di alcuni sindaci
dell'Alto Friuli, Serracchiani-dipendenti, che non hanno ancora
valutato che il pronto soccorso gemonese vanta quasi 14.000
accessi l'anno, di cui solo 1/10 che accede attraverso la
chiamata del 118 con relativa uscita dell'ambulanza. Pensiamo
veramente che tutti gli altri 12.000 cittadini che arrivano con
mezzi propri andranno a Tolmezzo o si rivolgeranno anche a San
Daniele e Udine?"