Opposizioni criticano Piano emergenze e scelte della Giunta
(ACON) Udine, 16 ott - COM/MPB - Le opposizioni denunciano
l'inadeguatezza e l'iniquità del Piano delle emergenze, proprio
nel momento in cui la Giunta Regionale lo vara in via definitiva.
Barbara Zilli (LN), Luca Ciriani (FdI/AN), Riccardo Riccardi,
Rodolfo Ziberna, Roberto Novelli (FI), Andrea Ussai (M5s) e
Roberto Revelant (AR) contestano metodi e contenuti del Piano di
emergenza.
"Quello della difesa del diritto alla salute è un tema che ci
vede uniti - ha detto Barbara Zilli (LN) - e l'abbiamo dimostrato
anche con il nostro voto contrario in III Commissione. Discutiamo
un Piano che presenta gravi lacune, criticato aspramente da parte
dei comitati dei cittadini ma anche dagli addetti ai lavori. Come
può l'assessore Telesca andarne fiera? Prima ancora che nei
contenuti, il Piano è fallace nei metodi adottati per le scelte
organizzative di mezzi e uomini. Non abbiamo avuto neppure il
piacere di conoscere i calcoli sottesi alla nuova dislocazione
delle ambulanze sul territorio, per verificarne la correttezza. E
quindi non risultano rispettati gli standard internazionali di
percorrenza soprattutto per quanto riguarda l'ampia area montana
e pedemontana della nostra Regione che, si badi, conta un terzo
del territorio. La montagna è ancora fortemente penalizzata (non
è stata neppure considerata la proposta di rivedere il ruolo del
pronto soccorso di Gemona né accettata la minima richiesta di
assicurare anche di notte il servizio dell'ambulanza di
Chiusaforte) ed è una mancanza di rispetto che non siamo più
disposti ad accettare".
Riccardo Riccardi (Fi) si è soffermato soprattutto sugli standard
indicati dal decreto ministeriale 70 del 2015 che prevede 1 mezzo
di soccorso avanzato ogni 60mila abitanti e massimo ogni 350 kmq,
con un correttivo per le zone montane e svantaggiate. "Partendo
dal fatto che la spesa sanitaria regionale la paghiamo
direttamente noi cittadini - ha detto Riccardi - non si capisce
come mai in altre regioni ordinarie, in cui la spesa sanitaria è
nazionale, le misure prese per i Piani di emergenza si avvicinino
di più allo standard richiesto dal ministero rispetto alle
nostre". E riporta i dati delle Marche e dell'Emilia Romagna:
nelle Marche i mezzi di soccorso avanzato sono 1 ogni 303 kmq,
cioè 1 ogni 50.600 abitanti; in Fvg, secondo il nuovo Piano,
saranno 1 ogni 1.309 kmq cioè 1 ogni 20.5800 abitanti, ben
lontano secondo Riccardi dagli standard previsti a livello
ministeriale.
Anche Andrea Ussai (M5s) ha criticato duramente gli standard non
rispettati dalla Regione in riferimento sia al decreto 70, ma
anche per quanto riguarda le linee guida nazionali redatte dal
ministero. "Abbiamo proposto un piano alternativo alla Giunta,
aumentando il numero dei mezzi proprio per allinearci a quelli
che sono gli standard richiesti a livello nazionale. Il paradosso
è quello dell'ambulanza medicalizzabile - dice Ussai - non
prevista a livello nazionale, un escamotage che garantirebbe la
sicurezza del mezzo. Inoltre non è stato fatto un rapporto dei
costi/benefici del Piano: è stato approvato qualcosa che non
garantisce qualità e quantità e che aumenta i costi".
Roberto Revelant (AR) ha calcato la mano sulla situazione
dell'ospedale di Gemona, già affrontata da Zilli in apertura:
"Non è possibile chiudere il pronto soccorso di Gemona vista la
sua posizione all'interno del territorio pedemontano, né
prevedere un'ambulanza a Chiusaforte solo su 14 ore. Le istanze
dei cittadini non sono state proprio ascoltante. Sarebbe il caso
che la Giunta non pretendesse di avere la verità in tasca e di
risolvere i problemi con la bacchetta magica"
"Questa Giunta è brava solo a spostare il problema da un posto
all'altro o a rinviarlo - ha detto Rodolfo Ziberna (FI) - non è
possibile che la politica entri a gamba tesa in un settore
prettamente tecnico. L'esempio del mantenimento dello status quo
di Grado o la vicenda dell'automedica di Gorizia ne sono la
riprova".
Duro contro la chiusura dei piccoli ospedali anche Roberto
Novelli (Fi), secondo il quale il Piano è "l'ultimo tassello
nell'omicidio dell'ospedale di Cividale. Dopo la chiusura del
pronto soccorso, che diventerà Punto di primo intervento,
Cividale viene anche ulteriormente privata di un'ambulanza".
Anche la scelta dell'elisoccorso notturno è stata criticata. A
sostenere questa posizione Luca Ciriani (FdI/AN): "Raccontare ai
cittadini che volerà l'elisoccorso per sopperire alle ambulanze
soppresse significa falsificare la realtà, dal momento che invece
il volo notturno dell'elicottero è difficilissimo e non possibile
nelle zone montane. La montagna pordenonese è stata fortemente
penalizzata dal piano, al contrario di quello che dice Telesca. A
Maniago, nonostante la Regione avesse stipulato un accordo per
cui a fronte della perdita del pronto soccorso sarebbe rimasta
attiva una ambulanza medicalizzata h24, questo non è avvenuto.
Oltre a tradire le aspettative dei cittadini, questo penalizzerà
gli interventi del 118 nelle vallate pordenonesi, dove ci sarà il
serio rischio di non rispettare gli standard europei di soccorso".