M5S: Ussai, Piano emergenza, riforma inadeguata a standard nazionali
(ACON) Trieste, 16 ott - COM/MPB - "Il nuovo Piano
emergenza/urgenza è una riforma che non risponde in modo adeguato
agli standard nazionali, impone un costo aggiuntivo alla
collettività e non assicura i servizi minimi a tutti i cittadini
della regione".
Lo afferma il portavoce del M5S in Consiglio regionale Andrea
Ussai che analizza gli aspetti ritenuti più critici.
"A seguito della valutazione positiva espressa dalla III
Commissione consiliare regionale sul nuovo Piano
dell'emergenza/urgenza sanitaria, il MoVimento 5 Stelle vuole
prendere le distanze in modo netto da quella che reputa una
riforma che non solo non risponde in modo adeguato agli standard
nazionali, ma impone un costo aggiuntivo alla collettività senza
riuscire ad assicurare i servizi minimi, in termini di qualità e
di tempestività degli interventi, a tutti i cittadini della
regione.
"Le maggiori criticità riguardano soprattutto il soccorso
notturno (montano e non) e quello avanzato, cioè quello erogato
da un'equipe medico-infermieristica specialistica, che sarà
offerto solo in determinate aree e circostanze, andando quindi a
creare coperture sanitarie in emergenza-urgenza a macchia di
leopardo. Concetto questo che stride in modo particolare con la
norma costituzionale che prevede una sanità uguale per tutti. Ci
saranno quindi cittadini di serie A e di serie B. Situazione
questa non solo non accettabile, ma che il M5S, proponendo un
Piano dell'emergenza/urgenza alternativo, ha fortemente cercato
di eliminare, non ricevendo però la dovuta attenzione da parte
della maggioranza.
"Disattendere la normativa in materia di soccorso avanzato e
giocare sulla terminologia, non prevedendo ambulanze con il
medico a bordo ma solamente ambulanze medicalizzabili, per
individuare la dotazione di personale e mezzi, non solo mette in
pericolo l'adeguatezza del soccorso ai cittadini, ma pone
interrogativi sulla competenza e sulle finalità di chi ha
presentato questo piano che, perseguendo logiche di
autoreferenzialità e di bassa levatura sia scientifica che
strategica, ci sembra più attento al risparmio e alle logiche di
potere che ai diritti dei cittadini.
"La tanto sbandierata territorializzazione del paziente affetto
da patologie croniche, punto nevralgico della riforma sanitaria
regionale, trova un'evidente contraddizione nella riforma
dell'emergenza/urgenza che la Giunta Serracchiani si appresta a
varare. Il 60% delle richieste di soccorso che oggi pervengono
alle centrali operative del 118 riguardano i cosiddetti codici
bianchi e verdi, ovvero richieste non urgenti che dovrebbero
sostanzialmente essere trattate, in una grossa percentuale, a
livello territoriale e che invece vanno a intasare le sedi di
pronto soccorso. In questo modo, l'iperafflusso nei pronto
soccorso contribuisce alla possibilità di errore e al rischio di
eventi avversi per utenti e operatori. Il tutto, tra l'altro,
aumentando decisamente i costi di una sanità che già richiede
notevoli risorse.
"Demedicalizzando il sistema rispetto agli standard richiesti,
dando responsabilità non consone agli infermieri dell'emergenza,
aumentando il numero di ambulanze con soli soccorritori (non
professionisti) al posto di quelle con gli infermieri, si dà
un'evidente spinta all'ospedalizzazione piuttosto che alla
gestione territoriale.
"Evidentemente congestionare i pronto soccorso diventa utile, ma
per chi?
"La proposta che come M5S abbiamo presentato all'assessore e alla
Commissione prevedeva un volano positivo per la gestione
territoriale dei pazienti cronici e riacutizzati allo scopo di
ridurre, in associazione con il medico di medicina generale e ai
distretti, i ricoveri impropri con tutto ciò che ne consegue in
termini di riduzione del rischio e di spese non giustificabili.
"Su questi nodi nevralgici ma anche su altri piani di
valutazione, come per esempio il non adeguato inquadramento delle
competenze degli attori (professionisti e volontari) del sistema
dell'emergenza, le basi friabili su cui poggia l'estensione del
servizio di elisoccorso e la non adeguatezza dei punti di primo
intervento previsti, si fonda il parere negativo del M5S.
"Unica nota positiva il mantenimento, per quanto provvisorio,
dell'ambulanza a Grado, che però non risolleva la sorte di un
territorio Isontino che esce comunque penalizzato a causa del
taglio dell'automedica a Monfalcone.
"Questa classe politica è espressione di un modo di gestire la
cosa pubblica con logiche distanti dal cittadino e dai suoi
fabbisogni, e ancora una volta a farne le spese, in termini di
disservizio e aumento del rischio, saranno gli utenti e il
personale sanitario operante nella quotidianità".