M5S: Bianchi, passare al più presto a un software open source
(ACON) Trieste, 22 ott - COM/RCM - Sull'amministrazione
digitale, la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio
regionale Elena Bianchi ha le idee chiare: "La Giunta
Serracchiani non rispetta le direttive nazionali ed europee. La
Regione deve avviare subito un progetto complessivo di migrazione
a software open source che possano essere utilizzati diffusamente
e dalla stessa amministrazione regionale".
Così l'opinione della Bianchi, che sull'argomento ha depositato
un'interrogaizone all'Esecutivo: "Gli standard e i formati
aperti, affermatisi con Internet, sono un fenomeno in continua
evoluzione e sempre più diffuso. Solo puntando sull'open source è
possibile sfidare le multinazionali del settore, costringendole a
immettere sul mercato servizi adeguati a costi sempre più bassi.
"Per raggiungere questo obiettivo bisogna formare ex novo o
ricreare un gruppo di lavoro di esperti informatici interni
all'amministrazione e a Insiel, un gruppo aperto anche ad altri
portatori di interesse, primi fra tutti i cittadini. A suo tempo,
la Regione aveva addirittura istituito il Centro regionale
sull'Open Source Software (Cross) proprio per diffondere il
software libero nelle pubbliche amministrazioni e nelle piccole e
medie imprese. Tra le sue finalità c'era anche lo sviluppo di una
Community open source a livello regionale in linea con le
direttive nazionali ed europee. Purtroppo però del Cross si sono
perse le tracce.
"La sensazione è che in questo settore si stia perdendo terreno.
La Giunta Serracchiani dovrebbe invece rispettare l'articolo 68
del codice dell'amministrazione digitale, in base al quale le
pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o
parti di essi nel rispetto dei princìpi di economicità e di
efficienza, tutela degli investimenti, riuso e neutralità
tecnologica, a seguito di una valutazione comparativa di tipo
tecnico ed economico tra le soluzioni disponibili sul mercato,
fra cui il software libero, quello a codice sorgente aperto e
riutilizzo di software.
"D'altronde è ormai provato come le 'suite per ufficio open
source' presentino un numero inferiore di problemi legati alla
sicurezza, nel senso di vulnerabilità o esposizione agli attacchi
informatici.
"Per chi ancora non lo sapesse, il Comune di Udine ha già
sostituito il vecchio sistema operativo con un software open
source e, sulla scia di questa importante innovazione, ha anche
formato adeguatamente il proprio personale. E se lo ha fatto il
Comune di Udine, cosa aspetta la Regione a fare lo stesso?"