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M5S: Bianchi, passare al più presto a un software open source

22.10.2015
16:13
(ACON) Trieste, 22 ott - COM/RCM - Sull'amministrazione digitale, la portavoce del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale Elena Bianchi ha le idee chiare: "La Giunta Serracchiani non rispetta le direttive nazionali ed europee. La Regione deve avviare subito un progetto complessivo di migrazione a software open source che possano essere utilizzati diffusamente e dalla stessa amministrazione regionale".

Così l'opinione della Bianchi, che sull'argomento ha depositato un'interrogaizone all'Esecutivo: "Gli standard e i formati aperti, affermatisi con Internet, sono un fenomeno in continua evoluzione e sempre più diffuso. Solo puntando sull'open source è possibile sfidare le multinazionali del settore, costringendole a immettere sul mercato servizi adeguati a costi sempre più bassi.

"Per raggiungere questo obiettivo bisogna formare ex novo o ricreare un gruppo di lavoro di esperti informatici interni all'amministrazione e a Insiel, un gruppo aperto anche ad altri portatori di interesse, primi fra tutti i cittadini. A suo tempo, la Regione aveva addirittura istituito il Centro regionale sull'Open Source Software (Cross) proprio per diffondere il software libero nelle pubbliche amministrazioni e nelle piccole e medie imprese. Tra le sue finalità c'era anche lo sviluppo di una Community open source a livello regionale in linea con le direttive nazionali ed europee. Purtroppo però del Cross si sono perse le tracce.

"La sensazione è che in questo settore si stia perdendo terreno. La Giunta Serracchiani dovrebbe invece rispettare l'articolo 68 del codice dell'amministrazione digitale, in base al quale le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi nel rispetto dei princìpi di economicità e di efficienza, tutela degli investimenti, riuso e neutralità tecnologica, a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le soluzioni disponibili sul mercato, fra cui il software libero, quello a codice sorgente aperto e riutilizzo di software.

"D'altronde è ormai provato come le 'suite per ufficio open source' presentino un numero inferiore di problemi legati alla sicurezza, nel senso di vulnerabilità o esposizione agli attacchi informatici.

"Per chi ancora non lo sapesse, il Comune di Udine ha già sostituito il vecchio sistema operativo con un software open source e, sulla scia di questa importante innovazione, ha anche formato adeguatamente il proprio personale. E se lo ha fatto il Comune di Udine, cosa aspetta la Regione a fare lo stesso?"