CR: riduzione numero regioni, dibattito (10)
(ACON) Trieste, 27 ott - AB - Per come sta uscendo - questa
l'opinione di Vittorino Boem (Pd) - il nuovo Titolo V della
Costituzione non riduce ma conferma le specialità regionali. È
logico che la guardia va tenuta alta, ma bisogna anche
considerare che il dibattito sul regionalismo, come su altri
argomenti, si inserisce nella volontà di cercare strade migliori
per aumentare efficienza ed efficacia dell'azione pubblica.
A Wall Street a New York un display aggiorna in tempo reale il
debito pubblico USA: mi piacerebbe che avvenisse anche da noi in
Italia, dal momento che sta aumentando nel silenzio generale e
che a Roma stiamo costruendo una legge di stabilità fatta per
metà proprio dal debito pubblico. Il monito è giunto da Roberto
Dipiazza (AR) che, dopo aver messo in evidenza come il FVG sia
invece esempio di lungimiranza e di buon governo, proprio per
queste sue caratteristiche potrebbe proporre soluzioni
istituzionali interessanti come Friuli e Trieste Città
metropolitana.
Le terre perdute, i confini mobili non servono a giustificare la
specialità: le minoranze linguistiche ne sono invece uno dei
cardini. A sostenerlo, Igor Gabrovec (Pd-Ssk), che ha lamentato
come dalla ripartizione dei seggi nel nuovo Senato non si tenga
conto di questo aspetto del FVG e che ha invitato a trovare
alleati locali nella difesa della specialità, perché a livello
parlamentare, in modo trasversale, vi è un preoccupante ritorno
al neo-centralismo.
Di federalismo non si parla più, e nemmeno di sussidiarietà,
quando invece sarebbe questa l'unica strada da percorrere per
dare risposte di efficacia ed efficienza nell'azione pubblica. Lo
ha affermato Barbara Zilli (LN), che ha criticato una stagione
politica dove chiunque si permette di dire e fare qualsiasi cosa,
abbia un fondamento giuridico o no, all'interno della quale
l'ordine del giorno Ranucci e il suo accoglimento da parte del
Governo sono fatti di assoluta gravità.
(segue)