CR: riduzione numero Regioni, dibattito (12)
(ACON) Trieste, 27 ott - MPB - Analizzando la riforma del
Titolo V della Costituzione che fa salve le Regioni speciali, si
è soffermato sui contenuti delle norme transitorie Giulio Lauri,
capogruppo di Sel, per dire che esse sono un atto di difesa della
specialità più forte dell'odg, e sarebbe sbagliato non tenerne
conto, anche se la preoccupazione c'è, dato che fino a questo
momento c'è stato uno stile centralista. Ci sono ricette diverse
per difendere la specialità, e per questa maggioranza significa
cercare di fare meglio degli altri, per esempio nel gestire la
sanità o gli enti locali, e nel mettere in moto le riforme.
Per Renzo Tondo, capogruppo di Autonomia Responsabile, è la prima
volta che ci si trova di fronte a atti concreti e conoscendo la
determinazione del ministro Boschi la preoccupazione c'è. Contro
i temi di attacco quelli di difesa sono sempre gli stessi, e se è
sempre più difficile farla vuol dire che non basta più dire le
stesse cose a fronte di un cambiamento epocale. Siamo di fronte a
un tentativo neocentralistico, al disegno di demolizione dei
poteri locali: non è più sufficiente alzare la bandiera, bisogna
disegnare qualcosa di nuovo e andare all'attacco, considerando
l'impegno sul livello istituzionale e la trattativa riguardante
il residuo fiscale, e amministrando bene ciò che ci compete.
L'ordine del giorno presentato dalle opposizioni prevede che ci
sia un organismo che si metta a lavorare su questi punti e
auspico che ci sia l'unità di il Consiglio regionale.
"Dobbiamo capire a chi dobbiamo credere: al capogruppo del Pd
alla Camera, Ettore Rosato, che ha sostanzialmente prefigurato
l'istituzione delle macroregioni, oppure alle rassicurazioni
della presidente Serracchiani, la quale ha garantito che il
Friuli Venezia Giulia manterrà la sua autonomia?" Così il
capogruppo dei Forza Italia Riccardo Riccardi, per il quale già
con la riforma del Titolo V abbiamo intuito che questo governo
non mira a esaltare la nostra autonomia. Poi, con l'ordine del
giorno fatto proprio dallo stesso Esecutivo sulle macroregioni,
ci siamo trovati davanti a una prova, più che a un indizio. "Sia
chiaro - ha detto ancora Riccardi - che ogni partito ha degli
esponenti nazionali più o meno autorevoli che in qualche modo
attaccano la stessa esistenza della nostra regione. Per quel che
mi riguarda se all'interno di Forza Italia dovesse emergere a
livello romano una certa linea, come quella ad esempio di
costituire delle aree regionali che corrispondono ai collegi
elettorali delle europee, io non esiterei un attimo - conclude -
a mettere in discussione la mia stessa presenza all'interno del
partito".
Ultimo a intervenire Diego Moretti, capogruppo del Partito
democratico, che ripercorrendo molte citazioni emerse nel
dibattito ha invitato a stare ai fatti, i quali - oltre alle
legittime preoccupazioni - sono le modifiche al Titolo V che
confermano le Regioni a statuto speciale, e che l'esercizio della
specialità si fa aggiornando la Regione ed essendo virtuosi nelle
competenze, dimezzando il debito, disegnando una nuova
architettura istituzionale, rinnovando nel Titolo V l'obbligo
dell'intesa; nella necessaria unitarietà della nostra regione e
nella policentricità spesso richiamata, è giusto tenere la
guardia alta, ma non avere la sindrome da accerchiamento, e
continuare con le idee che unitariamente in questo Consiglio
abbiamo portato avanti. Nessuna competenza è sottratta: dobbiamo
essere coerenti con le cose dette, abbiamo una sottocommissione
che ha portato avanti le istanze, chiedo che questo ordine del
giorno non sia votato dal Consiglio regionale, ma che la
sottocommissione porti avanti la sintesi di questo dibattito.
(segue)