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CR: riduzione numero Regioni, dibattito (12)

27.10.2015
19:21
(ACON) Trieste, 27 ott - MPB - Analizzando la riforma del Titolo V della Costituzione che fa salve le Regioni speciali, si è soffermato sui contenuti delle norme transitorie Giulio Lauri, capogruppo di Sel, per dire che esse sono un atto di difesa della specialità più forte dell'odg, e sarebbe sbagliato non tenerne conto, anche se la preoccupazione c'è, dato che fino a questo momento c'è stato uno stile centralista. Ci sono ricette diverse per difendere la specialità, e per questa maggioranza significa cercare di fare meglio degli altri, per esempio nel gestire la sanità o gli enti locali, e nel mettere in moto le riforme.

Per Renzo Tondo, capogruppo di Autonomia Responsabile, è la prima volta che ci si trova di fronte a atti concreti e conoscendo la determinazione del ministro Boschi la preoccupazione c'è. Contro i temi di attacco quelli di difesa sono sempre gli stessi, e se è sempre più difficile farla vuol dire che non basta più dire le stesse cose a fronte di un cambiamento epocale. Siamo di fronte a un tentativo neocentralistico, al disegno di demolizione dei poteri locali: non è più sufficiente alzare la bandiera, bisogna disegnare qualcosa di nuovo e andare all'attacco, considerando l'impegno sul livello istituzionale e la trattativa riguardante il residuo fiscale, e amministrando bene ciò che ci compete. L'ordine del giorno presentato dalle opposizioni prevede che ci sia un organismo che si metta a lavorare su questi punti e auspico che ci sia l'unità di il Consiglio regionale.

"Dobbiamo capire a chi dobbiamo credere: al capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, che ha sostanzialmente prefigurato l'istituzione delle macroregioni, oppure alle rassicurazioni della presidente Serracchiani, la quale ha garantito che il Friuli Venezia Giulia manterrà la sua autonomia?" Così il capogruppo dei Forza Italia Riccardo Riccardi, per il quale già con la riforma del Titolo V abbiamo intuito che questo governo non mira a esaltare la nostra autonomia. Poi, con l'ordine del giorno fatto proprio dallo stesso Esecutivo sulle macroregioni, ci siamo trovati davanti a una prova, più che a un indizio. "Sia chiaro - ha detto ancora Riccardi - che ogni partito ha degli esponenti nazionali più o meno autorevoli che in qualche modo attaccano la stessa esistenza della nostra regione. Per quel che mi riguarda se all'interno di Forza Italia dovesse emergere a livello romano una certa linea, come quella ad esempio di costituire delle aree regionali che corrispondono ai collegi elettorali delle europee, io non esiterei un attimo - conclude - a mettere in discussione la mia stessa presenza all'interno del partito".

Ultimo a intervenire Diego Moretti, capogruppo del Partito democratico, che ripercorrendo molte citazioni emerse nel dibattito ha invitato a stare ai fatti, i quali - oltre alle legittime preoccupazioni - sono le modifiche al Titolo V che confermano le Regioni a statuto speciale, e che l'esercizio della specialità si fa aggiornando la Regione ed essendo virtuosi nelle competenze, dimezzando il debito, disegnando una nuova architettura istituzionale, rinnovando nel Titolo V l'obbligo dell'intesa; nella necessaria unitarietà della nostra regione e nella policentricità spesso richiamata, è giusto tenere la guardia alta, ma non avere la sindrome da accerchiamento, e continuare con le idee che unitariamente in questo Consiglio abbiamo portato avanti. Nessuna competenza è sottratta: dobbiamo essere coerenti con le cose dette, abbiamo una sottocommissione che ha portato avanti le istanze, chiedo che questo ordine del giorno non sia votato dal Consiglio regionale, ma che la sottocommissione porti avanti la sintesi di questo dibattito.

(segue)