CR: pdl stranieri immigrati, relatore Codega (3)
(ACON) Trieste, 28 ott - MPB - All'attenzione dell'Aula la
proposta di legge n.99, contenente norme per l'integrazione
sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri immigrati,
presentata dai consiglieri regionali del Pd insieme con i
colleghi del Gruppo consiliare di Sel e con il capogruppo dei
Cittadini, Pietro Paviotti.
Per Franco Codega, primo relatore di maggioranza, oltre che primo
firmatario della proposta di legge, il fenomeno
dell'immigrazione, per numeri, continuità nel tempo, impatto
culturale e sociale con le nostre comunità, ha una dimensione
epocale; tanto più che negli ultimi mesi al problema immigrazione
si è aggiunta e spesso sovrapposta la questione profughi, una
emergenza spesso trattata in modo disinvolto tale da determinare
nell'opinione pubblica un allarme che non ha motivo di esistere.
Così il relatore ha precisato che questa proposta intende normare
le relazioni, i rapporti, le opportunità culturali e sociali dei
cittadini stranieri immigrati presenti nel nostro territorio per
garantire una loro integrazione con e nelle nostre comunità.
Un'integrazione che è sinonimo di sicurezza sociale per loro come
per i cittadini italiani.
Codega ha ricordato la legge votata dal Consiglio nel 2005,
abrogata dall'amministrazione successiva nel 2008 cui hanno fatto
seguito anni di norme e di disposizioni, soprattutto in
riferimento all'accesso al welfare, molte della quali censurate
dal Governo prima e dalla Corte costituzionale poi, tanto che fu
necessario abrogarle o modificarle. Nel frattempo andò
consolidandosi su diverse tematiche, un intervento di tipo
amministrativo articolato - il Programma annuale - che di fatto
garantiva interventi significativi per governare il fenomeno.
Crediamo - ha detto - sia giunto il momento di intervenire in
maniera organica con la proposta di una legge che copra l'intero
settore che interessa la vita di 108mila persone che abitano e
vivono nel nostro territorio e che evidenziano esigenze
specifiche nel campo del lavoro, della scuola, dei servizi
sociali, dell'identità culturale e religiosa. Non ci si può
limitare a intervenire con atti amministrativi, senza indicare
formalmente una linea di indirizzo generale sul senso e le
modalità della loro partecipazione alla vita civile e
sociale della nostra società. Peraltro - ha sottolineato ancora
Codega - una legge esprime sul piano politico e al massimo
livello il volto pubblico di un'Amministrazione regionale, e come
essa intenda tradurre in regole e atti gli ideali di giustizia e
di progresso che costituiscono l'essenza della sua identità
politica.
Il relatore ha anche risposto all'obiezione circa il fatto che
gran parte delle prestazioni ora indicate siano già previste e
attuate nell'ambito del Programma annuale e che pertanto una
legge in materia non sia necessaria, evidenziando invece che
inserire dei provvedimenti amministrativi in un contesto organico
normativo di riferimento risponde a una logica di trasparenza di
una amministrazione che interviene sul piano operativo, perché lo
ritiene necessario, senza temere i contraccolpi politici o
addirittura elettorali. Quanto al fatto di mettere risorse per
persone straniere quando mancano risorse per gli italiani in
situazione di fragilità, Codega ha ricordato che a favore di
tutti i cittadini della regione c'è l'intero bilancio della
regione (6 miliardi e 700 milioni di euro) e 400 milioni solo per
la protezione sociale delle persone più deboli: se 2 euro
all'anno per abitante della regione vengono destinati a questo
scopo non si stanno trascurando gli altri compiti di carattere
sociale; inoltre, parte dei servizi attivati con questa proposta
di legge sono a disposizione anche per gli italiani in
difficoltà.
Al proposito, la sottolineatura di Codega è che investire per una
convivenza serena e proficua tra i tutti i cittadini della
regione non è investire per una parte, per il benessere e lo
sviluppo dell'intera comunità, che comprende tutti, italiani e
stranieri. Il compito delle regioni in questo campo è quanto mai
vasto dovendo assicurare nei luoghi di vita l'accesso alle
prestazioni sociali, al lavoro, agli alloggi, all'istruzione, ad
assicurare cioè tutto quello che è necessario per la conduzione
di una vita quotidiana normale.
Da qui la necessità di intervenire, tanto più che il Friuli
Venezia Giulia è, con il Molise, l'unica regione a non averlo
finora fatto. E riportando molti dati Codega ha evidenziato che
la presenza di questi nuovi cittadini si configura a tutti gli
effetti come una risorsa per l'intera comunità regionale.
Le scelte che proponiamo - ha quindi concluso ricordando il lungo
e partecipato iter di eleborazione del testo - non sono
all'insegna di una logica meramente solidale o assistenziale, ma
si iscrivono nell'ambito di una visione ampia dello sviluppo
economico e sociale di questa regione. Remare contro, evocare
paure e dubbi, agitare inquietudini e timori verso il nuovo e il
diverso, significa andare a ritroso nel cammino della storia.
(immagini tv)
(segue)