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CR: pdl stranieri immigrati, relatore Pustetto (4)

28.10.2015
13:28
(ACON) Trieste, 28 ott - MPB - Per Stefano Pustetto (Sel), secondo relatore di maggioranza, il fenomeno dell'immigrazione - fonte di risorse ma anche di tensioni sociali - è sempre esistito e i flussi migratori sono destinati a crescere e a cambiare la vita quotidiana di tutti gli europei: l'Italia si è dotata di leggi che permettessero di affrontare in modo democratico questo fenomeno - ha sottolineato, ricordando la legge Turco-Napolitano (la n.40/1998), con la quale le Regioni sono diventate il perno delle politiche di integrazione degli immigrati, ma anche che alle leggi non sempre ha fatto seguito un effettivo impegno sul piano della programmazione delle politiche, come è successo al FVG che per anni non ha adottato atti di programmazione in materia di integrazione degli immigrati e che nella scorsa legislatura, nel 2008, è stata cancellata la legge regionale 5/2005 che ottemperava a quanto richiesto dalla normativa statale dando risposta concreta al problema migratorio.

In più, per Pustetto è grave confondere ad arte, per trarne un vantaggio politico, il tema dei migranti con quello così attuale dei richiedenti asilo, che fuggono dalle guerre e che in base a trattati internazionali, peraltro sottoscritti anche dall'Italia, invocano il diritto di asilo.

Diversa la realtà degli immigrati, che Pustetto riassume con alcuni dati in parte già ricordati dal relatore Codega : i 108.000 extracomunitari presenti in FVG contribuiscono con il loro lavoro ad arricchire la nostra Regione perché a fronte dei 170 milioni di euro versati di tasse (IRPEF, IVA), cui vanno aggiunti i 180 milioni di contributi previdenziali all'INPS, usufruiscono in minima parte della nostra sanità e non godono di nessuna forma pensionistica perché mediamente giovani e sani. Considerato anche che le rimesse in patria raggiungono i 60 milioni di euro, cifra che supera di gran lunga quanto versato dalla Regione per la cooperazione internazionale, il vero "aiuto a casa loro" se lo danno da soli.

L'ostilità etnica, il razzismo e il risentimento collegati in gran parte alla percezione di pericolo per le proprie radici culturali tradizionali si possono affrontare con una politica chiara, che combini con oculatezza l'immigrazione temporanea e quella permanente, che riesca a bilanciare i contributi sociali degli immigrati per il Paese ospite e i costi sociali che la loro presenza comporta.

La proposta di legge n. 99 si colloca nel solco di una corretta ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni per cui a queste ultime è consentito disciplinare in materia di diritti e doveri degli immigrati negli ambiti riservati alla loro competenza residua, ovvero la gestione dei processi di integrazione dei soggetti stranieri, sia per quanto riguarda l'inserimento nel mercato del lavoro sia negli altri ambiti della vita sociale.

Così, questa norma va a regolamentare una situazione esistente, agendo in maniera organica con linee di indirizzo certe dando dignità giuridica a interventi finora messi a punto nell'ambito dei Piani annuali di azione per l'immigrazione attuati per il tramite di appositi fondi regionali o attraverso progetti e fondi europei.

Il passaggio legislativo, perciò - avverte in conclusione Pustetto - non è un di più, una sovrastruttura di cui si poteva anche fare a meno. Sancire per legge e non per prassi diritti e doveri dei migranti, ma anche delle istituzioni, evidenziare i percorsi burocratici da seguire, dare un ruolo certo alle associazioni e alla Consulta è un atto fondamentale per ridurre i conflitti e la tensione sociale che una volta sfuggiti di mano non solo sono pericolosi, ma anche difficili da spegnere.

(immagini tv)

(segue)