M5S: Dal Zovo, verificare fondali canale Valentinis a Monfalcone
(ACON) Trieste, 29 ott - COM/AB - In riferimento allo
sversamento nel canale Valentinis, a Monfalcone, di limo misto a
carbone proveniente dalla centrale A2a, dobbiamo ricordare che le
condizioni meteorologiche che hanno provocato la presenza in mare
di una chiazza di oltre 30 metri quadrati si manifestano con
sempre maggiore frequenza. In quel giorno, 14 ottobre, sono
caduti 82,2 mm di pioggia.
A metterlo in evidenza è la portavoce del MoVimento 5 Stelle in
Consiglio regionale Ilaria Dal Zovo, che aggiunge.
Non è la prima volta che piove a dirotto. Abbiamo controllato sul
sito dell'Osmer e, sempre per fare qualche esempio, nel novembre
2014 ci sono state due giornate nelle quali i millimetri caduti
sono stati addirittura superiori: 99 il 5 novembre e 90 il 6
novembre. In altri casi le precipitazioni sono state minori, ma
comunque abbondanti. Sorge dunque una domanda: è la prima volta
che succede uno sversamento o è stato un caso fortunato che sia
stato prontamente segnalato? Ricordiamo che è come dire che su
una porzione di 1 metro quadrato sono caduti 99 litri d'acqua.
A2a, Capitaneria di Porto e la stessa Arpa - secondo quanto
abbiamo letto sui quotidiani - garantiscono che non ci sono state
falle strutturali e definiscono l'evento eccezionale, limitato
nell'estensione e dissolto nell'arco di un ora. Il carbone, però,
non si dissolve nell'acqua, sprofonda depositandosi sul fondale.
Chiederemo quindi, con un nuovo atto, che venga eseguita
un'indagine sui fondali, in modo da capire se ci potranno essere
sviluppi negativi in seguito a questo evento e possibili altri,
già avvenuti.
Il cambiamento climatico e la tropicalizzazione del clima,
provocati in gran parte dall'uso delle fonti energetiche fossili,
rende quasi normale fenomeni di pioggia battente e l'anno passato
è stato uno dei più piovosi degli ultimi cento. Qualcuno non
crederà mica che nei prossimi anni la situazione sia destinata a
migliorare.
Episodi come questi si sono già verificati a Brindisi nel 2013,
quando però Arpa Regione Puglia aveva dichiarato l'esatto
contrario. In quell'occasione Arpa Puglia aveva affermato quanto
segue: "Nello scenario ambientale, il carbone è divenuto l'uomo
nero della storia e, in Italia, sono molte le acque contaminate
da carbone. A rilevare la drammatica situazione è l'Arpa (Agenzia
regionale protezione ambiente) di Brindisi, in Puglia, che ha
confermato la contaminazione dell'acqua provocata dalla centrale
a carbone Federico II dell'Enel". La centrale a carbone Enel di
Brindisi, stando a diversi comunicati sulle analisi effettuate
dall'Arpa, non solo inquina aria e terra, ma l'allagamento della
trincea del nastro che trasporta il carbone ha causato uno
sversamento di polveri di carbone che hanno raggiunto il mare
vicino alla centrale. L'Arpa ha dato ordine di bloccare le
idrovore che erano al lavoro per liberare il nastro trasportatore
dall'acqua delle piogge dei giorni passati. Il motivo? L'acqua è
contaminata da carbone e ad affermarlo è proprio l'Arpa.
Le polveri di carbone rappresentano un rischio per l'ambiente e
per la salute, basti pensare agli Ipa (Idrocarburi policiclici
aromatici) che caratterizzano la parte organica delle polveri,
all'arsenico e al mercurio che caratterizzano la componente
minerale delle polveri di carbone. In mare gli inquinanti si
diffondono con estrema facilità, depositandosi sul fondo e
restando in sospensione e, con altrettanta facilità, entrano
nella catena alimentare; a causa delle loro proprietà tossiche,
anche cancerogene, mutagene e teratogene, causano danni diretti
alle specie marine e arrivano sulle nostre tavole. Inoltre,
possono provocare un abbassamento della concentrazione di
ossigeno nell'acqua, operando da filtro per la luce e
intorpidendo l'acqua.
Quindi ci chiediamo se si sia verificato o meno un danno
ambientale. Vorremmo maggior chiarezza su questo episodio, da
parte di Arpa sicuramente, ma anche da parte della stessa
centrale termoelettrica. Si procederà quindi a un'analisi dei
fondali per esser certi che nel canale Valentinis non si siano
verificati danni ambientali?
Fidarsi della parola del responsabile della centrale A2a è
giusto, ma fidarsi dopo opportune verifiche dei fondali è
doveroso per la tutela del mare e dei suoi abitanti.