News


FI: Ziberna, dopo scossa terremoto controlli italiani a Krsko

01.11.2015
15:45
(ACON) Trieste, 1 nov - COM/AB - La scossa tellurica di magnitudo di 4.8 Richter che si è scatenata il primo di novembre al confine tra la Slovenia e la Croazia, a 3 chilometri da Podbocje, cittadina che si trova a soli 13 chilometri dalla centrale nucleare di Krsko, ha riproposto con drammatica evidenza e urgenza la sicurezza di questa centrale. E' ora di dire basta e di pretendere dal Governo sloveno estrema chiarezza, appellandoci alle istituzioni internazionali, visto che la Slovenia ha ampiamente dimostrato di non voler rendere noti i rischi e le condizioni della centrale. L'intervento è del vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, che aggiunge.

Da trent'anni la vita della centrale nucleare di Krsko è costellata di incidenti, più o meno gravi, mentre il Governo sloveno rimane sempre reticente sulle sue reali condizioni di rischio. Non posso che rappresentare la preoccupazione della nostra popolazione per la vicinanza dell'impianto (139 km da Trieste e km 146 da Gorizia), anche perché uno studio svolto dall'Istituto francese sulla sicurezza nucleare, commissionato e subito secretato proprio dalla società che gestisce la centrale, in funzione del progetto di raddoppio della medesima, avrebbe evidenziato, secondo quanto riportato dalla stampa, un elevato rischio sismico nella zona di Krsko, perciò con parere contrario all'insediamento di una nuova centrale adiacente.

Ecco perché ci preoccupa il forte movimento tellurico del primo di novembre, che non è affatto isolato perché tutti noi ricordiamo quanto ci avesse preoccupato quello del 22 aprile dello scorso anno, con epicentro a 150 chilometri dalla centrale, sulle cui conseguenze subite o che avrebbe potuto subire le autorità slovene nuovamente non hanno voluto fornire informazioni. Ciò ci preoccupa ancor di più se si considera che da tempo esiste il progetto, inserito nel Piano energetico della Repubblica di Slovenia, di costruire accanto all'esistente centrale da 690 MW (entrata in funzione nel 1983), una nuova da 1.600 MW. Prima di questa scossa ultimi, ma solo in ordine di tempo, erano stati i non meglio precisati danni di natura meccanica ad alcune barre di carburante nucleare contenute in tre elementi di combustibile del reattore, durante i lavori di manutenzione nell'ottobre del 2013, considerati da John H. Large, fra i massimi esperti mondiali di tecnologia nucleare, un problema molto serio. Ecco le ragioni - così ancora Ziberna - per cui avevo presentato, insieme ad altri quindici colleghi dell'opposizione, una mozione consiliare per impegnare la Giunta regionale a farsi parte attiva, nei confronti delle autorità nazionali e slovene, per pretendere una presenza qualificata anche di esperti italiani nel Comitato scientifico (o soggetto analogo) della centrale di Krsko, in grado di valutarne il rischio attraverso l'acquisizione, dall'ente gestore e da istituti scientifici, di ogni informazione utile, anche da condividere con la popolazione della nostra regione affinché possa assumere piena consapevolezza della reale situazione e degli eventuali rischi che essa corre. E' passata ormai l'ora in cui chiedevamo senza avere risposta. Ora l'incolumità e la sicurezza dei nostri cittadini pretendono che questa Giunta regionale finalmente agisca intervenendo presso istituzioni internazionali per chiedere documentazione e controlli immediati e applicazione di sanzioni laddove il Governo sloveno continuasse a celare il rischio per la nostra popolazione.