FI: Ziberna, dopo scossa terremoto controlli italiani a Krsko
(ACON) Trieste, 1 nov - COM/AB - La scossa tellurica di
magnitudo di 4.8 Richter che si è scatenata il primo di novembre
al confine tra la Slovenia e la Croazia, a 3 chilometri da
Podbocje, cittadina che si trova a soli 13 chilometri dalla
centrale nucleare di Krsko, ha riproposto con drammatica evidenza
e urgenza la sicurezza di questa centrale. E' ora di dire basta e
di pretendere dal Governo sloveno estrema chiarezza, appellandoci
alle istituzioni internazionali, visto che la Slovenia ha
ampiamente dimostrato di non voler rendere noti i rischi e le
condizioni della centrale.
L'intervento è del vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio
regionale, Rodolfo Ziberna, che aggiunge.
Da trent'anni la vita della centrale nucleare di Krsko è
costellata di incidenti, più o meno gravi, mentre il Governo
sloveno rimane sempre reticente sulle sue reali condizioni di
rischio. Non posso che rappresentare la preoccupazione della
nostra popolazione per la vicinanza dell'impianto (139 km da
Trieste e km 146 da Gorizia), anche perché uno studio svolto
dall'Istituto francese sulla sicurezza nucleare, commissionato e
subito secretato proprio dalla società che gestisce la centrale,
in funzione del progetto di raddoppio della medesima, avrebbe
evidenziato, secondo quanto riportato dalla stampa, un elevato
rischio sismico nella zona di Krsko, perciò con parere contrario
all'insediamento di una nuova centrale adiacente.
Ecco perché ci preoccupa il forte movimento tellurico del primo
di novembre, che non è affatto isolato perché tutti noi
ricordiamo quanto ci avesse preoccupato quello del 22 aprile
dello scorso anno, con epicentro a 150 chilometri dalla centrale,
sulle cui conseguenze subite o che avrebbe potuto subire le
autorità slovene nuovamente non hanno voluto fornire
informazioni. Ciò ci preoccupa ancor di più se si considera che
da tempo esiste il progetto, inserito nel Piano energetico della
Repubblica di Slovenia, di costruire accanto all'esistente
centrale da 690 MW (entrata in funzione nel 1983), una nuova da
1.600 MW.
Prima di questa scossa ultimi, ma solo in ordine di tempo, erano
stati i non meglio precisati danni di natura meccanica ad alcune
barre di carburante nucleare contenute in tre elementi di
combustibile del reattore, durante i lavori di manutenzione
nell'ottobre del 2013, considerati da John H. Large, fra i
massimi esperti mondiali di tecnologia nucleare, un problema
molto serio.
Ecco le ragioni - così ancora Ziberna - per cui avevo presentato,
insieme ad altri quindici colleghi dell'opposizione, una mozione
consiliare per impegnare la Giunta regionale a farsi parte
attiva, nei confronti delle autorità nazionali e slovene, per
pretendere una presenza qualificata anche di esperti italiani nel
Comitato scientifico (o soggetto analogo) della centrale di
Krsko, in grado di valutarne il rischio attraverso
l'acquisizione, dall'ente gestore e da istituti scientifici, di
ogni informazione utile, anche da condividere con la popolazione
della nostra regione affinché possa assumere piena consapevolezza
della reale situazione e degli eventuali rischi che essa corre.
E' passata ormai l'ora in cui chiedevamo senza avere risposta.
Ora l'incolumità e la sicurezza dei nostri cittadini pretendono
che questa Giunta regionale finalmente agisca intervenendo presso
istituzioni internazionali per chiedere documentazione e
controlli immediati e applicazione di sanzioni laddove il Governo
sloveno continuasse a celare il rischio per la nostra popolazione.