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FI: Novelli, ore di lavoro dei dipendenti della Aas n. 5

06.11.2015
10:45
(ACON) Trieste, 6 nov - COM/RCM - "I dipendenti dell'Azienda per l'assistenza sanitaria n. 5 Friuli Occidentale dovranno restituire le ore mancanti date dalla differenza dell'orario di lavoro tra il contratto collettivo nazionale e l'accordo integrativo regionale con una retroattività di dieci anni. Su quale presupposto giuridico si fonda questa decisione presa dai vertici aziendali senza nessuna comunicazione ufficiale ai sindacati?"

A porre il quesito, il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli in una interrogazione alla Giunta Serracchiani: "Dal Nursind di Pordenone e dalla Federazione sindacati indipendenti si apprende che nel 2001 la direzione generale dell'Aas Friuli Occidentale, le Rsu e tutte le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo integrativo aziendale nel quale è prevista la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore settimanali in luogo delle 36 previste dal contratto nazionale (articolo 26, comma 1, del 7/4/1999), comparto sanità, per i dipendenti afferenti al dipartimento di laboratorio.

"L'accordo si fonda su quanto previsto dall'articolo 27 dello stesso Ccnl, che riguarda una riduzione dell'orario per il personale adibito a più turni.

"Da alcune fonti risulta che il 9 ottobre scorso, in occasione di un'assemblea organizzata dall'amministrazione aziendale con i dipendenti di alcuni dipartimenti di laboratorio dell'Aas n. 5, sarebbe stata comunicata l'intenzione di avviare per ogni dipendente la procedura di recupero riferito agli ultimi dieci anni della differenza tra le 36 ore di lavoro settimanale previste dal contratto nazionale e le 35 contenute nell'accordo aziendale. In pratica, ogni dipendente dovrebbe recuperare un'ora alla settimana che equivale a 520 ore/dipendente, pari a circa 8.000 euro.

"Tale procedura (che sarebbe conseguente a una direttiva offerta per vie brevi dal direttore centrale della Direzione competente) dovrebbe essere realizzata ai fini di una razionalizzazione delle risorse economiche nonché organizzative, in quanto, secondo i vertici aziendali, si configurerebbe un danno erariale.

"Visto che le direzioni generali, precedenti all'attuale, hanno aderito alla disciplina contrattuale prevista dall'articolo 27 del Ccnl (riduzione dell'orario), nella suddetta ipotesi prospettata dalla direzione ora in carica vi sarebbero a carico delle direzioni precedenti indubbi profili di responsabilità organizzativa e di controllo contabile (fino a prospettare un possibile danno erariale nei loro confronti) nell'applicazione dell'accordo integrativo aziendale.

"Oltretutto, sicuramente l'accordo integrativo in parola è stato oggetto di valutazione anche da parte degli organi di verifica e controllo preposti (Nucleo di valutazione aziendale) e, per quanto riferito, l'amministrazione non ha avviato nessuna procedura d'informazione nei confronti dei soggetti sindacali firmatari dell'accordo che ne sono venuti a conoscenza per vie informali.

"Se i fatti sopra riportati risultassero corretti, chiedo all'Amministrazione regionale se non ritiene censurabile il comportamento dei vertici aziendali che non hanno provveduto ad alcuna informazione di disdetta dell'accordo integrativo aziendale adottato dalla direzione dell'Aas n. 5 nei confronti delle organizzazioni sindacali e delle Rsu e quali sono i presupposti giuridici per richiedere a ciascun dipendente la restituzione delle ore ritenute mancanti per una retroattività di dieci anni, a fronte di un accordo aziendale al quale, peraltro, i dipendenti stessi sono stati costretti ad attenersi, pena incorrere a sanzioni correlate a responsabilità disciplinare.

"Considerato, oltretutto, che il recupero delle ore richieste a ciascun dipendente corrisponde, di fatto, ad un danno patrimoniale (danno erariale) subito dall'Aas n.5, si chiede per quale motivo l'attuale amministrazione aziendale non abbia avviato immediatamente e senza alcun indugio la procedura di ristoro di quanto dovuto a ciascuna direzione generale, precedente ed attuale, riproporzionando il danno quantificato per il tempo di ciascun incarico.

"Ancora, l'amministrazione regionale non ritiene che l'eventuale responsabilità dirigenziale sia stata scientemente occultata in spregio alla dignità dei lavoratori, per quanto concerne la richiesta del ristoro del danno esclusivamente a loro, e dei soggetti sindacali, in quanto soggetti firmatari dell'accordo integrativo aziendale, negando, di fatto, parte del loro ruolo.

"Ritengo infine che, in ossequio al principio di trasparenza, sarebbe necessario anche informare la competente Procura della Corte dei conti."