FI: Novelli, ore di lavoro dei dipendenti della Aas n. 5
(ACON) Trieste, 6 nov - COM/RCM - "I dipendenti dell'Azienda
per l'assistenza sanitaria n. 5 Friuli Occidentale dovranno
restituire le ore mancanti date dalla differenza dell'orario di
lavoro tra il contratto collettivo nazionale e l'accordo
integrativo regionale con una retroattività di dieci anni. Su
quale presupposto giuridico si fonda questa decisione presa dai
vertici aziendali senza nessuna comunicazione ufficiale ai
sindacati?"
A porre il quesito, il consigliere regionale di Forza Italia
Roberto Novelli in una interrogazione alla Giunta Serracchiani:
"Dal Nursind di Pordenone e dalla Federazione sindacati
indipendenti si apprende che nel 2001 la direzione generale
dell'Aas Friuli Occidentale, le Rsu e tutte le organizzazioni
sindacali hanno sottoscritto un accordo integrativo aziendale nel
quale è prevista la riduzione dell'orario di lavoro a 35 ore
settimanali in luogo delle 36 previste dal contratto nazionale
(articolo 26, comma 1, del 7/4/1999), comparto sanità, per i
dipendenti afferenti al dipartimento di laboratorio.
"L'accordo si fonda su quanto previsto dall'articolo 27 dello
stesso Ccnl, che riguarda una riduzione dell'orario per il
personale adibito a più turni.
"Da alcune fonti risulta che il 9 ottobre scorso, in occasione di
un'assemblea organizzata dall'amministrazione aziendale con i
dipendenti di alcuni dipartimenti di laboratorio dell'Aas n. 5,
sarebbe stata comunicata l'intenzione di avviare per ogni
dipendente la procedura di recupero riferito agli ultimi dieci
anni della differenza tra le 36 ore di lavoro settimanale
previste dal contratto nazionale e le 35 contenute nell'accordo
aziendale. In pratica, ogni dipendente dovrebbe recuperare un'ora
alla settimana che equivale a 520 ore/dipendente, pari a circa
8.000 euro.
"Tale procedura (che sarebbe conseguente a una direttiva offerta
per vie brevi dal direttore centrale della Direzione competente)
dovrebbe essere realizzata ai fini di una razionalizzazione delle
risorse economiche nonché organizzative, in quanto, secondo i
vertici aziendali, si configurerebbe un danno erariale.
"Visto che le direzioni generali, precedenti all'attuale, hanno
aderito alla disciplina contrattuale prevista dall'articolo 27
del Ccnl (riduzione dell'orario), nella suddetta ipotesi
prospettata dalla direzione ora in carica vi sarebbero a carico
delle direzioni precedenti indubbi profili di responsabilità
organizzativa e di controllo contabile (fino a prospettare un
possibile danno erariale nei loro confronti) nell'applicazione
dell'accordo integrativo aziendale.
"Oltretutto, sicuramente l'accordo integrativo in parola è stato
oggetto di valutazione anche da parte degli organi di verifica e
controllo preposti (Nucleo di valutazione aziendale) e, per
quanto riferito, l'amministrazione non ha avviato nessuna
procedura d'informazione nei confronti dei soggetti sindacali
firmatari dell'accordo che ne sono venuti a conoscenza per vie
informali.
"Se i fatti sopra riportati risultassero corretti, chiedo
all'Amministrazione regionale se non ritiene censurabile il
comportamento dei vertici aziendali che non hanno provveduto ad
alcuna informazione di disdetta dell'accordo integrativo
aziendale adottato dalla direzione dell'Aas n. 5 nei confronti
delle organizzazioni sindacali e delle Rsu e quali sono i
presupposti giuridici per richiedere a ciascun dipendente la
restituzione delle ore ritenute mancanti per una retroattività di
dieci anni, a fronte di un accordo aziendale al quale, peraltro,
i dipendenti stessi sono stati costretti ad attenersi, pena
incorrere a sanzioni correlate a responsabilità disciplinare.
"Considerato, oltretutto, che il recupero delle ore richieste a
ciascun dipendente corrisponde, di fatto, ad un danno
patrimoniale (danno erariale) subito dall'Aas n.5, si chiede per
quale motivo l'attuale amministrazione aziendale non abbia
avviato immediatamente e senza alcun indugio la procedura di
ristoro di quanto dovuto a ciascuna direzione generale,
precedente ed attuale, riproporzionando il danno quantificato per
il tempo di ciascun incarico.
"Ancora, l'amministrazione regionale non ritiene che l'eventuale
responsabilità dirigenziale sia stata scientemente occultata in
spregio alla dignità dei lavoratori, per quanto concerne la
richiesta del ristoro del danno esclusivamente a loro, e dei
soggetti sindacali, in quanto soggetti firmatari dell'accordo
integrativo aziendale, negando, di fatto, parte del loro ruolo.
"Ritengo infine che, in ossequio al principio di trasparenza,
sarebbe necessario anche informare la competente Procura della
Corte dei conti."