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FI: Ziberna, incentivare il telelavoro

09.11.2015
09:37
(ACON) Trieste, 9 nov - COM/AB - Il contratto collettivo regionale di lavoro del personale del comparto unico non dirigente all'articolo 7 disciplina l'istituto del telelavoro, che consente di svolgere un'attività professionale non necessariamente da un ufficio pubblico, ma da altri luoghi, tra cui la propria abitazione. Questa forma di lavoro può essere applicata a lavoratori che si siano dichiarati disponibili e che siano in grado di operare in autonomia nelle attività di competenza. Nel caso in cui le domande fossero superiori alle disponibilità verrà assegnato al telelavoro preferibilmente il lavoratore con figli minori di 8 anni, oppure in situazioni di disabilità psicofisiche tali da rendere disagevole il raggiungimento del luogo di lavoro, con esigenze di cura nei confronti di familiari o conviventi, o infine chi è costretto a maggiore tempo di percorrenza dall'abitazione alla sede. Gli enti definiscono, in relazione alle caratteristiche dei progetti da realizzare, di intesa con i dipendenti interessati, la frequenza dei rientri nella sede di lavoro originaria, che non può comunque essere inferiore ad un giorno la settimana. La postazione di lavoro deve essere messa a disposizione, installata e collaudata a cura e a spese dell'ente. Il telelavoro, laddove sia compatibile con le esigenze di presenza fisica del dipendente sul luogo di lavoro, consentirebbe inoltre di risparmiare il corrispondente del buono pasto - che non verrebbe corrisposto - e consentirebbe anche di risparmiare spazi in termini di uffici e arredi. Per questa ragione - conclude Ziberna - sono intervenuto con una interrogazione Giunta per conoscere in quale misura sia oggi utilizzato il telelavoro nell'Amministrazione regionale e in quelle comunali e si intende incentivarlo anche nelle Aziende sanitarie e nell'impiego privato.