FI: Ziberna, incentivare il telelavoro
(ACON) Trieste, 9 nov - COM/AB - Il contratto collettivo
regionale di lavoro del personale del comparto unico non
dirigente all'articolo 7 disciplina l'istituto del telelavoro,
che consente di svolgere un'attività professionale non
necessariamente da un ufficio pubblico, ma da altri luoghi, tra
cui la propria abitazione.
Questa forma di lavoro può essere applicata a lavoratori che si
siano dichiarati disponibili e che siano in grado di operare in
autonomia nelle attività di competenza. Nel caso in cui le
domande fossero superiori alle disponibilità verrà assegnato al
telelavoro preferibilmente il lavoratore con figli minori di 8
anni, oppure in situazioni di disabilità psicofisiche tali da
rendere disagevole il raggiungimento del luogo di lavoro, con
esigenze di cura nei confronti di familiari o conviventi, o
infine chi è costretto a maggiore tempo di percorrenza
dall'abitazione alla sede. Gli enti definiscono, in relazione
alle caratteristiche dei progetti da realizzare, di intesa con i
dipendenti interessati, la frequenza dei rientri nella sede di
lavoro originaria, che non può comunque essere inferiore ad un
giorno la settimana.
La postazione di lavoro deve essere messa a disposizione,
installata e collaudata a cura e a spese dell'ente.
Il telelavoro, laddove sia compatibile con le esigenze di
presenza fisica del dipendente sul luogo di lavoro, consentirebbe
inoltre di risparmiare il corrispondente del buono pasto - che
non verrebbe corrisposto - e consentirebbe anche di risparmiare
spazi in termini di uffici e arredi.
Per questa ragione - conclude Ziberna - sono intervenuto con una
interrogazione Giunta per conoscere in quale misura sia oggi
utilizzato il telelavoro nell'Amministrazione regionale e in
quelle comunali e si intende incentivarlo anche nelle Aziende
sanitarie e nell'impiego privato.