CR: approvate modifiche al Regolamento interno (3)
(ACON) Trieste, 17 nov - AB - L'evolversi della legislazione e
la necessità di rendere sempre più efficaci e rispondenti alle
mutevoli esigenze le disposizioni, impongono una revisione
periodica del Regolamento consiliare. Così l'Aula ha adottato una
serie di modifiche, come proposte dalla Giunta del Regolamento e
con alcuni emendamenti approvati nel corso dell'esame, illustrate
dal relatore Armando Zecchinon (Pd).
Tra le novità, viene introdotto un articolo sull'obbligo di
dichiarazione dei consiglieri, a inizio legislatura con
aggiornamento negli anni successivi a ogni settembre, sulle
cariche che ricoprivano o che stanno ricoprendo. Ciò ai fini
dell'accertamento di eventuali cause di ineleggibilità o di
incompatibilità.
Sulle procedure di indirizzo e di controllo sull'attività
negoziale internazionale e interna della Giunta, il presidente
della Regione informerà il Consiglio sugli accordi che intende
concludere con altri Stati e sulle intese con enti territoriali
interni agli stessi, ma anche sugli accordi e le intese che
intende concludere con lo Stato o con altre Regioni, indicandone
oggetto e finalità. L'informativa verrà assegnata alla
Commissione competente, che potrà formulare indirizzi con
un'apposita risoluzione. In questo modo viene valorizzato il
ruolo delle Commissioni, senza comunque escludere che l'Aula, se
ritenuto necessario, possa esprimersi, adottando le procedure già
previste nel Regolamento.
Le petizioni non dovranno più andare obbligatoriamente in Aula:
una volta esaminate dalla competente Commissione, sarà la stessa
a decidere del loro destino, ossia se chiudere in quella sede
l'iter oppure trasmetterla all'Aula. Anche in questo caso si
vuole dare un ruolo di maggiore responsabilità alle Commissioni.
Commissioni alle quali potranno essere trasmesse, su richiesta
dei consiglieri che le hanno presentate, anche le interrogazioni
alle quali la Giunta non avrà fornito risposta in Aula entro due
mesi dalla comunicazione della loro presentazione.
Ciascuna Commissione, nelle materie di competenza, potrà chiamare
il presidente della Regione e gli assessori a riferire su
qualsiasi argomento di interesse pubblico regionale. E potrà
chiedere al presidente della Regione che siano a farlo i
dirigenti regionali e quelli di enti e aziende di diritto
pubblico dipendenti dalla Regione.
Ulteriori modifiche vanno nella direzione di migliorare i lavori
d'Aula. Il tempo minimo assegnato a un Gruppo per trattare un
argomento sarà di 5 minuti (oggi con il calcolo in base
proporzionale alla composizione dei Gruppi si potevano attribuire
anche solo uno o due minuti); i consiglieri non ancora
intervenuti, qualora fosse terminato il tempo a disposizione del
loro Gruppo, avranno comunque la possibilità di esporre le loro
argomentazioni, per una sola volta, per non più di 3 minuti.
Altri accorgimenti riguardano la relazione tecnico-finanziaria
che accompagna i progetti di legge e una serie di modifiche di
dettaglio a singoli articoli.
Ci sono poi una serie di norme che riguardano le leggi di
bilancio.
Anche in Friuli Venezia Giulia in termine "Finanziaria" andrà in
soffitta, sostituito da "legge di stabilità regionale", assieme
alla quale troveremo il "disegno di legge di bilancio di
previsione", mentre gli eventuali altri provvedimenti collegati
saranno definiti "strumenti della manovra di bilancio".
È questa la novità più evidente, alla quale si aggiungono altre
norme di coordinamento per recepire le nuove disposizioni
sull'armonizzazione dei bilanci pubblici.
La Giunta regionale dovrà presentare questo pacchetto di
provvedimenti al Consiglio entro il 15 novembre di ogni anno,
data che darà inizio della sessione di bilancio, mentre il 30
giugno di ogni anno dovrà fare lo stresso per il Documento di
economia e finanza regionale (DEFR) e per il disegno di legge di
assestamento del bilancio.
Il presidente dell'Assemblea legislativa potrà, sentiti i
capigruppo, far svolgere un'unica discussione - ma con successive
votazioni separate - per gli articoli relativi alle stesse
materie contenuti nella legge di stabilità e nei disegni di legge
collegati.
La votazione finale ha visto 28 sì (maggioranza e M5S); 12
astenuti (centrodestra); nessun contrario.
(immagini tv)
(segue)