M5S: risposte interrogazioni, se non in Aula andranno in Commissione
(ACON) Trieste, 17 nov - COM/AB - "È da quasi 10 mesi che la
Giunta Serracchiani non risponde alle nostre interrogazioni orali
e alle nostre interpellanze. L'ultima risposta in Aula a una
nostra interrogazione risale infatti al 27 gennaio 2015. I fatti
dimostrano chiaramente il livello di rispetto dell'Esecutivo
regionale nei confronti del nostro ruolo di opposizione in
Consiglio regionale e, soprattutto, dei cittadini del Friuli
Venezia Giulia. Per questo motivo, in segno di protesta, questa
mattina, dopo il ricordo della vittime degli attentati di Parigi,
abbiamo deciso di non partecipare alla prima parte della seduta
del Consiglio".
Con questa motivazione i portavoce del MoVimento 5 Stelle in
Consiglio regionale Andrea Ussai, Elena Bianchi, Eleonora
Frattolin, Ilaria Dalzovo e Cristian Sergo hanno spiegato
l'ennesimo abbandono dell'Aula durante le risposte della Giunta
alle interrogazioni e interpellanze dei consiglieri.
A tutt'oggi sono ben 25 le domande dei pentastellati alle quali
l'Esecutivo Serracchiani non ha ancora voluto dare risposta. Si
tratta, nello specifico, di 19 interrogazioni orali e di 6
interpellanze.
"Oggi per fortuna - rivelano i portavoce del M5S -, durante la
discussione sulle modifiche al regolamento interno del Consiglio
regionale, l'Aula ha approvato una nostra proposta che impone
alla Giunta regionale, qualora non risponda alle interrogazioni
entro 60 giorni dalla comunicazione in Aula della loro
presentazione, di farlo in Commissione. Infatti, le
interrogazioni dovranno essere tramesse alla Commissione
competente per materia e - aggiungono i pentastellati - iscritte
di diritto all'ordine del giorno della prima seduta utile della
stessa Commissione. Ogni consigliere potrà esercitare questo
diritto al massimo per due interrogazioni al mese".
"Siamo soddisfatti che il Consiglio abbia approvato questa nostra
proposta che - concludono i portavoce del MoVimento 5 Stelle -
obbligherà finalmente l'Esecutivo regionale a dare riposte a
tutte le domande dei rappresentanti dei cittadini, senza
arrogarsi il diritto di affrontare quelle più facili e di
escludere - come troppo spesso accade - quelle maggiormente
spinose".