Sel: Lauri, legge immigrazione difende modello di società aperta
(ACON) Trieste, 17 nov - COM/AB - "Dopo la cancellazione di
quella precedente da parte del centro destra, eravamo una delle
due sole Regioni italiane a non averne una, ed è importante
averla approvata perché è una legge sull'integrazione degli
stranieri che in FVG vivono, lavorano e pagano le tasse, sono 170
milioni, cui si aggiungono 180 milioni di contributi
pensionistici che finiscono nelle nostre casse, ogni anno".
Lo afferma Giulio Lauri, capogruppo di Sel in Consiglio
regionale, a margine dell'approvazione della legge
sull'integrazione degli stranieri immigrati.
"Lavorare a questa integrazione è importante: perché è quella che
ci permette di difendere il nostro modello sociale, quello
europeo di una società aperta. È proprio questo modello che è
stato attaccato venerdì sera a Parigi. Non le basi militari, non
le chiese, perché non è una guerra di religione, ma il nostro
stile nelle sue manifestazioni più normali: lo stadio, i bar, i
caffè, la possibilità di assistere a un concerto. È la nostra
libertà a essere sotto attacco. Quella stessa che potrebbe fare
presa sui loro giovani, sottraendoli al proselitismo e al
fanatismo religioso, che possono sopravvivere e autoalimentarsi
solo in una società chiusa. Ecco perché l'errore più grave che
potremmo fare è di chiuderci, perché è ciò che loro vogliono".
"Se da parte del centro destra non c'erano dubbi sulla posizione
da assumere, è stupefacente - ha continuato Lauri -
l'atteggiamento ambiguo del Movimento 5 Stelle rispetto a questa
legge. Da un lato hanno contribuito a migliorarla in senso più
favorevole ai processi di integrazione e alla promozione dei
diritti dei migranti, dall'altro però hanno poi votato no alla
legge, appigliandosi all'assenza di regolamenti e bandi per non
dare un voto positivo. La sensazione è stata che invece fossero
alla ricerca di un puro pretesto per non votare la legge. Resta
da capire se per ordini superiori o per intima convinzione, ma
certamente è venuta alla luce, su questo argomento, un'ambiguità
politica che prima o poi dovranno sciogliere".