LN: Zilli, no all'introduzione della teoria gender nelle scuole
(ACON) Trieste, 23 nov - COM/AB - "C'è una parte politica che
continua a negare l'esistenza di una teoria del gender eppure,
sono in tanti a parlarne e a denunciare la sua introduzione nelle
scuole".
Barbara Zilli, consigliere regionale della Lega Nord, torna
sull'argomento che ha tenuto banco la scorsa settimana in Aula,
dove è stata discussa la mozione contro l'introduzione nelle
scuole di ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo
degli studenti quali l'ideologia gender, firmata assieme al
collega Luca Ciriani (FdI-AN), mozione poi respinta dalla
maggioranza Pd insieme con i voti del M5s.
"Non riusciamo a concepire una scuola che voglia entrare
nell'educazione e nell'insegnamento di tematiche così delicate.
Quello che vogliamo non è eliminare la tolleranza o la lotta alla
discriminazione, ma cercare di lasciare in capo alle famiglie la
scelta di come educare i propri figli, soprattutto in tenerissima
età, in relazione alla sessualità e all'affettività".
"Proporre una mozione per impedire il fiorire di modelli
riconducibili alla teoria gender nelle scuole è stato un atto
doveroso e corretto nei confronti di tutti quei genitori che si
sono dimostrati, a ragione, preoccupati per la pericolosa deriva
che sta prendendo l'educazione nelle scuole soprattutto
dell'infanzia ed elementari della nostra Regione".
"Ben vengano quindi momenti di approfondimento pubblico, ad
esempio come quello svoltosi a settembre a Latisana o come quello
che si svolgerà domani in Provincia - dal titolo "Gender e
scuola, la pace apparente", al quale parteciperà anche il
professor Gianfranco Amato e il professor Roberto Castenetto -
incentrato proprio sulla relazione tra teoria gender e scuola,
alla quale sono stati invitati a partecipare molti genitori".
"Da parte nostra, abbiamo già chiesto al presidente della VI
commissione Franco Codega di chiamare in audizione le famiglie e
quei comitati che già da diversi mesi stanno conducendo la loro
battaglia per impedire che nelle scuole vengano proposti questi
modelli educativi che negano il cardine fondante della nostra
società, la famiglia tradizionale e che nulla hanno a che fare
con il ruolo della scuola".