FI: Ziberna, per Isontino organizzazione ospedaliera poco chiara
(ACON) Trieste, 25 nov - COM/RCM - "La proposta di atto
aziendale dell'Aas 2 Bassa Friulana-Isontina delinea una
organizzazione ospedaliera e amministrativa in cui si intravedono
pochi accenni a soluzioni di razionalizzazione delle risorse che
possano far intravedere il tanto promesso e atteso potenziamento
del territorio."
Lo scrive in una articolata interrogazione alla Giunta
Serracchiani il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio
regionale, Rodolfo Ziberna, che così prosegue: "Le proposte
organizzative ospedaliere presentano aspetti poco comprensibili,
quali l'inserimento in area chirurgica di una specialità medica
quale la nefrologia (funzionale forse alla realizzazione del
dipartimento chirurgico, che richiede almeno 4 strutture
operative complesse) e nel dipartimento delle immagini
l'inserimento della struttura semplice di endoscopia digestiva,
che si avvale di professionisti già inseriti e attivi nelle SOC
di chirurgia.
"Analogamente, per attivare il dipartimento dei servizi
diagnostici, è creata una improbabile SOC di gestione delle
risorse sanitarie, che appare difficile da immaginare sia dal
punto di vista professionale, sia da quello amministrativo e
sanitario.
"Nulla, invece, si dice dell'anatomia patologica e del
laboratorio analisi, il cui destino è forse già segnato, ovvero
triestino, in perfetta coerenza con le assicurazioni della
presidente della Giunta e dell'assessore competente, i quali
avevano promesso che non solo l'Aas 2 non avrebbe subito
spogliazioni, ma che addirittura sarebbe stati potenziati i
servizi resi.
"Le soluzioni organizzative strutturali della direzione
amministrativa, a loro volta, brillano per sovradimensionamento
(ben 2 dipartimenti) con attivazione di un numero alto di SOC con
discreti gradi di sovrapposizione operativa e sdoppiamenti non
necessari, come anche l'istituzione di Strutture semplici
dipartimentali con sorprendenti differenze di complessità.
"Viceversa, le soluzioni organizzative previste per i distretti
di fatto appaiono ripiegate, ridimensionate e in evidente
contraddizione anche con le linee d'indirizzo regionali che
avrebbero dovuto guidare la compilazione degli atti aziendali. I
distretti, così collocati, vengono privati delle prerogative
previste sia dalla legge n. 502 del 1992, sia dalla stessa legge
regionale n. 17 del 2014 e posti in posizione subordinata quanto
evanescente rispetto alla costituenda macrostruttura di
dipartimento dell'assistenza primaria.
"Dallo schema elaborato dall'Aas 2, si evince chiaramente il
venir meno della necessaria attività di coordinamento dei
distretti rispetto alle varie funzioni specialistiche che di
fatto non disporranno di alcuna modalità di integrazione essendo
strutture operative funzionalmente diverse. L'organizzazione
dipartimentale, così come abbozzata, ricorda da vicino l'assetto
dei dipartimenti ospedalieri che, là dove realizzata, non ha
prodotto alcun valore aggiunto dimostrato; inoltre l'attività e
soprattutto il ruolo del responsabile di dipartimento appare
arduo, sin dalle premesse, non essendo previsto un interlocutore
intermedio per ogni ambito territoriale corrispondente ai quattro
distretti in via di estinzione.
"La constatazione di quanto divergesse la proposta di atto
aziendale della Aas 2 rispetto le linee guida, la legge di
riforma sanitaria e le assicurazioni fornite dalla Giunta
regionale, oltre alla circostanza che pare che nemmeno i
dirigenti medici siano stati consultati per la redazione della
proposta, mi ha indotto a presentare una interrogazione alla
Giunta per sapere se ritenga che la proposta di atto aziendale
dell'Aas 2 risulti aderente ai principi, atti e norme
programmatorie licenziate o se, piuttosto, la ritenga in palese
incongruenza con l'articolo 19 della legge 17/2014, che indica un
direttore di distretto con compiti di coordinamento delle
attività distrettuali, che il modello aziendale di macrostruttura
dipartimentale (che non pare citato nella legge stessa) proposto
dall'Aas 2, possa garantire la complessità di funzioni proprie,
in assenza di percorsi precostituiti di integrazione strutturale
così come invece previsto dalla normativa.
"Inoltre, intendo sapere se i ricorrenti enunciati di volontà di
rafforzare la sanità territoriale, punto di forza della riforma,
nei fatti si traducano invece in una progressiva dismissione dei
Distretti con tutte le conseguenze tecnico-gestionali,
organizzative e contabili connesse".