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FI: Ziberna, per Isontino organizzazione ospedaliera poco chiara

25.11.2015
11:49
(ACON) Trieste, 25 nov - COM/RCM - "La proposta di atto aziendale dell'Aas 2 Bassa Friulana-Isontina delinea una organizzazione ospedaliera e amministrativa in cui si intravedono pochi accenni a soluzioni di razionalizzazione delle risorse che possano far intravedere il tanto promesso e atteso potenziamento del territorio."

Lo scrive in una articolata interrogazione alla Giunta Serracchiani il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, che così prosegue: "Le proposte organizzative ospedaliere presentano aspetti poco comprensibili, quali l'inserimento in area chirurgica di una specialità medica quale la nefrologia (funzionale forse alla realizzazione del dipartimento chirurgico, che richiede almeno 4 strutture operative complesse) e nel dipartimento delle immagini l'inserimento della struttura semplice di endoscopia digestiva, che si avvale di professionisti già inseriti e attivi nelle SOC di chirurgia.

"Analogamente, per attivare il dipartimento dei servizi diagnostici, è creata una improbabile SOC di gestione delle risorse sanitarie, che appare difficile da immaginare sia dal punto di vista professionale, sia da quello amministrativo e sanitario.

"Nulla, invece, si dice dell'anatomia patologica e del laboratorio analisi, il cui destino è forse già segnato, ovvero triestino, in perfetta coerenza con le assicurazioni della presidente della Giunta e dell'assessore competente, i quali avevano promesso che non solo l'Aas 2 non avrebbe subito spogliazioni, ma che addirittura sarebbe stati potenziati i servizi resi.

"Le soluzioni organizzative strutturali della direzione amministrativa, a loro volta, brillano per sovradimensionamento (ben 2 dipartimenti) con attivazione di un numero alto di SOC con discreti gradi di sovrapposizione operativa e sdoppiamenti non necessari, come anche l'istituzione di Strutture semplici dipartimentali con sorprendenti differenze di complessità.

"Viceversa, le soluzioni organizzative previste per i distretti di fatto appaiono ripiegate, ridimensionate e in evidente contraddizione anche con le linee d'indirizzo regionali che avrebbero dovuto guidare la compilazione degli atti aziendali. I distretti, così collocati, vengono privati delle prerogative previste sia dalla legge n. 502 del 1992, sia dalla stessa legge regionale n. 17 del 2014 e posti in posizione subordinata quanto evanescente rispetto alla costituenda macrostruttura di dipartimento dell'assistenza primaria.

"Dallo schema elaborato dall'Aas 2, si evince chiaramente il venir meno della necessaria attività di coordinamento dei distretti rispetto alle varie funzioni specialistiche che di fatto non disporranno di alcuna modalità di integrazione essendo strutture operative funzionalmente diverse. L'organizzazione dipartimentale, così come abbozzata, ricorda da vicino l'assetto dei dipartimenti ospedalieri che, là dove realizzata, non ha prodotto alcun valore aggiunto dimostrato; inoltre l'attività e soprattutto il ruolo del responsabile di dipartimento appare arduo, sin dalle premesse, non essendo previsto un interlocutore intermedio per ogni ambito territoriale corrispondente ai quattro distretti in via di estinzione. "La constatazione di quanto divergesse la proposta di atto aziendale della Aas 2 rispetto le linee guida, la legge di riforma sanitaria e le assicurazioni fornite dalla Giunta regionale, oltre alla circostanza che pare che nemmeno i dirigenti medici siano stati consultati per la redazione della proposta, mi ha indotto a presentare una interrogazione alla Giunta per sapere se ritenga che la proposta di atto aziendale dell'Aas 2 risulti aderente ai principi, atti e norme programmatorie licenziate o se, piuttosto, la ritenga in palese incongruenza con l'articolo 19 della legge 17/2014, che indica un direttore di distretto con compiti di coordinamento delle attività distrettuali, che il modello aziendale di macrostruttura dipartimentale (che non pare citato nella legge stessa) proposto dall'Aas 2, possa garantire la complessità di funzioni proprie, in assenza di percorsi precostituiti di integrazione strutturale così come invece previsto dalla normativa.

"Inoltre, intendo sapere se i ricorrenti enunciati di volontà di rafforzare la sanità territoriale, punto di forza della riforma, nei fatti si traducano invece in una progressiva dismissione dei Distretti con tutte le conseguenze tecnico-gestionali, organizzative e contabili connesse".