I Comm: legge di stabilità 2016, dibattito generale (1)
(ACON) Trieste, 26 nov - RCM - Dopo aver ascoltato le relazioni
dei presidenti delle Commissioni consiliari di merito, la I
Commissione, presieduta da Renzo Liva (Pd), ha dato il via alla
discussione e all'esame dei provvedimenti finanziari della
manovra di bilancio, concentrandosi in particolare sui dieci
articoli della legge regionale di stabilità 2016.
Primo a prendere la parola, Paride Cargnelutti (Ncd), che ha
contestato riforma sanitaria e creazione delle Unioni
territoriali intercomunali (Uti). A suo dire, nella manovra non
ci sono segnali se non di aumento dei costi in entrambi i
settori. Invece andrebbe fatto uno sforzo per edilizia e
risparmio energetico.
A fargli eco, il suo capogruppo, Alessandro Colautti, che ha
chiesto se le risorse per la sanità sono garantite dalle entrate
e ha accusato il Patto Padoan-Serracchiani di causare incertezza
nelle entrate finanziarie e di porre la Regione in una posizione
di debolezza rispetto allo Stato.
Al pari, preoccupato per l'incertezza dell'impegno della spesa e
per un'affermata abolizione delle Province quando poi continuano
le poste per questi enti, anche Renzo Tondo (AR), che ha accusato
la maggioranza di promesse ai cittadini fatte solo per propaganda
politica.
Riccardo Riccardi (FI) si è focalizzato sulle maggiori entrate di
compartecipazioni per 243 milioni e sull'autorizzazione per
l'indebitamento che passa, tra il 2015 e il 2016, da una ventina
a 68 milioni, chiedendo quando si comincerà a spendere quella
posta in particolare per Pramollo. Poi ha chiesto specifiche di
spesa per sanità e Uti.
Enzo Marsilio (Pd) ha fatto una riflessione sull'implementazione
di risorse avvenuta a ottobre per non ritrovarsi con avanzi di
amministrazione e relativa distribuzione. Non avremo più il
classico assestamento unico di bilancio - ha fatto presente -, ma
adeguamenti nel corso dell'anno e l'individuazione dei filoni
primari degli interventi.
Mauro Travanut (Pd) ha parlato di necessità di un dialogo
maggiore e continuo tra assessori e consiglieri regionali.
Inutile stare a cercare chi ha speso di più o di meno, meglio o
peggio: va cambiato lo stesso schema di spesa.
Franco Codega (Pd) ha paragonato contributi e obiettivi di spesa
del 2014 con quelli del 2015 e 2016.
Per Elena Bianchi (M5S), armonizzazione e unificazione dei
bilanci erano necessarie da tempo perché così si può ragionare su
numeri omogenei e chiari per tutti. Guardando al bilancio
regionale, purtroppo si è di fronte a un altro anno alla cieca
perché all'apparenza sembra impegnare più risorse dell'anno
scorso, in realtà si intuisce che la prossima manovra di
assestamento sarà di misura inferiore.
Piero Paviotti (Citt) ha segnalato tre aspetti: l'armonizzazione
dei bilanci, che sarà una fatica per tutti ma porterà a un giusto
regionalismo o federalismo che dir si voglia; che si tratta di
una migliore legge di finanza perché, seppure avremo un
assestamento meno ricco, permette di programmare le spese; la
certezza delle risorse agli enti locali.
Legge di passaggio tra due sistemi, per Giulio Lauri (Sel) che ha
sottolineato le risorse per imprese e settore socio-sanitario. Il
volume complessivo della manovra è aumentato - ha detto - e in
parte ciò è dovuto proprio al Patto Padoan-Serracchiani, in parte
alla maggiore capacità della Regione di attrarre nuovi
investitori.
All'assessore Francesco Peroni il compito di ribattere sui tre
temi maggiori sollevati: le riforme regionali avviate, l'aspetto
economico-fiscale, l'autonomia regionale e il suo futuro. Ecco
allora che le riforme non sono state intraprese solo per la
razionalizzazione della spesa, ma vanno oltre, per garantire
migliori servizi. Per gli enti locali, sono state poste leggi
transitorie finalizzate a incentivare processi di cooperazione
degli enti locali stessi verso gli obiettivi della riforma. Il
che non toglie che sono riforme che, a regime, comporteranno
risparmi per le casse della Regione e pure migliorie dei servizi.
Al centro vi sono l'autonomia e l'armonizzazione.
L'armonizzazione in sé, per come la stiamo conducendo - ha
spiegato Peroni -, si traduce nella convinzione che partecipare a
un unico lessico finanziario significa essere leggibili e non
equivocabili. Il regime fiscale, da noi, ha un nesso diretto con
la politica delle entrate perché conviene attrarre contribuenti.
Il modello più virtuoso sarebbe quello della defiscalizzazione, e
ce lo fa presente anche l'Unione europea, spostando l'asse del
fisco su ciò che non è produttivo.
Entrando più nello specifico di alcune obiezioni del
centrodestra, ha spigato che nei 243 milioni di maggiori
compartecipazioni è assorbito un delta di incremento, registrato
nel 2015, di 155 milioni come clausola di crediti esigibili ma
non ancora riscossi dalla Regione. Perciò in realtà si parla di
90 milioni. Per quanto riguarda Pramollo, quando si fa un bando
ci deve essere la copertura finanziaria, perciò quel bando va
rifatto.
La Commissione affronterà i singoli articoli nella seduta
pomeridiana, a partire dalle 14.30.
(immagini tv)
(segue)