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AR-Ncd: Revelant e Colautti, rivedere applicazione decreto Balduzzi

04.12.2015
14:30
(ACON) Trieste, 4 dic - COM/RCM - Il "decreto Balduzzi" che disciplina la certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale e traccia le linee guida sulla dotazione e l'utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 20 luglio 2013, obbliga le società sportive dilettantistiche a dotarsi di defibrillatori semiautomatici entro il 16 gennaio 2016 e a formare un numero adeguato di persone al suo utilizzo in caso di necessità ed emergenza.

Con l'avvicinarsi di tale scadenza, emergono diverse criticità che i consiglieri regionali Roberto Revelant (Autonomia Responsabile) e Alessandro Colautti (Ncd) hanno avanzato con una missiva alla ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. A oggi la situazione è ancora complicata e allo stesso tempo incerta - affermano i due esponenti regionali di centrodestra -, e una parte rilevante delle associazioni non si sono ancora adeguate in vista dell'imminente scadenza, vuoi per una presa di coscienza non tempestiva della problematica e dei relativi adempimenti, vuoi per una generica applicazione della legge a tutte le associazioni sportive dilettantistiche senza distinzione in merito alla disciplina e al numero dei praticanti. Pensiamo per esempio a chi gioca a tennis o a chi fa arrampicata sportiva in falesia o nelle sale boulder, solo per citarne alcune - dicono Revelant e Colautti -, molto spesso praticati in solitario o in coppia. Come si può pretendere che ci sia sempre una persona che sia formata per l'utilizzo del defibrillatore? E se dovesse capitare proprio a colui che ha effettuato il corso? Per non parlare della corsa in montagna, ciclismo o sci da fondo, discipline a elevato rischio cardiocircolatorio, dove le associazioni sportive dilettantistiche devono rispondere per atleti con prestazioni molto differenti e con distanze di decine di minuti tra loro, e che possono portare atleti in luoghi lontani anche di alcune ore dalla sede dell'associazione o del defibrillatore. Nessuna contrarietà alla dotazione diffusa dei dispositivi, che anzi rappresentano una soluzione valida a molte criticità e situazioni d'emergenza - così ancora i due consiglieri -, ma molte sono ancora le incognite sulla gestione dello stesso, e più in generale sulla responsabilità della società sportiva, ove c'è il vero rischio di un recesso e rinuncia dell'incarico da parte dei presidenti con la conseguente perdita di società sportive, in particolare quelle di piccole o medie dimensioni. Ecco che la loro richiesta alla ministra Lorenzin è di valutare l'opportunità di prorogare tale scadenza, e di circoscrivere l'ambito di applicazione alle discipline sportive ove vi è allo stesso tempo e sullo stesso luogo un numero congruo di atleti.