VI Comm: audizione su progetti didattici parità di genere (2)
(ACON) Trieste, 9 dic - MPB - I temi emersi e le accuse
formulate nella prima audizione sono stati posti dal presidente
della VI Commissione Franco Codega (Pd) all'attenzione dei
soggetti istituzionali ascoltati sui progetti didattici nelle
scuole del Friuli Venezia Giulia in merito a parità di genere e
contrasto all'omofobia.
Prima a intervenire la dirigente dei servizi integrati del Comune
di Trieste, Manuela Salvadei, che ha illustrato l'offerta
didattica delle scuole d'infanzia comunali prevista dal Piano
dell'offerta formativa (P.O.F.), che per ciascuna scuola illustra
modalità organizzative e progettazione degli itinerari di
apprendimento finalizzati allo sviluppo di tutte le dimensioni
della personalità di ciascun bambino, parlando anche del progetto
"Pari o dispari: il gioco del rispetto" che ha ottenuto il
contributo della Regione come miglior progetto della sua
categoria per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e
donna. Ha quindi ricordato il corso di formazione sul progetto, a
cui hanno partecipato 68 insegnati di 18 scuole dell'infanzia del
Comune di Trieste: al termine del percorso il progetto è stato
avviato in 5 scuole dell'infanzia. Nell'anno scolastico 2015
-2016 è stata individuata nel piano dell'offerta formativa
triennale la macroarea di attività dedicata al superamento degli
stereotipi. In questo contesto, il Gioco del rispetto è stato
consegnato come supporto didattico all'attività ordinaria delle
singole scuole.
E' poi intervenuta Lucia Cibin, dell'Istituto Comprensivo Torre
di Pordenone parlando del progetto "A scuola per conoscersi",
proposto dall'associazione Arcigay e Arcilesbica, facente parte
di un accordo stipulato con la Regione e con molti riconoscimenti
a livello nazionale e internazionale e dichiarando che, quando è
arrivata la proposta a partecipare a una iniziativa contro il
bullismo omofobico con progetti da inserire nei P.O.F.,
l'adesione è avvenuta dopo la verifica che ciò si inserisse in un
contesto istituzionale: si è così deciso di illustrarlo ai
docenti e ai genitori e che sarebbe stato fatto un questionario
per verificare il grado di soddisfazione: nessun rilievo è
emerso, così è stato inserito nel P.O.F. I fatti di bullismo sono
nascosti, si manifestano attraverso i social network e anche se
sono fuori dalla scuola incidono sugli allievi, ha aggiunto
respingendo le critiche secondo cui attraverso il progetto
sarebbero state introdotte le teorie gender, tema mai trattato,
ha insistito. I Consigli di Istituto hanno approvato il progetto
che si è svolto in orario scolastico.
Le ha fatto eco Simonetta Polmonari dell'Istituto comprensivo
Alberto Manzi di Cordenons: la cultura gender non entra nelle
nostre scuole, bensì si guarda la persona nel suo insieme, nella
sua realtà presente; i ragazzi vanno accompagnati nel loro
percorso di cittadinanza: il bullismo omofobico è fatto di parole
che distinguono, è contro l'altro, occuparsi di questo significa
fare educazione sessuale. Accanto alla sua voce anche quelle di
due genitori del Consiglio d'Istituto, che hanno evidenziato come
alla presentazione del progetto fossero presenti poche persone.
Anche il presidente del Consiglio d'Istituto Comprensivo Torre di
Pordenone, Aprea, ha ricordato l'approvazione di questo percorso,
di aver sentito le famiglie e che da parte di nessun genitore
sono state mosse lamentele, ma - ha aggiunto - i genitori devono
accompagnare il percorso formativo dei figli.
Andrea Carletti, rappresentante dell'Istituto Malignani di Udine
(quasi 3000 studenti), concorde sulla necessità del doppio
apporto di scuola e famiglia, ha ricordato che all'interno della
sua scuola è attivo un gruppo che si occupa in maniera specifica
sia del successo formativo sia del benessere a scuola. Aderire al
progetto per la scuola ha significato inserirlo in un progetto di
promozione della cittadinanza, per rendere gli allievi
consapevoli della necessità di vivere concretamente l'esperienza
della convivenza civile all'interno di ogni comunità. Illustrando
le modalità di adesione adottate (due le fasi con la
presentazione di un questionari o preparato dall'Università di
Trieste sul bullismo omofobico, la relativa richiesta di
autorizzazione alla somministrazione accolta dalla maggior parte
dei ragazzi e delle famiglie e, quindi, la raccolta delle
riflessioni e impressioni degli studenti) ha evidenziato la
collegialità di docenti, ragazzi, genitori e l'adesione di dieci
classi.
Per il coordinatore dell'Ufficio scolastico regionale, Pietro
Biasiol, il Friuli Venezia Giulia è stata una delle prime
regioni a elaborare linee per affrontare il bullismo. Sul
percorso formativo costruito c'è stata certamente condivisione;
anche se non sono mancate le rimostranze, c'è stato un deficit di
dialogo, ma la strada imboccata dai progetti è corretta e
rispettosa.
Da parte dei consiglieri considerazioni e domande, soprattutto in
relazione ai contenuti delle due audizioni.
Dichiarandosi per nulla rassicurata da quanto emerso nella
seconda audizione, Barbara Zilli (LN) ha insistito sulla mancata
informazione preventiva, sugli elementi emersi in mattinata dalla
testimonianza di un genitore in merito al "gioco del rispetto",
sul fatto che i genitori non siano stati messi nella condizione
di valutare compiutamente il materiale didattico utilizzato e
sulla valenza scientifica del progetto, chiedendo anche di capire
come tali progetti siano effettivamente declinati nel P.O.F.
Infine, se nelle scuole siano state fatte indagini in merito al
bullismo.
Armando Zecchinon (Pd) dal canto suo ha evidenziato la diversità
degli scenari emersi dalle due audizioni, distanti mille miglia -
ha detto - e ha invitato a fare opportune verifiche chiedendo
informazioni e dati anche sulla partecipazione dei genitori agli
organi collegiali. Da Stefano Pustetto (Sel), infine, nessuna
domanda ma una testimonianza di solidarietà ai dirigenti
subissati da critiche.
Codega ha concluso auspicando che i genitori si facciano sempre
più interpreti partecipi all'interno della scuola dove ricercare
tutti i chiarimenti, sottolineando che i progetti che riguardano
la cittadinanza devono diventare occasione di dialogo nella
famiglia.
(immagini tv)