M5S: mozione per salvaguardare pozzi artesiani Bassa friulana
(ACON) Trieste, 10 dic - COM/AB - Domani (venerdì 11 dicembre),
nella sala Conferenze del Centro civico di Cervignano del Friuli,
in via Trieste, insieme ai comitati della Bassa che l'anno scorso
hanno raccolto oltre 11mila firme con le loro petizioni,
illustreremo la mozione depositata in Consiglio regionale per
evitare la strozzatura dei pozzi artesiani. Un testo scritto dopo
aver letto i primi 5 verbali del Tavolo tecnico previsto dal
Piano regionale tutela delle acque.
Questo tavolo - sottolinea in una nota il Gruppo consiliare
regionale del MoVimednto 5 Stelle - voluto dalla Giunta lo scorso
dicembre, doveva determinare il volume medio giornaliero dei
pozzi basandosi anche su una sperimentazione finalizzata a
verificare gli effetti della strozzatura. Dovesse fallire, a
decidere la portata sarà comunque l'Amministrazione regionale che
aveva già individuato la soglia di 0,1 litri al secondo.
In 8 mesi non solo non c'è stata alcuna sperimentazione, ma non
si è deciso nemmeno come farla, su quali e quanti pozzi (forse
saranno solo sette). Ai presenti non era stato presentato nemmeno
un quadro completo delle utenze domestico o industriali, sul cui
spreco d'acqua potabile abbiamo sempre puntato il dito.
La stessa Amministrazione ha dovuto ammettere, a fine agosto, che
i soli impianti della Caffaro hanno una portata massima di 1000
litri al secondo, il corrispondente di 10 mila famiglie, ma la
causa del depauperamento della falda viene addebitata ai soli
pozzi domestici. Ciò significa che in questa vicenda i
protagonisti hanno agito all'incontrario: prima hanno previsto
l'acquedottizzazione della Bassa Friulana, con tanto di disegni e
previsioni di spesa nel piano del Cato; poi si son occupati di
stabilire perché e come fosse possibile farlo.
È dal 13 ottobre che aspettiamo di conoscere l'esito della
valutazione delle osservazioni pervenute al Piano di tutela acque
ma, dopo aver rinviato il previsto incontro, un tombale silenzio
è caduto sul PRTA. Silenzio anche da parte dei sindaci, che a
parole si son sempre dimostrati contrari alla strozzatura, ma che
nei fatti il piano del Cato l'avevano votato. Silenzio che si è
prolungato anche al Tavolo tecnico nel quale, ad esempio, i
Comuni di Fiumicello e Cervignano sono stati rappresentati
solamente nelle prime tre riunioni, senza che venissero
rilasciate dichiarazioni a nome loro degne di essere trascritte
sui verbali. Stessa cosa dicasi per le associazioni ambientaliste
presenti.
L'unica spiegazione possibile è che non si voglia arrivare a
stabilire ciò che gli stessi partecipanti al tavolo affermano,
ovvero che i pozzi strozzati potrebbero danneggiarsi, esser messi
provvisoriamente fuori servizio o al peggio collassare. E noi ci
opponiamo con tutte le forze a questa evenienza, ricordando che
terebrare l'acqua dal proprio terreno è un diritto sancito dal
Regio Decreto 1775 del 1933 e non permetteremo che possa
diventare una merce.