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FI: Novelli, dietro Sauvignon Connection forse scopi diversi

15.12.2015
11:55
(ACON) Trieste, 15 dic - COM/AB - "Il bersaglio grosso è stato colpito: il Sauvignon, vino di eccellenza della nostra regione è diventato sinonimo di adulterazione e mancato rispetto dei protocolli di vinificazione".

Ad affermarlo è il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli in merito agli ultimi sviluppi sulla cosiddetta Sauvignon Connection. "Verrebbe spontaneo pensare - rileva Novelli - che si sia attivata un'efficace e devastante macchina del fango contro i produttori incriminati e le attività sperimentali fatte sul mosto da un enologo, anche perché sembra che non ci sia alcuna evidenza che queste ultime siano finite nelle cantine degli indagati. Dalle ultime notizie di stampa emerge, infatti, che le analisi chimiche condotte sui campioni di mosto prelevati e, in minima parte anche sequestrati, lo scorso settembre nelle aziende agricole coinvolte nella Sauvignon Connection non hanno evidenziato traccia di sostanze irregolari".

"Sempre nel rispetto del lavoro della Magistratura, sorge spontaneo domandarsi se alla base di questa indagine non ci sia magari qualche gola profonda che, mossa da invidia o peggio da strategie volte a indebolire il nostro vino di eccellenza sul mercato mondiale, ha scatenato questo putiferio".

"Non dimentichiamo, infatti - prosegue l'esponente di Forza Italia - che la Magistratura ha affidato a periti terzi l'analisi dei mosti. Mosti che, presi in fase di fermentazione, potrebbero permettere di far conoscere, magari a concorrenti, il patrimonio metodologico e genetico della fermentazione dei nostri vini. In pratica abbiamo messo in mani altrui i segreti della nostra vinificazione che ha prodotto vini vincitori anche di premi di livello mondiale, sperando naturalmente che non escano mai dai laboratori. Forse si tratta di fanta-enologia però, guarda caso, su oltre 500 etichette friulane che producono Sauvignon sono state prese quelle che hanno vinto i premi al concorso mondiale. Tutte le aziende coinvolte, inoltre, hanno un notevole mercato e producono vini di qualità, che senso avrebbe che si auto-danneggino? Come direbbe Andreotti a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina".

"Fino a pochi anni fa i giudici dei concorsi internazionali di vini non sapevano nemmeno dove fosse il Friuli. Ora la situazione è cambiata proprio grazie alla qualità e alla continua crescita dei nostri vini ed ai premi vinti. Tutte vittorie che, ne sono certo, sono ampiamente meritate".

"Forse, avendo fatto conoscere al mondo la nicchia qualitativa del Sauvignon della nostra regione - conclude Novelli - abbiamo disturbato qualcuno, magari le aziende delle regioni vicine. Chissà…"