FI: Novelli, dietro Sauvignon Connection forse scopi diversi
(ACON) Trieste, 15 dic - COM/AB - "Il bersaglio grosso è stato
colpito: il Sauvignon, vino di eccellenza della nostra regione è
diventato sinonimo di adulterazione e mancato rispetto dei
protocolli di vinificazione".
Ad affermarlo è il consigliere regionale di Forza Italia Roberto
Novelli in merito agli ultimi sviluppi sulla cosiddetta Sauvignon
Connection.
"Verrebbe spontaneo pensare - rileva Novelli - che si sia
attivata un'efficace e devastante macchina del fango contro i
produttori incriminati e le attività sperimentali fatte sul mosto
da un enologo, anche perché sembra che non ci sia alcuna evidenza
che queste ultime siano finite nelle cantine degli indagati.
Dalle ultime notizie di stampa emerge, infatti, che le analisi
chimiche condotte sui campioni di mosto prelevati e, in minima
parte anche sequestrati, lo scorso settembre nelle aziende
agricole coinvolte nella Sauvignon Connection non hanno
evidenziato traccia di sostanze irregolari".
"Sempre nel rispetto del lavoro della Magistratura, sorge
spontaneo domandarsi se alla base di questa indagine non ci sia
magari qualche gola profonda che, mossa da invidia o peggio da
strategie volte a indebolire il nostro vino di eccellenza sul
mercato mondiale, ha scatenato questo putiferio".
"Non dimentichiamo, infatti - prosegue l'esponente di Forza
Italia - che la Magistratura ha affidato a periti terzi l'analisi
dei mosti. Mosti che, presi in fase di fermentazione, potrebbero
permettere di far conoscere, magari a concorrenti, il patrimonio
metodologico e genetico della fermentazione dei nostri vini. In
pratica abbiamo messo in mani altrui i segreti della nostra
vinificazione che ha prodotto vini vincitori anche di premi di
livello mondiale, sperando naturalmente che non escano mai dai
laboratori. Forse si tratta di fanta-enologia però, guarda caso,
su oltre 500 etichette friulane che producono Sauvignon sono
state prese quelle che hanno vinto i premi al concorso mondiale.
Tutte le aziende coinvolte, inoltre, hanno un notevole mercato e
producono vini di qualità, che senso avrebbe che si
auto-danneggino? Come direbbe Andreotti a pensar male si fa
peccato, ma spesso ci si indovina".
"Fino a pochi anni fa i giudici dei concorsi internazionali di
vini non sapevano nemmeno dove fosse il Friuli. Ora la situazione
è cambiata proprio grazie alla qualità e alla continua crescita
dei nostri vini ed ai premi vinti. Tutte vittorie che, ne sono
certo, sono ampiamente meritate".
"Forse, avendo fatto conoscere al mondo la nicchia qualitativa
del Sauvignon della nostra regione - conclude Novelli - abbiamo
disturbato qualcuno, magari le aziende delle regioni vicine.
Chissà
"