Roma: Iacop, audizione alla Camera su statuto e città metropolitane
(ACON) Roma, 15 dic - COM/AB - Audizione a Roma, alla
Commissione Affari costituzionali della Camera di deputati, del
presidente del Consiglio regionale del FVG Franco Iacop, sulla
proposta di legge costituzionale 3224 che contiene modifiche allo
Statuto speciale della Regione FVG - e in particolare sulla
questione delle città metropolitane - trasmessa dal Senato l'8
luglio scorso.
Proposta di legge che nasce da un'iniziativa del Consiglio
regionale approvata il 30 gennaio 2014 - ha ricordato Iacop - con
una larga maggioranza trasversale (37 consiglieri su 49) e che,
accanto al voto favorevole della maggioranza di centro-sinistra,
ha trovato l'adesione anche di Gruppi dell'opposizione.
Dopo averne richiamato i contenuti principali (abolizione delle
Province, istituzione delle Uti, età minima per l'elettorato
passivo, requisiti per l'iniziativa legislativa), il presidente
Iacop ha posto l'accento sull'intervento modificativo
politicamente più rilevante apportato dal Senato, che ha
riguardato la questione delle città metropolitane.
Nel testo approvato dal Senato in prima lettura, infatti,
acquistano rilevanza statutaria dopo che nel dibattito consiliare
si era volutamente omessa qualunque menzione di tale categoria di
ente territoriale, per la contrarietà di un ampio schieramento di
forze politiche all'introduzione di questa tipologia di ente
territoriale in Friuli Venezia Giulia, regione dove le
conurbazioni più importanti superano di poco i 200.000 abitanti e
con un sistema insediativo urbano caratterizzato da una rete
diffusa policentrica.
Ciò nonostante - ha sottolineato Iacop - la proposta di
iniziativa consiliare è stata modificata inserendo, dopo la
menzione dei Comuni, l'inciso "anche in forma di Città
metropolitane". In tal modo, dunque, si è voluto espressamente
prevedere la possibilità di istituire sul proprio territorio
città metropolitane, demandandone la disciplina alla legge
regionale, in forza della potestà legislativa in materia di
ordinamento degli enti locali.
Va ricordato che questo intervento modificativo del Senato è
stato fortemente criticato da tutte le forze politiche
rappresentate in Consiglio regionale, soprattutto per il metodo.
Su tale questione l'Assemblea regionale ha svolto un dibattito
che ha portato all'approvazione, il 9 settembre, a larghissima
maggioranza (43 voti favorevoli), di una mozione che, pur
confermando la necessità di non interrompere l'iter del
provvedimento, impegna i presidenti del Consiglio e della Regione
a ribadire nelle sedi istituzionali competenti le prerogative del
Consiglio regionale rispetto ai progetti di modifica statutaria,
coerentemente con quanto sta elaborando la Commissione tecnica
sull'intesa preventiva per la revisione degli Statuti speciali.
Quale portavoce dell'Assemblea legislativa regionale - ha
affermato il presidente Iacop - devo pertanto rammaricarmi per
gli interventi modificativi apportati dal Senato, senza nemmeno
consultare l'Assemblea da cui proveniva la proposta di revisione
dello Statuto di autonomia, infrangendo così un delicato
equilibrio che era stato trovato in sede consiliare. Questa
esperienza - ha aggiunto - avvalora ancor di più il convincimento
che il principio dell'intesa sulla revisione degli statuti di
autonomia vada introdotto nella Carta costituzionale e
puntualmente regolamentato, attraverso soluzioni procedurali,
come quella proposta dalla Commissione Bressa nell'agosto scorso.
Detto questo però - ha concluso Iacop - non va perso altro tempo:
è opinione del Consiglio regionale che questa revisione dello
statuto debba essere varata senza indugi nel minor tempo
possibile, evitando quindi ulteriori modifiche da parte della
Camera dei deputati, che avrebbero la conseguenza di riaprire una
navetta infinita con il Senato, con il rischio di rinviare sine
die l'avvio di questa importante riforma dell'assetto
istituzionale del governo locale della Regione autonoma Friuli
Venezia Giulia: riforma che ha lo scopo di rendere più moderna ed
efficiente l'organizzazione dei servizi locali in questa regione,
favorendo lo sviluppo dei territori e mantenendo gli attuali
livelli di welfare, pur in un quadro di scarsità di risorse
finanziarie.