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LN: Zilli, rispetto regole deve valere in Iran ma anche in Italia

12.01.2016
12:51
(ACON) Trieste, 12 gen - COM/AB - "È noto che per andare in Iran le donne devono indossare un velo, altrimenti si resta a casa e fuori da quel Paese".

"Come non essere d'accordo con queste parole della presidente Serracchiani? È giusto, chi non rispetta regole e valori del Paese in cui viene ospitato deve rimanere a casa propria. Questo vale per l'Iran, ma deve valere anche per l'Italia".

A dirlo è Barbara Zilli, consigliera regionale della Lega Nord, commentando nuovamente le parole di Serracchiani e la sua visita in Iran.

"Il buon senso avrebbe voluto che, in un momento delicato come questo, Serracchiani avesse evitato tali scivoloni. Ma evidentemente la presidente ha la necessità di apparire non solo come presidente di Regione, ma più che altro come numero due del Pd".

"Se le foto di Serracchiani a capo coperto generano perplessità o ritrosie qui da noi, la ragione è solo una: in questo Stato malato non vi è più alcun rispetto della nostra cultura, soggiogata e annientata nel nome di un'integrazione sbagliata perché attratta da culture come quella islamica che nulla hanno di democratico. Valore fondante dell'occidente è l'uguaglianza tra uomo e donna".

"Ecco allora che se qui non difettasse il rispetto dei nostri valori, potrei relegare a un gesto meramente simbolico il fatto di vedere Serracchiani a Teheran con il velo. Quanto accaduto però non rivela mero rispetto per le tradizioni del Paese ospitante, ma soltanto un'inaccettabile condizione di sottomissione della donna a un'altra cultura, avvalorata dai gravi fatti di Colonia, dall'assurda interpretazione che una certa parte della sinistra sta dando al concetto di integrazione. Non sono questi gli stessi che vogliono affossare i valori cardine della nostra cultura, eliminando i simboli della cristianità, quali i crocefissi e i presepi nei luoghi pubblici? In nome della tanto sbandierata integrazione, in Italia si continuano a consentire burqa e hijab, pur essendo costumi che impediscono il riconoscimento della persona e pertanto vietati dalla legge".

"A me - sottolinea Zilli - è capitato di incontrare professionalmente qui in Friuli uomini di fede islamica che, poiché in Ramadan, si sono rifiutati di darmi la mano in segno di saluto. Mi sono sentita profondamente sdegnata, dal momento che un gesto di questo tipo dimostra come per quella cultura la donna rappresenti un essere inferiore".

"Se Serracchiani si facesse strenuo difensore dei nostri valori, facendo rispettare a chi viene in Italia e in Friuli Venezia Giulia le nostre regole - conclude Zilli - evitando, come invece fa, di annacquarle nel nome di un'omologazione tanto dannosa quanto innaturale, non mi farebbe alcun effetto vederla indossare il velo in visita a Teheran".