LN: Zilli, con Carniacque si svende la montagna una volta di più
(ACON) Trieste, 14 gen - COM/RCM - "Saldi di fine stagione in
montagna: dopo la sanità, il tribunale, gli uffici postali e i
presidi di sicurezza, ecco arrivato il momento di Carniacque. Si
sta configurando l'ennesima mossa per svendere la montagna al
miglior offerente."
Così interviene Barbara Zilli (LN) sulla querelle riguardante
Carniacque e i movimenti all'interno del Cda: "Chi se la prende
con il presidente Luches, che sta esercitando al meglio il suo
ruolo per ottenere le garanzie a tutela dei cittadini in vista
della imminente fusione per incorporazione con il Cafc, o è mal
informato o non ha a cuore gli interessi della montagna.
"Incomprensibili le dimissioni del consigliere Martinis.
Dimettendosi, il rappresentante del comune di Tolmezzo a guida Pd
ha scelto di lavarsi le mani avallando così esclusivamente le
decisioni che il suo partito impone dall'alto.
"Quello che il presidente di Carniacque sta facendo non è
ostacolare la fusione, ma semplicemente pretendere maggiori
garanzie per il territorio e per i 40 Comuni che fanno parte
della società.
"A oggi, quello che era stato promesso non risulta affatto dalla
lettura delle documenti ufficiali. Bene fa quindi il presidente a
essere cauto e prudente sulla fusione, prima di accettare
servilmente quali saranno, nero su bianco, le contropartite
riservate a Carniacque. Quello che è più doloroso è la volontà
politica di svendere un territorio, già fortemente penalizzato,
per meri interessi di partito."
Chiosa la Zilli: "Avrebbe dovuto essere serbata maggiore
attenzione alla cultura dell'acqua, fortemente radicata in Carnia
e in Alto Friuli, cercando di mantenere il più possibile i
gestori locali. Ma evidentemente nei progetti del Pd la montagna
conta poco o nulla, per cui si insiste con una sistematica
destrutturazione del territorio periferico, privandolo
dell'autonomia sulle risorse ambientali vitali."