AR: Revelant, la Giunta toglie i contributi prima casa
(ACON) Trieste, 21 gen - COM/RCM - "Non bastavano una riforma
sanitaria e una riforma degli enti locali, nate per contenere la
spesa ma che nei fatti ne stanno comportando degli aumenti. Non
bastava una gestione inefficace e inopportuna degli immigrati che
si è concretizzata nei fatti con la sola approvazione di una
legge inutile a tutela solo di diritti di chi arriva da oltre
confine. No, non bastava tutto questo, ora il duo
Serracchiani-Santoro interviene anche nelle politiche abitative,
eliminando nei fatti il contributo per l'acquisto della prima
casa, uno strumento efficiente ed efficace particolarmente
apprezzato dai cittadini del Friuli Venezia Giulia che
necessiterebbe eventualmente solo di pochi elementi correttivi e
l'integrazione con garanzie bancarie".
A intervenire sul disegno di legge che la prossima settimana
approderà in Aula per la definitiva approvazione è il consigliere
regionale Roberto Revelant di Autonomia Responsabile: "È già
discutibile la scelta della Giunta di predisporre e depositare un
disegno di legge sulle politiche abitative senza attendere
l'esito dell'analisi sulle politiche abitative vigenti affidata
dal Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione,
e soprattutto senza tener conto delle considerazioni emerse dalla
stessa che definiscono un successo i contributi prima casa
adottati finora, che per il 95% dei casi va a soddisfare
l'acquisto di fabbricati, mentre solo il rimanente 5% è destinato
alle nuove costruzioni o ristrutturazioni.
"Con le disposizioni per l'edilizia agevolata proposte la Giunta,
all'articolo 18 del disegno di legge n. 120 che arriverà in Aula,
intende finanziare ancor meno di quel 5% perché, essendo escluse
le nuove costruzioni, rimangono ammesse a contributo
esclusivamente le istanze finalizzate al recupero o all'acquisto
con contestuale recupero dei fabbricati.
"Se da un lato tale scelta è senz'altro un colpo all'economia
immobiliare, il prezzo più grande lo pagheranno ancora i giovani,
che per avere una casa di proprietà dovranno accedere a un mutuo
non solo per l'acquisto del fabbricato ma anche per le successive
spese di ristrutturazione, aumentando di fatto i costi. Ciò
significa affrontare mutui che nella migliore delle ipotesi
partiranno dai 200.000 euro, il che, al di là delle difficoltà
bancarie legate anche alla precarietà del lavoro, vuol dire
esaurire la restituzione delle rate forse con l'arrivo della
pensione, anche se di questo passo forse per i giovani d'oggi,
non ci sarà più nemmeno quella.
"Presenteremo senz'altro degli emendamenti correttivi in Aula per
modificare questo scempio e incentivare il settore edile
attraverso iniziative sul patrimonio immobiliare esistente."