Ncd: sanità FVG, Colautti e Cargnelutti da ministro Lorenzin
(ACON) Trieste, 22 gen - COM/AB - Fare il tagliando alla
riforma della sanità del FVG, confrontarci sulla questione del
punto nascite di Latisana, sui tempi per l'utilizzo dei
defibrillatori nelle società sportive e presentare il sistema di
donazione del sangue attivo in regione.
Sono questi i temi che i consiglieri regionali Ncd del Friuli
Venezia Giulia Alessandro Colautti e Paride Cargnelutti
affronteranno a Roma il prossimo 4 febbraio con il ministro alla
Sanità, Beatrice Lorenzin.
"Relativamente alla riforma della sanità FVG - commentano
Cargnelutti e Colautti - è opportuno analizzare con il ministro
se quanto la Giunta regionale sta portando avanti è in linea con
gli auspici iniziali. Ncd si è astenuta sulla votazione della
legge, ma con un atteggiamento responsabile è riuscita comunque a
migliorare in Aula alcuni aspetti del nuovo assetto che
presentava buchi evidenti. In linea con quanto avevamo detto in
Aula circa la necessità di un continuo monitoraggio della
riforma, riteniamo che sia arrivato il momento di fare assieme al
ministro Lorenzin un tagliando in merito".
"Con il ministro alla Salute - continuano Colautti e Cargnelutti
- valuteremo anche la delicata situazione del punto nascite di
Latisana, alla quale presenteremo le oggettive problematiche
emerse anche da un confronto con il vicesindaco di Latisana
Angelo Valvason".
"Porteremo all'attenzione del ministro - spiegano Cargnelutti e
Colautti - anche la possibilità di prorogare i termini del
decreto che prevede la presenza e l'utilizzo dei defibrillatori
da parte delle società sportive. Le società regionali si stanno
organizzando in merito, ma segnalano alcune difficoltà relative
ai tempi stretti per la formazione degli operatori e sulla
gestione dello strumento in quelle discipline che si praticano
singolarmente".
"Assieme al presidente dell'Associazione friulana donatori sangue
Renzo Peressoni, inoltre, illustreremo al ministro Lorenzin gli
ottimi risultati che sta producendo il sistema di raccolta delle
scorte adottato in Friuli Venezia Giulia, che può essere preso a
modello nazionale, e rendere così ogni regione autosufficiente,
con relativi protocolli di certificazione di qualità e sicurezza".