FI: Ziberna, includere Croazia nel processo di denominazione Terrano
(ACON) Trieste, 23 gen - COM/AB - Vi sono fondati timori che
l'accordo raggiunto pochi giorni fa sulla tutela transfrontaliera
del vino Terrano prodotto nel Carso, area geografica a cavallo
del confine italo-sloveno, possa ritorcersi contro i produttori
italiani. La tutela del Terrano ampliata a tutta la zona del
Carso, infatti, esclude i molti produttori di Terrano nell'Istria
croata, che peraltro sono prevalentemente appartenenti alla
comunità italiana. Questi produttori saranno costretti a mutare
la denominazione del loro vino subendo significativi danni.
Ad affermarlo è il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio
regionale, Rodolfo Ziberna, che aggiunge.
Siamo davvero così sicuri che la Croazia rimarrà immobile, senza
reagire davanti allo scippo italo-sloveno? Non corriamo il
rischio che si dia vita a una guerra del vino che porterà alla
richiesta croata di vincolare al proprio territorio produzioni
della Malvasia o altro prodotto tipico generando ingenti danni
alla nostra produzione?
Questa è la ragione per cui sono intervenuto con una
interrogazione rivolta alla presidente Debora Serracchiani e
all'assessore Cristiano Shaurli, in cui sottolineo questo rischio
concreto e attuale.
L'accordo Unione europea-Slovenia sulla protezione della
denominazione geografica Teran riservata esclusivamente per i
vini prodotti nell'area chiamata Kras, in italiano Carso, che
anch'io avevo accolto con soddisfazione in un primo momento, ora
mi vede preoccupato alla luce di queste considerazioni. A ciò si
aggiunge la circostanza che la concessione della Denominazione
Teran sarebbe illegittima, in quanto fondante su basi giuridiche
inesistenti, stante la circostanza che né in Slovenia, né in
Italia (ma nemmeno in Croazia) esiste un località geografica che
porti quel nome e conseguentemente trattasi di concessione
dell'utilizzo in esclusiva del nome di una varietà di vite,
patrimonio collettivo e non proteggibile. L'intesa italo-slovena
peraltro introdurrebbe tale illegittimità anche in Italia e
avrebbe tra i suoi effetti anche quello di evitare ricorsi da
parte dell'Italia stessa a tutela delle produttori del Carso
italiano.
Va precisato che in questo stato di cose i danni più ingenti
verrebbero subiti dai produttori dell'Istria croata - proprio il
territorio dove il Terrano è più coltivato da secoli e la sua
coltivazione si estende per circa 300 ettari - alla quale si farà
divieto di immettere sul mercato un prodotto tipico di tale area
geografica menzionandolo con il suo vero nome. Si può facilmente
comprendere quale discriminazione, non soltanto commerciale, ma
storica e culturale, si porrà porre in essere a danno dei
viticoltori istriani, privandoli di un loro sacrosanto diritto
consolidato da secoli.
Proprio sulla base alle considerazioni sopra esposte, i
viticoltori istriani hanno già preannunciato che si batteranno in
tutte le sedi per tutelare le loro produzioni, il futuro delle
loro aziende, la loro storia.
Ecco perché ho invitato la presidente e l'assessore a riflettere
sull'opportunità, per evitare danni anche al nostro territorio e
alla nostra produzione, di far sedere intorno al tavolo anche la
Croazia per includerla nel processo di denominazione.