Giorno Memoria: vicepresidente Consiglio regionale Gabrovec a Visco
(ACON) Visco, 30 gen - COM/AB - Alla celebrazione del Giorno
della Memoria all'ex caserma Luigi Sbaiz di Visco, il saluto del
Consiglio regionale del FVG è stato portato dal vicepresidente
Igor Gabrovec che, rivolgendosi al sindaco Elena Cecotti, al
parroco don Giorgio Longo, alle autorità italiane, slovene e
croate, ai numerosi intervenuti, ha sottolineato come in questo
luogo desolato e desolante, rieccheggino ancora antiche memorie.
Memorie di dolore e sofferenza, rabbia e paura, speranza e anche
morte per quelle che qui succedeva in un solo, piccolo frangente
di tempo nei terribili anni del secondo conflitto mondiale,
quando uomini hanno ritenuto di perseguitare altri uomini,
assumendosi arbitrariamente il diritto di disporre della loro,
dignità, libertà e anche della loro vita.
In questo lager dell'Italia fascista per prigionieri civili in
seguito all'invasione della Jugoslavia - ha ricordato Gabrovec -
realizzato su una superficie di 130mila metri quadrati verso la
fine del 1942 e l'inizio del 1943, furono rinchiuse mediamente
3/4.000 persone e si raggiunse un picco di 8.500, tra cui molti
bambini e donne, brutalmente rastrellati nei territori occupati
dalla Slovenia al Montenegro.
Nel gennaio del 2004 - ha aggiunto - fu celebrato il terzo Giorno
della Memoria con l'apposizione di una lapide a ricordo delle
vittime inermi. Una seconda lapide a memoria di quanti morirono o
soffrirono nel campo di Visco fu apposta dal governo sloveno a
fine gennaio 2010. Molti storici e personalità della cultura
nazionale ed europea si sono negli anni attivati affinché il
campo di concentramento di Visco divenga un Memoriale che
raccolga e illustri la documentazione riguardante tutti i campi
fascisti, prendendo a esempio quanto è stato creato in altre
parti d'Europa, soprattutto in Germania a perenne memoria e
soprattutto monito affinché non debbano più ripetersi i capitolo
più bui del secolo scorso.
Un monumento di valenza nazionale e internazionale, che proprio
qui faccia luce su un capitolo importante e poco conosciuto della
storia contemporanea. Un centro più didattico che museale in
senso classico, sulla scia e l'esperienza di strutture analoghe
realizzate in Europa a perenne memoria delle atrocità del
nazismo. Un investimento da regalare alle nuove generazioni,
affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.
La Soprintendenza ai beni culturali ha fatto la sua parte. Il
presidente della Repubblica ha fatto sapere tramite la Prefettura
di Udine già nel luglio del 2010 di aver "interessato il
presidente della Regione FVG per le valutazioni di competenza in
ordine a possibili interventi volti al recupero storico-culturale
di quel compendio". Da tempo si è già attivata l'associazione
Terre sul Confine, guidata da Ferruccio Tassin, che ha salvato la
storia del campo di Visco da un molto probabile oblio, sostenuta
con forza e autorevolezza, tra gli altri, dallo scrittore
triestino sloveno di fama europea Boris Pahor, oggi ultra
centenario testimone energico e instancabile dell'inferno delle
persecuzioni fascista prima, poi nazista e in seguito anche
fortemente osteggiato dal regime comunista jugoslavo. Il
presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta, interessato
in tal senso dall'allora premier slovena Alenka Bratusek, arrivò
a impegnarsi a includere Visco tra i monumenti di interesse
nazionale. La stessa presidente della Regione Debora Serracchiani
assicurò il proprio sostegno al progetto già da parlamentare
europea e ho modo di ritenere che non ha certamente cambiato
idea. E tanti sono gli uomini di cultura, rappresentanti
istituzionali e storici affermati, grazie ai quali il sostegno
alla creazione di un Memoriale a Visco ha avuto eco anche sulle
pagine di importanti quotidiani nazionali.
I buoni propositi ci sono tutti - così ancora il vicepresidente
del Consiglio regionale - e da qui bisogna ripartire. Vi è quindi
l'impegno a promuovere a breve un primo tavolo tecnico-politico
in Regione affinché la memoria del campo non rimanga soltanto un
mesto e rituale pellegrinaggio di poche volte all'anno tra la
macerie di un ex caserma. I fondi necessari alla realizzazione di
tale progetto vanno ricercati a livello nazionale ed europeo dai
programmi in materia di tutela della memoria storica, di
educazione dei giovani e di promozione della cultura della pace e
della convivenza. Un Memoriale che dobbiamo pensare rivolto ai
giovani e quindi ideato e creato secondo le più moderne tecniche
comunicative ed espositive. Non delle teche di vetro mute e
immobili, ma esposizioni interattive che parlino alle nuove
generazioni di ciò che era e non deve più essere, magari
attualizzando e integrando il ricordo della tragedia delle
persecuzioni fasciste con la narrazione di tanti altri drammi che
si ripetono fino ai giorni nostri in ogni angolo del globo.
Nasca quindi qui a Visco - ha concluso Gabrovec - un Memoriale
della persecuzione affinché i giovani imparino ad abbracciare e
valorizzare il diverso, accogliere e aiutare chi è in difficoltà,
sostenere chi chiede aiuto.