CR: Giorno del Ricordo, intervento presidente Iacop (1)
(ACON) Trieste, 2 feb - MPB - Ad aprire la seduta del Consiglio
regionale, la celebrazione del Giorno del Ricordo, solennità
civile che si celebra il 10 febbraio per conservare e rinnovare
la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime
delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani
e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda
del confine orientale.
Alla presenza delle Associazioni rappresentative, prima della
commemorazione affidata a Lucia Bellaspiga, scrittrice e
giornalista, inviata di Avvenire, figlia di esuli istriani, il
presidente del Consiglio Franco Iacop ha ricordato che
l'istituzione di questa giornata - approvata con una apposita
legge nel 2004 con il voto parlamentare a larghissima maggioranza
- "ha assunto la pienezza dei suoi significati nella
consapevolezza che per troppo tempo l'orribile capitolo delle
foibe e dell'esodo dall'Istria, Fiume e Dalmazia è stato nascosto
al nostro Paese".
"Un momento - ha proseguito Iacop - che corrisponde all'esigenza
di un riconoscimento umano e istituzionale per troppo tempo
mancato e che non ha nulla a che vedere con il nazionalismo.
"Il Giorno del Ricordo presenta il significato di una memoria
ritrovata e condivisa. Rileggere un capitolo del passato comune e
condividere lo sforzo di analizzarlo e interpretarlo nel decennio
in cui le Repubbliche di Slovenia e di Croazia sono parte di
un'Europa nella quale nessuna identità può essere sacrificata.
"Non è senza significato se nella legge istitutiva si sia
sottolineata l'importanza di rinnovare la memoria della tragedia
delle vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre di
istriani, fiumani e dalmati e della più complessa vicenda del
confine orientale d'Italia.
"Il Giorno del Ricordo è un'occasione per convertire la memoria
di una immensa tragedia in una riflessione su quanto le cose
siano cambiate nel frattempo e come gli sviluppi maturati lascino
sperare in un futuro migliore, improntato ai valori della pace,
della cooperazione e dell'accoglienza, privo di violenze e
ingiustizie.
"Dobbiamo giustamente ricordare ciò che è accaduto, e non
stancarci di condannare con tutto lo sdegno possibile i crimini
efferati e gli orrori della guerra, delle persecuzioni, delle
stragi e della pulizia etnica, consapevoli che da allora sono
cambiati non solo il confine orientale, con i suoi vasti
intrecci, in termini di contatti e scambi fra popoli e differenti
culture, valori e aspirazioni, ma tutta l'Europa, la sua storia e
ancor di più le sue prospettive di fronte agli scenari di guerra
del Medio Oriente e del Nord Africa.
"La sfida dei nostri tempi si gioca sulla nostra capacità di
investire nel futuro di noi stessi e dei nostri figli, memori di
ciò che è accaduto, ma protesi a realizzare un mondo diverso,
dove l'odio sia sostituito dal dialogo e dalla voglia di
camminare insieme, ma nel comune interesse di contribuire a
scrivere una nuova pagina di terre e popoli che per secoli hanno
dialogato e collaborato tra loro.
"Noi oggi ricordiamo le vittime delle foibe, l'esodo
giuliano-dalmata e le vicende del confine orientale, anche per
dovere nei confronti dei superstiti, dei famigliari delle
vittime, delle Associazioni che coltivano la memoria di quelle
tragedie. La storia degli ultimi 70 anni ha posto le premesse per
ricucire le lacerazioni con riferimento all'avanzare del processo
di integrazione europea, anche nel Quadrante orientale e in
questo contesto la nostra Regione può svolgere un ruolo
importante e avere una funzione determinante".
(foto, immagini tv)
(segue)