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Pd-Ssk: Gabrovec, Trieste Città metropolitana, altri 5 Comuni una Uti

04.02.2016
15:11
(ACON) Trieste, 4 feb - COM/AB - La città-Comune di Trieste è, de facto, già "metropolitana" se si considera che le città metropolitane nel FVG si possono istituire ai sensi della legge regionale fin dal 2006, quando vennero fissate precise condizioni a misura del capoluogo Giuliano.

Ad affermarlo è Igor Gabrovec, consigliere regionale Pd-Slovenska skupnost e vicepresidente del Consiglio regionale del FVG, che aggiunge.

Non serviva la modifica statutaria, che si è trasformata in un sottile quanto antipatico casus belli a uso e consumo locale, ad attizzare un già di per sé delicato confronto in vista delle prossime elezioni amministrative. La legge regionale è semplice quanto chiara: la città metropolitana nasce da uno o più Comuni, purché tocchino i 200.000 abitanti. Trieste può quanto meno in una prima fase benissimo partire da sola, senza scomodare i comuni vicini o addirittura l'area Isontina e senza stimolare inutili polemiche e vere o presunte preoccupazioni nel Friuli.

Gli altri, se lo vorranno, decideranno con i propri ritmi e facendo le proprie valutazioni in assoluta libertà e autonomia. Ciò vale in primo luogo per i Comuni perfettamente bilingui che la circondano, nei quali la minoranza slovena gode di precisi diritti e ruolo sanciti dai trattati internazionali e ai quali non può venir imposto alcunché. Gli stessi possono invece costituire una Uti a se stante.

Una volta assunto lo status di Città metropolitana, l'attuale Municipio di Trieste dovrà innanzitutto intraprendere un confronto con Stato e Regione affinché gli vengano trasferite -passaggio questo tutt'altro che scontato e automatico - opportunità e funzioni aggiuntive, che possono andare dalla portualità e sviluppo industriale fino alla collaborazione transfrontaliera e oltre.

A queste condizioni la Slovenska skupnost è pronta a giocare la sua parte.

Confermiamo la stessa diponibilità anche per risolvere l'empasse della riforma regionale degli enti locali 26/2014 con le diciotto Uti che stentano a partire. Limitandoci per un attimo alla sola area di insediamento della minoranza slovena, vale a dire 32 comuni confinari da Muggia a Tarvisio, vanno approvate dal Consiglio regionale garanzie aggiuntive che rafforzino il ruolo e l'autonomia di realtà comunali bilingui o comunque soggette a tutela ai sensi delle leggi vigenti che vietano la diminuzione del livello di tutela.

Nei Comuni bilingui - conclude Gabrovec - i servizi al cittadino, come anche il funzionamento degli organi politici e amministrativi, devono considerare sempre e comunque il diritto all'uso paritario della lingua slovena. Un risultato conseguibile molto semplicemente ridisegnando le Uti tra Comuni bilingui. In ogni caso le denominazioni e gli statuti delle Uti, che ricomprendono anche un solo Comune soggetto a tutela, non possono che essere bilingui e un tanto va specificato anche nelle stessa legge di riforma.